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Il Gran Rifiuto - Intervista a Daniela Troiani

Di: Franz Andreani | 14/10/2011
Il momento nel quale stiamo vivendo è uno tra i più difficili nella storia della Repubblica, possiamo provare a chiudere gli occhi e far finta di nulla, possiamo provare a dire io non c’entro, non so cosa fare. È in momenti come questi che ai cittadini spetta il compito arduo di vivere con consapevolezza e con coscienza, con attenzione e partecipazione il quotidiano. E cosa c’è di più quotidiano della “monnezza”? Prendiamo il nostro sacchetto e lo buttiamo noncuranti nel cassonetto – mi viene in mente Elio – e ci siamo sbarazzati di quella cosa che alla fine è anche maleodorante. Cosa possiamo fare di più? Innanzi tutto prestare tutta l’attenzione possibile per ridurne la massa dei rifiuti, separarla il più possibile con cura per favorirne il riciclo, informarci su cosa sia una discarica, quali siano i rischi ed i traffici che vi sono dietro e non solo tapparsi il naso.
Parlando con Daniela Troiani del Comitato Rifiuti Zero Passoscuro, riflettevamo sul fatto che in una economia di mercato siamo noi a fare le scelte, le nostre attenzioni sugli acquisti e sui rifiuti, su ciò che buttiamo e sprechiamo possono incidere notevolmente sul nostro vivere e su quello dei nostri figli. Non dobbiamo aspettarci risultati a brevissima scadenza, certo è che se continuiamo con la nostra indifferenza in molti continueranno a prosperare alle nostre spalle.
Ho pensato di rivolgere qualche domanda a Daniela dopo aver partecipato ad una manifestazione di sensibilizzazione rispetto alla costruzione di discariche e inceneritori nel Lazio, in vista dell’esaurimento della discarica di Malagrotta, l’enorme pattumiera a celo aperto, indifferenziata di Roma.
D: Quali sono le ragioni per le quali il piano rifiuti della regione Lazio è inadeguato? R: Innanzi tutto il Piano Rifiuti del Lazio, del quale si parla tanto, è effettivamente inesistente. La Polverini ha speso milioni di euro per una massiccia campagna pubblicitaria suo piano rifiuti, con lo slogan "da rifiuti a risorsa" la scorsa estate, vi erano manifesti su autobus e muri, per una campagna assolutamente falsa. Se leggi il piano, infatti, c'è una prima parte bellissima che prevede interventi di riciclo, recupero, raccolta differenziata ecc., poi, andando avanti, si scopre la verità, e cioè che se non si raggiungono gli obiettivi con i modi virtuosi obiettivi che non vogliono siano raggiunti, si passa alla soluzione classicamente vecchia ed inadeguata degli inceneritori e delle discariche. Il piano rifiuti è inadeguato perché è chiaramente stato creato per accontentare i potentati economici e i comitati d'affari, calpestando la salute e gli interessi dei cittadini, ma la cosa peggiore è che è fermo in commissione regionale nonostante l'Europa abbia inviato all'Italia una seconda lettera di messa in mora per una procedura di infrazione contro la discarica di Malagrotta. Per questo ti dico che è inesistente: quello che vige attualmente risale addirittura al 1998! Oltretutto, di questo piano Polverini, stanno mettendo in atto le scelte peggiori con la via del commissariamento: il prefetto Pecoraro commissario straordinario, sta già rilasciando dichiarazioni per cui, alla chiusura di Malagrotta, la discarica "provvisoria" sarà a Riano, dove siamo stati a manifestare già il 24 settembre scorso, mentre il “mostro” definitivo (inceneritore e discarica) sembra proprio confermato in località Pizzo del Prete tra Passoscuro e Maccarese sul litorale a nord di Roma. Per farlo probabilmente esproprieranno i terreni di proprietà di una storica azienda agrituristica biologica, nel cui perimetro ci sono, tra l'altro, una quantità di tombe etrusche e i resti di un castello templare risalente al medioevo. Ma l'emergenza e il commissariamento serviranno a questo, a passare sopra a tutti i vincoli ambientale e archeologici di una zona tra l'altro di alto pregio agricolo.
