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Rated O

Di: Massimo di Roma | 28/07/2009
Parliamo stavolta di quello che per molti è già il dichiarato disco del 2009. Va detto dall'inizio: Rated O è evidentemente un'opera monumentale. Un triplo disco che pretende la completa attenzione di chi lo ascolta, con quella cura che si ha solo per le cose preziose, con la goduria che un estimatore di whisky ha quando si concede il distillato di una bottiglia sublime.
Gli Oneida, giunti per l'occasione al decimo colpo in tredici anni, non danno sfoggio di avarizia artistica, anzi; dilagano sui loro cross sonori senza risparmiarsi, catalogando musica senza preoccuparsi di lasciare qualcosa per domani: l'estro è un dono di Dio, e a loro non manca e non mancherà di certo in seguito.
La banda newyorkese migra negli ascolti di tutti variegati spicchi di agitazioni psych, allevati all'interno di una struttura concept esprimendo un sublime ventaglio di quanto può ricondursi ai suoni della neo-psichedelia.
Rated O rappresenta un modello lisergico contaminato dall'elettronica acida (nel primo disco), del rock più strutturato (nel secondo disco) e dai trip kraut prog (nel terzo disco). Venghino siori venghino, in un ambaradan psico-cosmico che volteggia da aspirante ipnotizzatore tra jungle, techno, dub, glitch, Can, Tangerine Dream, Popol Vuh, Ash Ra Tempel, Aphex Twin, loop minimali, low-fi, cibernetica, Jah Wobble, Liars, Acid Mothers Temple e chi più ne ha più ne metta.
Tra cavalcate strumentali impetuose (tipiche degli Oneida), enfasi spettrali, loop in-comprensibili, verifiche hypno del rock dell'ultimo ventennio (alla Catone il Censore?), ondate di flussi Neu! o taghi maghi, questo enorme inzeppamento di composizioni magistrali ti avviluppa come un pitone nella savana.
Distorsori a palla, klinga klang senza pausa, ma, soprattutto, la tensione di un discone come questo rischia di mandarti ai pazzi o di farti pensare che stiamo ascoltando troppa musica che non serve: qui sfioriamo la stessa gioia e lo stesso stupore con i quali accogliemmo i primi Ozric Tentacles, per certi versi anche di più: pomposo e grandioso, sfarzoso e drappeggiante: giù il cappello, qui si racconta il presente, il passato ed il futuro dei fremiti psichedelici: un disco per la storia (e pure per la geografia).

P.S. Sull'allegato link a myspace music un bell'antipasto...

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