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Carrion Crawler/The Dream

Di: Chiara Colli | 21/01/2012
Altro giro altra corsa, sul finire del 2011, per i Thee Oh Sees. E stavolta, decisamente più sfrenata della precedente. Registrato nello stesso mese (giugno) di "Castelmania", "Carrion Crawler/The Dream" è il lato più putrido e psichedelico della creatura di John Dwyer, complementare a quello festoso e flower power dell’album che sfoggiava in copertina un telefono giocattolo. Un’altra cover esilarante, questa, su cui si potrebbe fantasticare a lungo, ma a cui il doppio titolo dell’album fornisce i “paletti” (se, con una band del genere, di limiti si possa parlare) entro cui muoversi. Il garage rock più marcio e rumoroso, quello della carogna della prima parte; e la visione del sogno, quello della seconda.
Ciò che colpisce in primo luogo, è come l’album catturi più vivamente la foga energica che caratterizza la band dal vivo, forte di una new entry - Lars Finberg degli Intelligence - che va a posizionarsi dietro la seconda batteria. Lo aveva annunciato, Dwyer, che l’album sarebbe stato un pugno in faccia. E l’assalto sonico è reale. Nei riffoni folli di "Contraption/Soul Desert" o nello schianto prepotente di "Crushed Grass". Ma è la psichedelia l’anima predominante dell’album. Ne è prova "The Dream", viaggione a cavallo del falsetto di Dwyer che corre indietro nel tempo alla velocità della luce. Per chi ancora non se ne fosse accorto, seminali.

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