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The Horror

Di: Chiara Colli | 17/03/2012
Con un esordio su LP intitolato "The Horror" ed un nome ispirato ad un poliziesco di Jim Thompson, immaginare che l’orizzonte sonoro dei Pop. 1280 sia vagamente pervaso di inquietudine non è così difficile. Se si aggiunge che le influenze sul quartetto di New York sono riconoscibili dal primo minuto di "Burn the Worm", l’originalità non sembrerebbe un tratto peculiare della band affiliata a Sacred Bones. Illazioni discutibili, considerando che, passando al sodo, l’indie non pullula di formazioni poco compiacenti e capaci di frullare a modo proprio certe (impegnative) eredità come questi ragazzi.
I padri in questione sono quelli del post-punk californiano storto e primordiale (Chrome, Savage Republic), gli orchestratori glaciali dello Sheffiled Sound (Cabaret Voltaire), i membri della dinastia newyorkese “No” che unisce i primi Sonic Youth ai Liars più imperscrutabili. Il gioco dei rimandi si palesa come fin troppo facile, ma incredibilmente gustoso. Non c’è nulla di nuovo nello scenario inumano ed apocalittico di "Bodies in the Dunes", nel cyberpunk di "New Electronix", nella wardance di "Crime Time" o nel passo rintronante di "Nature Boy". Eppure, la saga orrorifica di demoni antichi messa su dai Pop. 1280 potrebbe scuotere anche chi di post punk è andato in overdose. Quando lo scarto tra originale e derivativo (non) è solo questione di trucco.

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