La rabbia è tanta e deriva anche dalla consapevolezza che la colpa di questo scempio che verrà messo in atto non è solo della Polverini, o di Alemanno, che ha promesso in campagna elettorale che avrebbe portato la "monnezza" fuori dal comune di Roma, la colpa è di tutte le giunte passate che si sono succedute in regione e comune, di destra e di sinistra, che definire inerti di fronte al problema rifiuti è veramente riduttivo. A comandare la politica dei rifiuti è sempre stato un privato, l'Avv. Cerroni, patron di Malagrotta. La rabbia viene anche dalla consapevolezza che il percorso virtuoso di tanti comuni laziali, non avrà alcun effetto su tutto questo, perché il problema è Roma. E' Roma che, alla chiusura di Malagrotta, non saprà più dove sversare i suoi rifiuti, mentre il comune butta letteralmente via denaro pubblico con progetti di raccolta differenziata fallimentari e da anni in fase sperimentale. Questi sembrano proprio quelli che, nel nuovo gergo politico, vengono definiti progetti killer, vale a dire portati avanti con l'unico scopo di dimostrarne l'inefficacia. Convincendo l'opinione pubblica che la raccolta differenziata a Roma non si può fare (San Francisco, che è la seconda città degli USA come densità di popolazione fa la stessa percentuale di differenziata di Oriolo Romano, comune del viterbese definito “riciclone”, si arriva ad imporre la soluzione inceneritore.
D: Gli inceneritori, si dice, portano ricchezza perché portano occupazione e producono anche energia. Cosa c'è di vero in questo?
R. Certo che un inceneritore porta occupazione, qualcuno dovrà pure lavorarci, ma la raccolta differenziata porta a porta, ne garantisce molta di più, e gli occupati non rischiano di morire di cancro e non solo.
L'inceneritore produce energia: vero, come tutte le forme di combustione, tra l'altro. Peccato che, per lavorare, consumi molta più energia di quanta ne produca, ed è dimostrato che riciclare un bene destinato ad essere incenerito, il CDR, Combustibile Derivato da Rifiuti, è composto da plastiche, carta, legno e altri derivati del petrolio, cioè tutti materiali che potrebbero essere riciclati, faccia risparmiare quattro volte più energia. Letteralmente, gli inceneritori bruciano materie prime riutilizzabili trasformandole in emissioni gassose nocive e ceneri o scorie tossiche, che, tra l'altro, rappresentano ben 1/3 del peso del CDR prima di essere incenerito, ed hanno bisogno quindi di discariche speciali, giusto per smentire il mito che l'inceneritore elimina le discariche. Lo scandalo tutto italiano poi riguarda i CIP6, cioè i contributi pubblici previsti per la produzione di energia derivata da fonti rinnovabili, vedi http://www.educambiente.tv/Cip6.html. Qualcuno, nel lontano 1992, impose che accanto alla definizione "rinnovabile" fosse aggiunta anche "assimilabile". Cioè i rifiuti. Per questo costruire inceneritori per rifiuti è diventato un business col quale assorbire denaro pubblico, che tra l'altro tiriamo fuori noi cittadini con le nostre bollette, con un'incidenza di circa il 7% sul totale. Sempre il solito Cerroni, per esempio, ha costruito un gassificatore nell'area di Malagrotta, si tratta pur sempre di un inceneritore, spendendo 350 milioni di euro che ha già recuperato per la metà, dal 2008 ad oggi, grazie ai CIP6. Se il contributo CIP6 venisse assegnato alle imprese che si occupano di recupero e riciclaggio, sono sicura che le grosse industrie diventerebbero tutte virtuose ed entusiaste del programma rifiuti zero! E quando parlo di grosse industrie intendo Dire quelle grandi davvero: tra i maggiori costruttori di inceneritori c'è il Gruppo Marcegaglia, capito contro quali colossi stiamo lottando?
