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Articoli firmati da Massimo di Roma - Rimuovi il filtro

18/01/2010

Chi mi darà le ali ? Intervista ad Alessandra Celletti

Album dopo album continui a stupirmi. L'elegia del cambiamento sarà sempre la ragione dei tuoi lavori ?

Più che l'elegia del cambiamento credo sia l'elelgia della libertà di cambiare. C'è una sottile differenza…

Ho l'impressione che il motore della tua evoluzione artistica trovi il proprio carburante nella tua costante tensione al cambiamento : quanto ci sono vicino ?

Diciamo che sono una persona curiosa e che quindi mi piace cercare sempre qualcosa di nuovo ed esploare nuove possibilità. Non è che mi impongo il cambiamento ma lo assecondo con naturalezza…

Dei tuoi incontri ravvicinati quale è stata la vera "relazione pericolosa" : Debussy, Satie, Gurdjeff, Janacek o [... leggi ancora ]

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28/07/2009

Rated O

Parliamo stavolta di quello che per molti è già il dichiarato disco del 2009. Va detto dall'inizio: Rated O è evidentemente un'opera monumentale. Un triplo disco che pretende la completa attenzione di chi lo ascolta, con quella cura che si ha solo per le cose preziose, con la goduria che un estimatore di whisky ha quando si concede il distillato di una bottiglia sublime.
Gli Oneida, giunti per l'occasione al decimo colpo in tredici anni, non danno sfoggio di avarizia artistica, anzi; dilagano sui loro cross sonori senza risparmiarsi, catalogando musica senza preoccuparsi di lasciare qualcosa per domani: l'estro è un dono di Dio, e a loro non manca e non mancherà di certo in seguito.
La banda newyorkese migra negli ascolti di [... leggi ancora ]

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21/07/2009

Lungs (1982)

Ci sono dischi che superano per fascino la loro bellezza. E' per quei dischi che riservo un posto speciale, per quelle opere che si portano i loro anni accasciandosi al peso del tempo. Funziona come con le persone: se hai fascino, il passaggio del tempo sul tuo corpo - nonostante lo sfoltirsi dei capelli, nonostante qualche circonferenza che lievita - potrà solo aumentare il tuo fascino. Questo "Lungs" suona, al giorno d'oggi, tanto vecchio quanto originale per la sua ricollocazione geografica della New Wave, per i suoni che provengono da un universo parallelo tanto sono improbabili. Scommetto che l'Albini di oggi, nei suoi splendidi "anta e passa", guarderà questo disco senza quell'imbarazzo misto a disapprovazione che si prova al cospetto [... leggi ancora ]

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14/07/2009

A Due

Per la par condicio, dopo la recensione di Alessandra Celletti completo il giro e mi soffermo su un altro fenomeno di casa nostra al femminile : Beatrice Antolini. E poco importa se mi devo rifare ad un disco del 2008, la sua ultima uscita ad oggi, visto che di questi talenti non se ne parla mai abbastanza.
Dopo il meraviglioso esordio di "Big Saloon", "A due" è l'acqua fredda che diventa calda, è come i passaggi di stato, un incubo che diventa sogno e poi ritorna incubo, si appiana, non è niente, poi esplode in una banda e sei a una festa, poi in un bosco, infine, inevitabilmente, da solo.
E tutto torna, perchè questo è un disco che trasuda di solitudine, di riflessione, di introspezione, anche in pezzi come New Manner o Pop [... leggi ancora ]

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07/07/2009

Alesandra Celletti plays Baldassarre Galuppi (Transparency)

Il talento e la storia di Alessandra Celletti stanno diventando, grazie a Dio, un fenomeno sempre più ampio negli ascolti di tutti. La sua produzione sonora è, come si usa dire, ottima ed abbondante, e spesso poggiata su collaborazioni o riferimenti di valore assoluto (vedi l'esperienza con Roedelius). Stavolta la iperdotata pianista/vocalista ci regala una esperienza rara ed una vera scoperta al tempo stesso: da una parte ci propone la sua "mostruosa" rivisitazione di musiche del '700, dall'altra ci restituisce il poco conosciuto autore veneto Baldassarre Galuppi, del quale al più si ritrovava nelle memorie comuni la celebre Sonata in Do Maggiore eseguita da Benedetti Michelangeli. Questo disco è una meraviglia racchiusa su sei Sonate [... leggi ancora ]

