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Articoli firmati da Chiara Colli - Rimuovi il filtro

14/07/2012

Celebration Rock

Esiste un metodo, scientificamente provato, per capire se un album funziona o no. Un metodo che non vale per tutti i generi musicali, ma che, pertanto, è infallibile se utilizzato nei casi opportuni. Quando alla fermata dell’autobus, cuffie nelle orecchie, ci si ritrova a picchiare duro una batteria e ad intonare con foga un coro che manco allo stadio, quello è il segnale inequivocabile che la musica in ascolto ha centrato l’obiettivo. Era successo con "Post Nothing", e succede di nuovo con "Celebration Rock", secondo album del duo di Vancouver che negli ultimi 3 anni - anche con un’intensa attività live - ha risvegliato le emo-zioni e la veemenza (post) adolescenziale degli indie rockers di mezzo mondo.
Aperto e chiuso da [... leggi ancora ]

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23/06/2012

A+E

Maglietta a righe, occhiali da nerd e tono di voce da bambino dispettoso. Graham Coxon siamo abituati ad immaginarlo così, e non si tratta di mera apparenza, se si considera che il chitarrista quarantatreenne era già un impunito Peter Pan indie prima che la categoria dilagasse negli anni zero. Non c’è da stupirsi, pertanto, che il Blur più noise si sia sentito poco a proprio agio nel portare in tour "The Spinning Top", ultimo lavoro in studio inaspettatamente ai confini con il folk. E che "A + E" giri, invero, assai più veloce di quella trottola in legno datata 2009.
Il giochino di Coxon, stavolta, è di un materiale molto meno delicato ed appositamente pensato per divertire. Per essere sporcato, consumato e stropicciato più di [... leggi ancora ]

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26/05/2012

Bloom

Un compito arduo, quello di "Bloom": conquistare i cuori che si erano perdutamente innamorati di "Teen Dream" o, più banalmente, arrivare dopo un album unanimemente considerato tra i migliori del 2010 senza subirne, almeno totalmente, il confronto. Il disco della maturazione, dell’arrivo in casa Sub Pop, del successo e del definitivo distacco dal lo fi, "Teen Dream", naturalmente predisposto a legare a sé l’ascoltatore attraverso fili di vibrante emotività. Senza incertezza alcuna, "Bloom" è da considerare all’altezza del suo predecessore. Al contrario di quelle band che, dopo aver ricevuto consensi (confermati ed incrementati dai live nel caso dei Beach House), cadono in passi falsi, talvolta cristallizzando artificiosamente la [... leggi ancora ]

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12/05/2012

Rocket Juice and the Moon

Se esistessero le Olimpiadi della musica, mai come in questo 2012 Damon Albarn sarebbe il tedoforo perfetto per il Regno Unito. Ma dove Dr Dee rappresenta il lato più ambizioso e (orgogliosamente?) britannico del biondino - oggi ben più disciplinato - di Parklife, i Rocket Juice & the Moon sintetizzano lo spirito libero che un viaggio in Africa nel 1999, il primo di una lunga serie per Albarn, aveva acceso. Ed è proprio su un aereo per Lagos, nel 2008, in occasione di un live degli Africa Express (collettivo avviato dal Nostro dopo l’esperienza in Mali), che nasce l’idea del gruppo. Anzi, supergruppo: al basso c’è Flea e dietro la batteria Tony Allen. Su quel volo, il primo viaggia in business class e adora Fela Kuti; il secondo è [... leggi ancora ]

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28/04/2012

The Politics of Envy

Ci sono giovani con idee vecchie. E poi ci sono i “vecchi”, con idee “giovani”. Mark Stewart non ha bisogno di presentazioni in questo senso, se il suo spirito anticonformista, riottoso e precursore dei tempi è riuscito ad ipnotizzare un bel po’ di generazioni, da quel feroce e meticcio Pop datato 1979 fino ai lavori solisti intrisi della sua Bristol, rabbia punk e futurismo. Nello spazio fra Nick Cave - che lo definisce uno spartiacque per la scena musicale tra anni settanta ed ottanta - e St. Vincent, che nei live coverizza She’s Beyond Good and Evil davanti al suo indie-pubblico innocente, si propaga tutta l’influenza scomposta ed iconoclasta di un uomo che ancora oggi, dal vivo, sbalordisce per la sua alienazione dalle [... leggi ancora ]

