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Baratro

Di: Franz Andreani | 22/08/2011
Il copione dell’agosto italiano, malgrado tutto e tutti, è stato ancora una volta rispettato. Le grandi città, almeno per la settimana che si è appena chiusa, si sono svuotate dei loro abitanti, ma poi neanche tanto perché la tendenza degli ultimi anni è quella di non riuscire ad andare in vacanza, compreso anche questo nel copione.
I treni dei pendolari sono stati drasticamente ridotti, tanto chi può ha la macchina e gli stranieri che ad agosto lavorano ugualmente, affollano le carrozze stando in piedi, cosa che comunque accade anche d’inverno.
Le spiagge ed i luoghi di villeggiatura registrano il tutto esaurito, altra frase ricorrente, in realtà sono pieni di politici e paparazzi in cerca di balli equivoci da sparare il giorno dopo sui quotidiani poveri di notizie. Strana questa mania italiana dei quotidiani, almeno in questo periodo potremmo leggere di cosa accade nel mondo, ed invece preferiamo il deserto giornalistico.
C’è stata anche la consueta attenzione alle carceri sovraffollate, sarà il caldo o la mancanza di notizie, ma almeno una volta l’anno si pensa al popolo dei detenuti, costretti ad una vita disumana; grazie ai soliti radicali, diventati pochi pochi anche loro perché, per rispettare un copione che va tanto di questi tempi, hanno iniziato una lenta ma costante migrazione verso il paese del bengodi rappresentato dall’odiato PDL. Comunque sia, grazie ai soliti radicali, si riesce a parlare di carceri e di giustizia inadeguata, facendo dire qualche bestialità ovvia, e per questo anche pericolosa, al neo ministro della giustizia Palma, che pure è un ex PM, ha lavorato a Roma, a poca distanza dal ministero che ora dirige, e dovrebbe quindi, conoscerle le insidie dell’ovvietà ministeriale. Ha parlato di arresti domiciliari come pena sostitutiva al carcere come se fosse facile vivere con in casa una persone in attesa di giudizio per violenza privata lesioni e minacce. Ma questa utile consuetudine di occuparsi di carceri almeno a ferragosto, sta diventando, come da copione, un po’ più attutita, ha resistito due giorni sui giornali, forse anche merito del Presidente che fa quel che può per tenere unito un paese al quale mancano i timonieri ed i rematori, impegnato com’è nei ponte di poppa e di prua a spassarsela a credito.
Anche sotto il profilo economico non ci sono novità, infondo. I democristiani al governo fino a pochi anni fa, ci avevano abituato alle manovre balneari, una confusione legislativa grazie alla quale rastrellare un po’ di denaro da sperperare in bustarelle, alle spalle degli italiani in vacanza. Adesso, come da copione, la cosa si è fatta un po’ più confusa. Con l’aggravante dell’”arraffa arraffa” generale, al grido dell’ormai inespresso ma onnipresente, “speriamo che io me la cavo”, si scrivono comunicati stampa che sembrano leggi dello stato, i mezzi di diffusione sono Libero e il Giornale o il TG1, pronti a terrorizzare l’Italiano minacciandolo con pensioni ritardate e prelievi a destra e a manca. Sulla Gazzetta Ufficiale uscirà un minestrone fatto per accontentare maggioranza e opposizione unite nel difendersi dalla rovinosa caduta. Ma la crisi economica c’è e sta facendo sentire i suoi effetti.
Magari è un po’ banale ciò che scrivo ma è un triste copione quello che leggo. In realtà sono preoccupato oltre ogni misura, sono consapevole che la storia che stiamo passando sia già stata scritta da altri popoli, ma che siamo troppo ignoranti per coglierne qualche insegnamento. La cosa che mi spaventa è che al mio orecchio giungono sempre più spesso voci di persone “normali” mamme di famiglia, lavoratori onesti, che dicono che ci vorrebbe la ribellione della gente, qualcuno ce l’ha con i giovani perché non si ribellano. Ma la mia generazione e quelle dopo di me ancor di più, non sanno cosa sia la guerra civile, non capiscono che il tempo di delegare ed incolpare gli altri dovrebbe essere finito, che ci vuole una presa di responsabilità collettiva ognuno per il proprio piccolo, che bisogna cambiare la cultura dell’indifferenza che ci sta soffocando. Le rivoluzioni giovano a pochi e generalmente si salva sempre cho governava prima, Una volta già scrissi che il problema sta nel fatto che non ci rendiamo conto che la democrazia e la pace sono valori per i quali in molti hanno lottato e ci hanno lasciato la vita, ora chi governa davvero sta facendo delle conquiste dei lavoratori e della società, carta straccia senza proporre nulla di alternativo oltretutto, ma noi ce ne stiamo alla finestra a leggere il copione che poi andremo a recitare.

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