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Un milione di dischi

Di: Franz Andreani | 15/04/2011
Erano alcuni giorni che guardavamo con trepidazione l'angoletto in basso a destra sul nostro sito: ci stavamo inesorabilmente avvicinando ad numero di download di podcast e podrubriche con i sei zeri. Proprio un po' prima delle due del pomeriggio del 12 - nel momento in cui era virtualmente in onda Massimo Di Roma, quella soglia l'abbiamo scavalcata con un balzo: lo confesso tra di noi sono circolati un bel po' di sms di augurio.
Lasciateci gongolare ancora per un istante per il risultato raggiunto. Le mete, i limiti, sono tutte cose messe lì per essere superate, stracciate, non per essere ricordate come trofei, ma mi piace raccontarvi per un attimo di quanto siamo stati contenti, e di come cercheremo di mettere a frutto questo risultato.
Il numero a sei zeri racconta anche un'altra cosa: è ora di dare una bella rinfrescata a sito ed idee. Sono infatti quasi cinque anni che siamo on-line. La nostra radio fatta di podcast sempre nuovi, minimo uno al giorno, è stata pensata così proprio per dare la freschezza della radio, pur non potendoci permettere un vera e propria diretta. Ma ora siamo giunti al punto in cui il nostro progetto va non ripensato, ma ampliato ed approfondito.
È bello che tutto questo accada proprio ad un passo dal "record store day" che quest'anno si festeggia sabato 16 aprile. Questa giornata cerca di porre l'attenzione sul negozio di dischi in un periodo nel quale la musica è sempre più liquida.
Liquida, che bel termine, bello e in fondo ingannevole. Anche io mi sono chiesto, con il mio immancabile ritardo, di cosa si trattasse, e ci ho messo un po' per capirne l'essenza, il vero significato. Si tratta in fondo di dare un nome ad un fenomeno già radicato da qualche anno, si tratta, di fatto, di poter usufruire della musica direttamente da un sito internet dal quale scaricare un pezzo, una canzone, un intero disco, una sterminata collezione di brani - le cosiddette discografie complete - pagandolo o meno, questo non conta.
La sovrabbondante quantità di musica messa a nostra disposizione dalla modalità liquida, da una parte potrebbe essere un vantaggio, ma si è perso un po' il piacere di approfondirne l'ascolto. Quanti vi dicono di avere la discografia completa dei Pink Floyd o dei Genesis, e per questo vi raccontano che loro amano tutta la musica, e vi sfidano: tu non ce l'hai questo pezzo. Poi però non riescono ad ascoltarla se non per i brani più famosi o gettonati. E il discorso di quei gruppi che racchiudevano in un album una storia, un concetto, ma anche semplicemente una collezione di canzoni inseparabili l'una dall'altra, ora spalmati su file mischiati in randomiche sequenze da greatest hits, dove è finito? Va detto, per inciso, che da un po' di anni se la musica non è un grande successo non va ascoltata, perché non piace.
È chiaro, ho un atteggiamento molto combattuto sul tema, anche perché non sono affatto convinto che la sovrabbondanza rappresenti effettivamente una vera ampia scelta. Anche perché non sopporto sentire la musica dalle cassette del mio pc - è vero pure che ora sto ascoltando Marco dal computer, ma lui lo riacchiappo sullo stereo di casa sabato o domenica. Odio sentir gracchiare di bassoni e acutissimi le cassette acquistate come costoso orpello all'immancabile iPod a casa del mio amico del cuore. Odio sentire il suono col surround, con i bassi troppo profondi ed irreali. D'altra parte non posso che riconoscere il fatto che la musica si è, forse, diffusa maggiormente, ma in modo più disordinato e disorganico, sarà un bene, non lo so. Certo ora la scoperta di una novità parte dal video su YouTube e difficilmente mi capita di veder ascoltare la musica nuova seduti in poltrona ad occhi chiusi o con un libro in mano. Il video è diventato anche il mezzo per la diffusione dei vari virtuosi di turno, la coppia di chitarristi che suona un pezzo sulla stessa chitarra, il bimbetto di otto anni che suona come Jimi Hendrix. C'è gente che continua a fare dischi che poi in pochi compriamo perché ci fanno sentire vecchi agli occhi degli altri, quelli che comprano wish you where here da scaricare sul telefonino.
La diffusione della musica e di un certo substrato tecnologico, ha favorito la nascita e la conoscenza di strumenti impensabili solo qualche annetto fa. Pensate all'applicazione che ho visto girare su iPhone che "ascolta" una canzone, mettete il telefono davanti ad un altoparlante, e riconosce il disco ed il brano, ve ne fa vedere la copertina e le caratteristiche quindi ve lo fa acquistare. Pensate solo per un momento cosa c'è dietro questo discorso. Ma torniamo alla musica che viene trasmessa alla radio. Essa è diventata sempre di più un riempitivo, non viene detto un titolo, un nome, non importa sapere se l'artista è tizio o caio, basta spezzare il discorso spesso troppo lungo che si fa in uno studio radiofonico. Molte radio sul web in Italia, o mandano colonne sonore di selezioni musicali, oppure parlano infinitamente a lungo, magari in gruppi di due o più persone, perdendo completamente il ritmo radiofonico, frammentando il contenuto musicale attraverso brani di riempimento senza un annuncio.
La nostra offerta di podcast quotidiana si pone in un solco molto legato alla radio che si fa nel resto del mondo e che per tanti anni si è fatta qui in Italia grazie alle radio libere in FM. Il ritmo è scandito delle parole che si fondono nella musica, il podcaster racconta con la musica gli stati d'animo che lo percorrono nei vari momenti nei quali registra. Abbiamo il limite della diretta che ancora non c'è, ma la quotidianità, la ciclicità alla fine sono più simili ad una radio di quanto non lo sia una radio in FM. La nostra musica si scarica ma non è liquida, è legata al momento, è intrattenimento musicale nel senso pieno del termine. Per sopravvivere, vista la nostra storia, il nostro passato nell'FM non avevamo altra scelta che reinventare la radio usando un mezzo diverso, e questo numero a sei zeri ci spinge a fare altri passi insieme a voi.
Anche il negozio di dischi è costretto a reinventarsi. Tanto per citare il solito YouTube, mi è capitato spesso di vedere artisti che si esibiscono dal vivo in mezzo ai dischi di un negozio di dischi. Il negozio, e per noi la radio, è il posto bello dove parlare di musica, non ascoltare passivamente qualche cosa che si ripete sempre uguale, ma discutere e lasciarsi proporre cose da ascoltare, sorprendersi ancora per un bel passaggio o un bel cantato, o un testo vibrante o un ritmo vivo e caldo, lasciarsi sorprendere da un milione di download.

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