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Articoli firmati da Chiara Colli - Rimuovi il filtro

04/02/2012

Let's Go Eat the Factory

Come si dice in questi casi, ci sono una notizia buona ed una cattiva. La buona è Let’s Go Eat the Factory, un album in puro stile GBV. La cattiva, ormai nota, è che il quintetto di Dayton ha infranto i sogni di chi già pregustava la visione della line up classica in qualche festival europeo, annullando i due appuntamenti live previsti per i prossimi mesi (Primavera Sound ed ATP). Quello che rincuora è che, al contrario delle voci circolate a dicembre, i motivi siano di natura personale e non legati ad una nuova rottura del gruppo. Del resto, è proprio dalle good vibes generate dal tour del 2010 con la formazione assunta come “classica” - quella di Bee Thousand, per intenderci, sciolta dal capobanda Robert Pollard nel 1996 e spesso [... leggi ancora ]

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21/01/2012

Carrion Crawler/The Dream

Altro giro altra corsa, sul finire del 2011, per i Thee Oh Sees. E stavolta, decisamente più sfrenata della precedente. Registrato nello stesso mese (giugno) di "Castelmania", "Carrion Crawler/The Dream" è il lato più putrido e psichedelico della creatura di John Dwyer, complementare a quello festoso e flower power dell’album che sfoggiava in copertina un telefono giocattolo. Un’altra cover esilarante, questa, su cui si potrebbe fantasticare a lungo, ma a cui il doppio titolo dell’album fornisce i “paletti” (se, con una band del genere, di limiti si possa parlare) entro cui muoversi. Il garage rock più marcio e rumoroso, quello della carogna della prima parte; e la visione del sogno, quello della seconda.
Ciò che colpisce [... leggi ancora ]

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08/01/2012

Live Music

Confrontando foto e dati anagrafici, oggi gli Strange Boys dovrebbero avere circa venticinque anni. Eppure suonano come se avessero passato gli anni migliori della loro vita intorno al 1964. Non che l’atmosfera dei loro tre album odori di stantio, tutt’altro. Ma più di quanto possa impressionare una band di giovinastri che si sfoghi col garage punk - a cui è riconducibile l’esordio The Strange Boys and Girls Club - da un paio di anni, gli Strani Ragazzi colpiscono per il copioso recupero delle loro radici (r’n’r) americane.
Formati a Dallas ma Texani d’adozione, in Live Music (inteso come “vivere”) mettono in fila una serie di aspetti dall’effetto tremendamente old school: la voce di Ryan Sambol, stralunata come una [... leggi ancora ]

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24/12/2011

Hazed Dream

Hazed Dream, sogno annebbiato. Un titolo che fotografa perfettamente la trance onirica in cui si crogiola il terzo LP dei malati di Brooklyn. Per chi ne aveva amato l’assalto sonico di Dins o la jam improvvisata di Mirror Eye, è possibile che Hazed Dream risulti troppo poco invasivo, più vicino agli effetti di un oppioide palliativo piuttosto che alla terapia d’urto di fuzz e droni. In una parola: più accessibile. Il viaggio un tempo impavido, si trasforma in tranquilla passeggiata, magari in compagnia di Gesù. Un Lord simile, ma più rassicurante, di quello degli Spaceman 3. Chiamato a proteggere il dormiveglia psichedelico di chi ha scambiato la propria lucidità mentale con i riverberi di un trip cosmico infinito.
Non a caso [... leggi ancora ]

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10/12/2011

Endless Now

Non ci sono vie di fuga per “addomesticare il sole”, in Endless Now. Tutta’altro. Come nel precedente Nothing Hurts, John Arthur Webb canta dei propri limiti e di sentimenti agrodolci verso la vita. Ma dove l’esordio dei Male Bonding era una corsa sfrenata sotto una grandine (di suoni) improvvisa, il secondo lavoro in studio del trio londinese è un inneggiamento all’estate tutto l’anno. O quantomeno, alla ricerca degli ultimi raggi di sole nell’autunno alle porte.
Endless now è un album già sentito per chi era in piena abbuffata indie-alternative negli anni 90. Un album meno originale di Nothing Hurts, per chi ne amava l’abrasività DIY e i break ritmici. Ed un album semplicemente irresistibile per gli amanti del punk [... leggi ancora ]

