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Days

Di: Chiara Colli | 12/11/2011
Autunno. Prima mattina. C’è qualche raggio di sole, ma non troppo caldo. Una brezza frizzante. E i colori che si mescolano, con i verdi dell’estate che scivolano nel giallo e marrone. Come in una mezza stagione utopica. Il clima che dovremmo trovare fuori dalla finestra di questi tempi, attraversa piuttosto il secondo LP dei Real Estate, trio con base nel New Jersey, ma all’occorrenza pendolare a NY. Ed è proprio il Green State d’origine a marchiare il suono di Days. Non solo per via dei padri spirituali Feelies e Yo La Tengo, ma anche per quel senso di placidità e ciclicità tipico di uno Stato stretto tra oceano e foreste ed intrinseco al pop fresco dei tre ex compagni di scuola di Ridgewood.
Non nascondono le proprie ambizioni i Real Estate, mantenendo l’immediatezza melodica tipica delle registrazioni casalinghe ma eliminando la patina più lo-fi e, soprattutto, passando dalla sfiziosissima Woodsist alla ben più affermata Domino. L’andatura di Days è melanconica, quasi scozzese, nelle suggestioni sintetiche e nella voce effettata di Martin Courtney. Ma le sei corde scintillano come rugiada mattutina, rinfrescando quella nostalgia gongolante con cui il chitarrista Matt Mondanile è solito cullarci nella sua versione ipnagogica a nome Ducktails. Giorni che scorrono limpidi. Al ritmo delle onde calme di una nuova psichedelia del pop(olo).

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