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Il male oscuro e indicibile

Di: Franz Andreani | 31/10/2011
Il post inutile, che non aggiunge o toglie nulla alla nostra vita, ne sono sicuro, eppure sta qui, come un groppo alla gola, dà voce ad un sentimento che sentono in tanti, ma dare voce ad un sentire non costruisce, mi rendo conto, magari fa aumenta solo il livello di rumore, ma non sarà per colpa mia che aumenta la confusione.
Mi capita sempre più spesso di avere rapporti con quella classe di persone che enfaticamente certi mezzi di comunicazione definiscono come eroi del nostro tempo. Definizione giustissima per certe persone, ma svilita dalla mancanza di una spiegazione plausibile. Parlo degli imprenditori, quelli che hanno una società e che con questa danno lavoro a persone e muovono l’economia. Non voglio difendere o attaccare una categoria, per me il discorso non si pone, parlo di persone, di certe persone con le quali vengo sempre più spesso in contatto, dalle quali mi sento sempre dire le stesse cose. Queste persone sono tutte in difficoltà, in grande difficoltà, chi può galleggia, sopravvive, ma tutti mi dicono che prospettive di sviluppo non ci sono, a meno che non si riesca ad andare all’estero. È un momento brutto, e nell’uso della parola momento magari sta il barlume di ottimismo, ma quanto è lungo questo momento?
Sarà una coincidenza eppure si tratta di un discorso che fanno anche alcuni studenti neo laureati, neo specializzati: in Italia manca il terreno ove possano seminare non tanto le loro conoscenze, ma proprio quella parte incommensurabile ed imprevedibile che va sotto il nome di ingegno. Se l’ingegno italico è rappresentato nella più alta autorità in merito di istruzione, stiamo messi male. La signora Gelmini inventa gallerie avveniristiche e parla come fosse il portavoce del premier, il suo ufficio consiste solamente nell’elargire soldi pubblici alle scuole private e alle fondazioni, lasciando la ricerca in mano alle poche grandi aziende del farmaco.
Ma per tornare ai nostri “eroi”, gli organi di informazione non spiegano la vita dei tanti piccoli imprenditori italiani impegnati contro un grande unico tentacolare nemico, perché i primi fanno parte dello stesso sistema che garantisce la sopravvivenza di questa oscura entità.
Parlando con questi imprenditori mi accorgo quanto tutto quello che leggo sui giornali sia demagogico e quindi falso, fatto ad arte per a nascondere la reale portata del problema, per perpetrare lo stato delle cose. Non mi fermo solo alle evidenze, leggevo su “La Repubblica” di giovedì 27 come la lettera di intenti presentata dal governo italiano all’Europa, contenga una riforma sulle pensioni già prevista, non voglio dire che l’indignazione dei sindacati sui licenziamenti facili sia sbagliata, so bene come conquiste pagate anche con la vita, ora siano diventate carta straccia, ma il problema mi sembra più radicale, se vogliamo più semplice nella sua enunciazione seppure più complesso da combattere: la parola che nessuno vuole sentir dire è corruzione.
Corruzione non è il passaggio di una mazzetta per ottenere un favore, corruzione è nel concetto di favore, concetto che è nel nostro vocabolario. Io stesso telefono ad un ufficio pubblico e chiedo una “cortesia”. Corruzione è il pilotare una risposta, è il prendere decisioni in deroga a qualsiasi regola, per fare in modo che un domani il favorito possa restituire un altro favore. La corruzione è ovunque, dal piccolo comune nel quale si ragiona per famiglie, agli organi centrali, alla cricca dei grandi eventi, alla gestione della cosa pubblica. La corruzione è come l’usura, in cambio di una cortesia si deve offrire qualcosa di valore maggiore perché l’altro possa a sua volta restituire un favore, e così via.
La corruzione droga il mercato perché e abbassa drasticamente la qualità dei servizi offerti. Fateci caso a quanto è basso il livello dei servizi con i quali quotidianamente abbiamo a che fare, guardate quanta ostentazione c’è, non è che in Italia non ci siano teste in grado di progettare e metter in campo servizi di qualità, è che a dispetto proprio della qualità si sceglie quello che remunera il singolo. Il fenomeno dell’aumento del divario tra numero di ricchi, sempre di meno e sempre più ricchi, e numero di poveri al contrario, si spiega col fatto che la corruzione alimenta sempre le stesse tasche e che la qualità dei servizi è talmente bassa che costringe le persone a pagare per ottenere l’essenziale, cioè quello per il quale si pagano tributi tanto salati. I soldi pubblici si sprecano in questo modo, gli stipendi d’oro, le pensioni privilegiate sono la punta di un iceberg, sono il fatto demagogico per dare al popolo un nemico finto contro il quale illudersi di combattere. Le tasse che il cittadino paga vengono, attraverso questo meccanismo, distribuite nelle tasche di pochi. È di giovedì scorso la bocciatura in parlamento del progetto del ponte sullo stretto di Messina, progetto che ci è costato 8,5 miliardi di euro senza che qualcuno abbia visto la posa della prima pietra. Andiamo avanti a grandi passi verso progetti faraonici quanto inutili, apparentemente senza ragione, progetti che non si realizzeranno mai, come la TAV in val di Susa e la costruzione delle centrali nucleari: cosa c’è di concreto in questo se non il perseguire l’obiettivo di realizzare un sistema di corruzione?
La corruzione è pagare due volte per la stessa cosa: il nostro servizio sanitario, una sorta di fiore all’occhiello per un paese in teoria ed invece le attese per ogni visita, l’uso dei macchinari pubblici a consumo provato e per chi può, le assicurazioni che pagano tutto sulle spalle del resto della popolazione, tutto questo non vi sembra corruzione?
La corruzione non è una novità italiana, se ci guardassimo indietro e se chiedessimo aiuto alla storia, anche a quella molto recente, troveremmo una serie di situazioni simili alla nostra, penso al centro Asia, al sud America, la gente si ingegna a fare business ma non lavora; tutti sperano di fare il colpaccio a scapito degli altri, ma solo pochi, ovviamente, riusciranno. Queste sono sintomatologie di una mentalità corrotta, di come la corruzione alberghi in ogni piccolo frammento della nostra vita.
Ci sono persone che si oppongono alla corruzione come all’usura e l’unica arma che hanno è la qualità, una qualità che costerebbe sicuramente di meno di quanto stiamo pagando per uscire da questa crisi, una crisi anche questa che sembra essere pilotata, guidata per buttarci fuori dalle nostre responsabilità e dalle nostre consapevolezze.
Ma se dico questo direte che è un parlare contro tutti, in effetti ci provo ancora a fare dei distinguo ma è sempre più difficile, perché la corruzione ha ormai intrecciato i rapporti di una classe politica che non potrebbe vivere senza auto-alimentarsi.

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