D: A che punto è la sensibilizzazioni sul territorio, considerato che la vostra battaglia non si ferma all'area di Passoscuro?
R: L'azione sul territorio è decisamente faticosa e procede a rilento in quanto a risultati. Partiamo dal presupposto che ci sono due attività distinte: una che riguarda l'informazione, per convincere la gente che non è vero che "da qualche parte la monnezza la devono pure buttà" e che l'alternativa virtuosa è possibile e valida, e l'altra riguarda la sollecitazione all'azione attiva, con i sit-in, i presidi, le manifestazioni, l'attacchinaggio, il volantinaggio...
Dopo l'iniziale entusiasmo da parte dei cittadini, che si sono divertiti un sacco a raccontare che "hanno bloccato l'Aurelia" le mattine dei sabati di giugno, l'interesse è scemato e tutti i comitati si sono ritrovati con un pugno di persone attive che nel migliore dei casi raggiungono le venti unità.
Qualcosa sta ricambiando negli ultimi giorni con le notizie che dimostrano che le informazioni diffuse non erano allarmistiche, ma la verità è che la maggior parte della gente è pigra e ama delegare e pensare che c'è qualcun altro che agisce per loro. Qui a Passoscuro la situazione è veramente desolante: le persone si dividono tra quelle che ti ringraziano per quello che fai, però non ti danno una mano, anche se avrebbero del tempo, quelle che dicono che l'inceneritore lo vogliono, quelle che dicono "se lo vogliono fare tanto lo fanno", quelle che dicono che "tanto qui non lo faranno mai". E poi quelle che pensano che tu abbia degli interessi, magari che ti vuoi candidare alle prossime elezioni comunali!
Il Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio, del quale facciamo parte anche noi, in effetti non disdegna la collaborazione e l'aiuto dei partiti, soprattutto delle persone impegnate nei circoli locali, perché, come hanno rimproverato Italo Carones, ex sindaco del citato comune di Oriolo Romano, e Don Luigi Bergamin parroco molto impegnato nel sociale, alla fine di un incontro svoltosi a Passoscuro una decina di giorni orsono, non è vero che i politici sono tutti uguali, le istituzioni sono fatte di persone che lavorano molto seriamente, con competenza e con risultati tangibili in taluni casi, specie se sostenute dalle azioni della gente. L'esperienza del movimento 5stelle e del Popolo Viola ci ha insegnato che chi spara a 360° gradi su tutta la politica, sogna di far parte dell’attuale classe di privilegiati
D: Quali sono le prossime iniziative?
R: Le prossime tappe saranno sicuramente di nuovo la partecipazione a nuove iniziative di solidarietà, , presidi alla Regione in via della Pisana praticamente ogni martedì in concomitanza della Commissione Ambiente, una prossima grande manifestazione, sempre in via della Pisana, in occasione del Consiglio Straordinario sui rifiuti (strappato lo scorso 28 settembre quando la delegazione dei comitati ricevuta in regione ha occupato la Sala degli Estruschi), questa riunione si doveva fare intorno al 12 o 13 ottobre ma è slittata di qualche giorno. Infone ci saranno delle manifestazioni a novembre a Roma, perché sono i romani che dovrebbero ribellarsi all'idea che se non si troveranno con i rifiuti per strada come a Napoli è perché prevedono di buttarli a ridosso di abitazioni e campi coltivati della campagna vicina. Magari in paesi dove la raccolta differenziata invece la fanno e funziona.
D: A cosa mirano i presidi settimanali alla regione?
I presidi alla Regione servono per monitorare la discussione sulla Legge Regionale 241 di iniziativa popolare, presentata pochi anni orsono insieme a 12.000 firme dall'associazione Non Bruciamoci il Futuro e dichiarata ammissibile nei mesi scorsi grazie alle pressioni dei Verdi. La proposta di legge rappresenta un valido piano rifiuti alternativo e prevede in modo concreto tutte le possibilità valide per una gestione virtuosa degli stessi.

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