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30/06/2009

Seeds (1966)

Il cantante e bassista Sky Saxon (all'anagrafe Richard Marsh) dopo alcune deludenti prove tecniche, nel 1965 unisce il suo lascivo ed indemoniato talento compositivo a quello più visionario ed abrasivo del tastierista (poli-strumentista) Daryl Hopper, dando vita al progetto The Seeds (nel quale trovano posto l'acida sei corde di Jan Savage e le schizofreniche pelli di Rick Andridge). Il loro nome ed i loro nastri arrivano presto alle orecchie del magnate Gene Norman che non si lascia scappare l'occasione di metterli sotto contratto per la sua etichetta GNP Crescendo. Il debutto arriva nel luglio dello stesso anno luglio con il singolo "Can't Seem To Make You Mine b/w Daisy Mae", brano che volente o nolente riscriverà per sempre i canoni [... leggi ancora ]

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23/06/2009

CLUES

Si è sempre detto che, finchè Penner fosse stato in attività, gli Unicorns, nella realtà, non avrebbero mai avuto la possibilità di perdere i loro fans. Il concetto si è rafforzato sulla base che tutti i progetti intercorsi tra la banda monocorno e i Clues, altro non hanno fatto che creare perplessità da una parte, e consolidare la convinzione che prima o poi ci sarebbe stato il botto dall’altra. E siccome tre sospetti fanno un indizio, ecco finalmente il nuovo progetto di Alden Penner, cofondatore con il batterista già ArcadeFiriano Brendan Reed dei CLUES. L’intento di Penner è evidente subito : non mettere in cantiere Unicorn 2.0 (per fare ciò si sono già abbastanza impegnati gli ex soci), ma realizzare musica in un nuovo [... leggi ancora ]

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16/06/2009

Sagarmatha

Alle volte si arriva tardi ad alcuni dischi, ma l'importante è arrivarci. Gli "Appleseed Cast" continuano una evoluzione artistica personale ed intensa verso territori sempre più onirici che si concretizzano nuovamente in un altro interessantissimo lavoro dal nome "Sagarmatha". Quest'album si rivela una tappa fondamentale per la band che si innalza a quote dove l'aria è più rarefatta e punta lo sguardo all'orizzonte dall'alto di un paesaggio freddo, nebbioso, ma al contempo sereno, immobile e di forte impatto spirituale; Sagarmatha difatti è il nome nepalese del monte Everest il quale sintetizza la maestosità e la suddetta spiritualità di questo lavoro discografico. Gli Appleseed Cast riescono, con grande stile, a rievocare tutte le [... leggi ancora ]

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09/06/2009

The Glass Bead Game

Diciamolo subito, James Blackshaw è un talento naturale. Ed è assolutamente necessario capire questo, prima di tutto, per attraccare a questo album. Munirsi di devozione, dedizione e passione mentre si sintonizzano le orecchie. Allora, e solo allora, si potrà comprendere un album come questo. Michael Gira (un uomo, un mito, una garanzia) è l'uomo che, come capo della God Records, ho voluto fortemente James Blackshaw nella sua casa. Il gioco delle perle di vetro è Il primo (di molti, speriamo) album per l’etichetta : cinque squisite tracce di straordinaria bellezza e complessità. La meraviglia di questo lavoro sta però nel fatto che James rende suoni elaborati in modo facile, e la sua una scatola di legno a dodici corde [... leggi ancora ]

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02/06/2009

"Night Raider" + "The Resurrectionists"

Quando ex-membri dei Mogwai e degli Electric Wizard si mescolano nello stesso progetto, quando producono poi due cd impressionanti e diversi assieme, fate attenzione. E quando li ascolterete, gli apostoli della nera fenice zoppa, sentirete, o almeno io ho sentito, quasi il privilegio di ascoltare un impressionante pezzo di storia della musica.
In “Night Raider” ogni loro canzone è riempita dai suoni del futuro e il passato, che assieme creano il proprio mondo sonoro--musica epica, che spazia da apparizioni maestose del loro lato oscuro per transitare su inquietanti ballate o verso frantumazioni post-rock che flirtano con animi shoegaze. In ogni traccia si muovono assieme il bene ed il male, con il comune denominatore della malinconia [... leggi ancora ]

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