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Attack on Memory

Di: Chiara Colli | 03/03/2012
L’assalto è inaspettato, rabbioso, a tratti violento. Chi ricorda il noise pop dolciastro e scomposto, seppur piacevole, dei Cloud Nothings di poco più di un anno fa? È proprio la memoria di quella band che l’occhialuto di Cleveland Dylan Baldi ha deciso, neanche troppo tra le righe, di attaccare. Un album che non è certo noise, eppure sonico fino al midollo. Otto tracce in cui il rumore è talvolta impetuoso, talvolta lento, ma ben più chirurgicamente dritto al punto dell’esordio. Un (altro) album che potrebbe essere uscito dalla foga adolescenziale di qualche band d’oltreoceano dei novanta, ma che merita un po’ più di attenzione del semplice compitino ben fatto, anche solo per aver messo in discussione l’appetibile spensieratezza del lo fi.
Dopo un 2011 passato in tour con i Fucked Up, Baldi non solo ha nei polmoni aria post hardcore, ma anche la voglia di mettere su una vera band, di fare dei Cloud Nothings un progetto più variegato. Non un solo-project da cameretta. Brani più lunghi, l’apertura affidata all’amarezza di "No Future/No Past", i nove minuti di montagne russe di "Wasted Days", l’asfissia “post” di "No Separation". Ma la melodia non è totalmente sacrificata, prova ne è il riff furbetto di "Stay Useless" o la rabbia che diventa nostalgia in "Our Plans". A cementare tutto, il canto urlato di Baldi. Ah, e la produzione di Mr. Steve Albini.

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