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14/04/2012

Pre Language

Trovare riuniti The Stooges, Can e Loop in una stessa band è un sogno che abbiamo fatto in molti. Senza, ovviamente, la grandiosità che ognuno di questi gruppi ha avuto nel proprio genere, i Disappears sono riusciti a concretizzare tale scenario, apocalittico e meraviglioso allo stesso tempo. Il merito è di due album - l'esordio "Lux", orientato al proto-punk più lurido ed appiccicoso, ed il successore "Guider", più ossessivamente asciutto e visionario -, ma anche di una resa live dagli effetti piacevolmente stordenti.
Il quartetto di Chicago, oggi con il Sonic Youth Steve Shelley stabilmente dietro la batteria, è gente esperta nel picchiare duro. Gente che fa sul serio. Pertanto, il fatto che "Pre Language", uscito a un anno [... leggi ancora ]

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31/03/2012

Young and Old

Sarà il sax di Origins. Sarà che via Patrick Carney (Black Keys), Young and Old suona meno “a modino” dell’esordio Cape Dory. Sarà che stavolta, in Europa, i Tennis escono per ATP Recordings e che lo spettro dei sixties di riferimento si amplia fino a fuzzare la chitarra di Patrick Riley e a rendere la tastiera vintage di Alaina Moore tremendamente caratterizzante del suono dell’album. Saranno tutte queste cose insieme, ma la coppia - più il batterista ufficioso James Barone - con base a Denver, supera la prova del secondo album aggiungendo qualche piacevole modulazione, rispetto al gioiellino pop che era l’esordio del 2011.
Nuovamente protagonista, e ciò s’intende fin dalla copertina, è la voce cristallina della [... leggi ancora ]

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17/03/2012

The Horror

Con un esordio su LP intitolato "The Horror" ed un nome ispirato ad un poliziesco di Jim Thompson, immaginare che l’orizzonte sonoro dei Pop. 1280 sia vagamente pervaso di inquietudine non è così difficile. Se si aggiunge che le influenze sul quartetto di New York sono riconoscibili dal primo minuto di "Burn the Worm", l’originalità non sembrerebbe un tratto peculiare della band affiliata a Sacred Bones. Illazioni discutibili, considerando che, passando al sodo, l’indie non pullula di formazioni poco compiacenti e capaci di frullare a modo proprio certe (impegnative) eredità come questi ragazzi.
I padri in questione sono quelli del post-punk californiano storto e primordiale (Chrome, Savage Republic), gli orchestratori glaciali [... leggi ancora ]

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03/03/2012

Attack on Memory

L’assalto è inaspettato, rabbioso, a tratti violento. Chi ricorda il noise pop dolciastro e scomposto, seppur piacevole, dei Cloud Nothings di poco più di un anno fa? È proprio la memoria di quella band che l’occhialuto di Cleveland Dylan Baldi ha deciso, neanche troppo tra le righe, di attaccare. Un album che non è certo noise, eppure sonico fino al midollo. Otto tracce in cui il rumore è talvolta impetuoso, talvolta lento, ma ben più chirurgicamente dritto al punto dell’esordio. Un (altro) album che potrebbe essere uscito dalla foga adolescenziale di qualche band d’oltreoceano dei novanta, ma che merita un po’ più di attenzione del semplice compitino ben fatto, anche solo per aver messo in discussione l’appetibile [... leggi ancora ]

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19/02/2012

New Album

Di nuovo, innegabilmente estremi. Ma stavolta, in senso relativo. Non solo perché "New Album" è il terzo lavoro in studio uscito a nome Boris nel 2011 - una prolificità innata che torna dopo tre anni di silenzio -, ma soprattutto perché il diciassettesimo full lenght del trio giapponese è quanto di più lontano ci si potesse aspettare da una band devota ai Melvins e agli impasti doom-noise, seppur venati di “Rosa”. Un esperimento pop, "New Album", che al gioco dei generi potrebbe tranquillamente finire sotto la casella “nu-gaze”.
Il peculiare intreccio discografico dei Boris richiede, anche qui, una piccola specificazione, ovvero il fatto che "New Album" usciva a marzo 2011 in Giappone - con qualche variazione rispetto alla [... leggi ancora ]

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