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26/11/2011

Parallax

Come si fa a non amare Bradford Cox? Per rispondere, non servirebbe ricordare che, al contrario di molti indie rocker della sua generazione (classe 1982), è l’anti poser per eccellenza. O che quando è sul palco con i Deerhunter, guida sapientemente fluttuazioni intergalattiche con la giocosità di una jam in saletta. Perché per amare Bradford Cox, basta immergersi nelle sue composizioni con la stessa purezza con cui queste escono dalla sua sei corde. Che è elettrica nel caso del main project, ed acustica in Atlas Sound, un progetto ormai molto più che “laterale”.
A due anni da Logos, con Parallax il ventinovenne di Atlanta entra in un vero studio di registrazione, ma non senza aver prima confezionato nuove gemme di pop retrò [... leggi ancora ]

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12/11/2011

Days

Autunno. Prima mattina. C’è qualche raggio di sole, ma non troppo caldo. Una brezza frizzante. E i colori che si mescolano, con i verdi dell’estate che scivolano nel giallo e marrone. Come in una mezza stagione utopica. Il clima che dovremmo trovare fuori dalla finestra di questi tempi, attraversa piuttosto il secondo LP dei Real Estate, trio con base nel New Jersey, ma all’occorrenza pendolare a NY. Ed è proprio il Green State d’origine a marchiare il suono di Days. Non solo per via dei padri spirituali Feelies e Yo La Tengo, ma anche per quel senso di placidità e ciclicità tipico di uno Stato stretto tra oceano e foreste ed intrinseco al pop fresco dei tre ex compagni di scuola di Ridgewood.
Non nascondono le proprie [... leggi ancora ]

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29/10/2011

Rules

L’indie-storia recente ci ha insegnato che un duo, se ben collaudato, può far sanguinare le orecchie a dovere. O almeno, dare quella sensazione stordente che appaga i sensi del noise-addicted di ultima generazione. I Civil Civic fanno parte di questa categoria. Ma a modo loro. E forse è anche per questo che gran parte della stampa specializzata (cartacea e web), ancora non li ha acciuffati tra le proprie grinfie.
La loro storia comincia a Melbourne, ma le strade di Aaron Cupples (chitarra) e Ben Green (basso) si dividono tra Londra e Barcellona. Ed è a distanza, su una continua lavorazione binaria, che - dopo l’EP del 2010 1 - nasce l’esordio su LP Rules. Superati alla velocità della luce i formali riferimenti di genere, [... leggi ancora ]

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15/10/2011

Father, Son, Holy Ghost

L'equazione è matematica. Dietro un artista brillante, c'è sempre una storia malsana. Ricorda Bradford Cox (Deerhunter, Atlas Sound), Christopher Owens - mente dei due Girls - ma la sua non è stata una vita di solitudine e malattia. Cresciuto nel culto dei Children of God, quando scappa Owens si trasforma in un giovane ribelle, scaldato dal solo abbraccio straniante dell'eroina. Il filo conduttore col suo passato è la musica, filtrata attraverso la popular culture americana (Gene Kelly, Elvis Presley, James Dean) di cui si abbuffa non appena uscito dal regime dei Figli di Dio.
Dopo l'esordio "Album", con "Father, Son, Holy Ghost" il duo di Frisco migliora nella scrittura di canzoni pop ricche di sfumature, che attingono da un [... leggi ancora ]

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01/10/2011

Smoke Ring For My Hale

Per quelli che non amano il sole, i racchettoni e la vita da spiaggia. Per quelli che l'estate la passano in città e la luce è solo quella del mattino o del tramonto. Per quelli che amano bassa fedeltà e musica indipendente, ma l'anno scorso non hanno fatto comunque scorpacciate di Wavves (e il loro "King of the Beach") o Best Coast (con l’estivissimo "Crazy for You"). Un album, in effetti, uscito lo scorso marzo, tra inverno e primavera. Un album che, personalmente, arriverà nella top 5 di fine anno, nonostante l'hype che ne ha avvolto l'uscita, minando la bontà del suo effettivo contenuto.
Trentuno anni, di Philadelphia, iniziato alla musica con un banjo regalatogli dal padre - ascoltatore incallito di bluegrass -, Kurt Vile [... leggi ancora ]

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