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A+E

Di: Chiara Colli | 23/06/2012
Maglietta a righe, occhiali da nerd e tono di voce da bambino dispettoso. Graham Coxon siamo abituati ad immaginarlo così, e non si tratta di mera apparenza, se si considera che il chitarrista quarantatreenne era già un impunito Peter Pan indie prima che la categoria dilagasse negli anni zero. Non c’è da stupirsi, pertanto, che il Blur più noise si sia sentito poco a proprio agio nel portare in tour "The Spinning Top", ultimo lavoro in studio inaspettatamente ai confini con il folk. E che "A + E" giri, invero, assai più veloce di quella trottola in legno datata 2009.
Il giochino di Coxon, stavolta, è di un materiale molto meno delicato ed appositamente pensato per divertire. Per essere sporcato, consumato e stropicciato più di quanto già non sia in origine. Polistrumentista implacabile, Coxon traffica coi synth, crea interferenze con la sua nuova passione - il sax -, scarnisce le linee melodiche come fosse post punk, incalza il ritmo per far muovere il culo, ma poi ci infila loop perfetti per imbrigliare anche la testa. Un album dal piglio strafottente. Un calderone in cui i recenti ascolti kraut dell’autore creano un amalgama granuloso nell’incontro con appiccicosa pasta garagista. Un compendio di bassa fedeltà, modellata da mani esperte. Le stesse capaci di scattare foto improbabili con un Nokia di vecchia generazione. E poi metterle in copertina.

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