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Abbado Argerich: Una serata memorabile

Di: Franz Andreani | 22/04/2011
Claudio Abbado è una figura chiave nel panorama culturale italiano, è una persona colta e come tutte quelle figure umane che fanno del loro sapere una risorsa per gli altri, è molto gentile e aperta a detta di chi lo conosce personalmente: l’onnipresente Youtube ospita interviste rilasciate con grande disponibilità.
Io lo conosco attraverso le sue opere discografiche e per aver assistito a qualche suo concerto in passato. Il Maestro Abbado è uomo che vive girando il mondo ma, malgrado ciò, è rimasto attaccato al suo paese, e agisce come coscienza culturale dell’Italia usando come arma di dissuasione di massa, la musica. Non è uomo che si metta in mostra, eppure avrebbe da dire molto. Abbado parla con discrezione, riserbo e tranquillità, ogni sua dichiarazione è per questo autorevole e forte.
È significativa la dedica del concerto che si è tenuto ieri sera a Roma all’auditorium Parco della Musica per i concerti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, altro ente molto a rischio, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, “prima carica dello Stato che con la sua statura umana e politica rimane l'ultimo baluardo, in attesa di tempi migliori, della nostra amata nazione in un periodo di estrema decadenza”. Abbado, da sempre, è stata una personalità artistica molto attenta a ciò che avveniva intorno a lui, anche al di fuori della musica, e questa sua dedica va considerata come un segnale forte contro l’incuria che sta subendo il nostro ordinamento democratico, segnale che viene da un uomo di grande cultura e sensibilità.
Vi parlai un po’ di tempo fa dell’esperienza del maestro Abbado a Caacas con l’orchestra giovanile del Venezuela a fianco ed a supporto del maestro Gustavo Dudamel, l’orchestra Simon Bolivar fondata da José Antonio Abreu, un vero e proprio miracolo per migliaia di giovani strappati alle periferie degradate delle grandi città alle quali è stata data la possibilità di avere uno strumento e una conoscenza musicale. Questa possibilità si è tradotta in un’orchestra giovanile dai colori forti che fa del calore e della passione la propria caratterizzazione, un’orchestra che gira per il mondo: atti concreti dunque, fatti non discorsi e dichiarazioni alla stampa.
Veniamo al concerto di ieri sera, al suo programma dedicato ai compositori francesi Ravel e Debussy, una musica, me ne sono accorto con sorpresa non da molto, che in Italia è considerata ancora troppo difficile, senza melodia, troppo moderna, viene ascoltata ancora con grande diffidenza. Una scelta coraggiosa quella di ieri sera dunque, con i Tre Notturni di Debussy, con la partecipazione del Estonian Philarmonic Chamber Choir, il Concerto in Sol per pianoforte e orchestra di Ravel con la solista Martha Argerich, la celeberrima Pavane Pour Une Infante Défunte, sempre di Ravel e ancora La Mer con le sue onde, la forza del vento e delle “isole sanguinarie” di Debussy. Il maestro ieri sera ha vinto un’altra sfida da aggiungere alle tante che hanno costellato la sua vita, quella cioè di mettere insieme due orchestre, una composta da professori provenienti dalle migliori orchestre del mondo, l’altra decisamente giovanile: quindi insieme ieri sera suonavano ‘L’Orchestra Mozart e la Mahler Chamber Orchestra. Una fusione straordinaria, non facile, ma perfettamente riuscita, il Maestro riesce a sfruttare a pieno le capacità dinamiche dei due ensemble attraverso dei pianissimi che sono dei piccoli aliti di vento e dei potenti forti con gli ottoni e le percussioni a far da ala agli archi e ai legni suonati con precisione e con un unisono straordinario, Abbado ha saputo sfruttare a pieno la grande capacità che hanno avuto i due compositori nelle coloriture orchestrali, una tecnica che ha fatto scuola per tutto il ‘900.
Un programma coraggioso si è detto, e Abbado, capace di chiamare a se molto pubblico pronto a tutto che ha riempito all’inverosimile la sala grande, ha ben sfruttato l’occasione, e chissà se qualche cuore si è sciolto sulle infinite pause dei notturni o sul fluire delle onde del mare. Abbiamo assistito ad una esecuzione memorabile ed è per questo che mi ingegno a parlarne a voi, perché voglio che rimanga una traccia piccolissima, un ricordo accorato di un evento straordinario, di un insieme di talenti meravigliosi. E che dire del concerto in sol di Ravel, composizione poco eseguita, modernissima nella concezione concertante, con quel secondo movimento essenziale e cantabile stretto tra due tumultuosi intrecci di piano e orchestra, con quei suoi continui richiami al jazz o alla musica di George Gershwin, senza mai cadere però, come fa quest’ultima, in ripetizioni che celebra le proprie idee musicali?
L’ovazione riservata al Presidente Napolitano è un segno di fiducia nei confronti di istituzioni che ancora possono essere percepite come garanzia, essa conferisce alla serata di ieri un grande valore politico, lo so che ci ricasco sempre, ma fino a che questa è la cultura, io non posso che non trovarvi un significato politico forte, quello che non trovo nell’inutile rumore di fondo del chiacchiericcio tra una proposta di legge costituzionale ed uno "scippo" referendario.

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