Cerca tra i 5458 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

La reazione

Di: Franz Andreani | 17/12/2010
Ancora sugli scontri di martedì a Roma, avete pur ragione a lamentarvi del fatto che ne parlo pure io, ma ho bisogno di togliermi qualche sassolino dalle scarpe. Troppa è la rabbia e il fastidio che sento in questi giorni per non volerne scrivere sul nostro Blog. Cerco di imparare da quel Gianluca Cicinelli che ogni lunedì scrive sulle colonne della nostra radio guardando sul suo giornale on-line Il Dirigibile, lui riuscirebbe con maggiore fair play di me a trovare aspetti che riguardano il costume: io no, devo in qualche modo esorcizzare la rabbia che monta in me ascoltando la radio e sbirciando i giornali di questi giorni, in televisione, lo dico sempre, strillano troppo.
Non mi soffermo sul vergognoso balletto parlamentare, non mi soffermo sul fatto che il segretario del PD abbia fatto notare che tutti i parlamentari del suo partito erano presenti, segno evidente che le assenze sono numerose anche lì, dettate non da pigrizia ma da calcolo politico, non mi soffermo sul fatto che ascoltando la diretta dalla Camera dei Deputati, ho sentito discorsi che la radio divulgava da settimane, davvero un disco rotto tanto per citare ancora Bersani, segno evidente che le veline dei politici occupano gran parte dell'informazione nazionale. Mi soffermo invece su quella piazza che da giorni pullulava e che martedì pomeriggio è esplosa. Una semplice scintilla e, come il gas, la piazza ha preso fuoco.
Se pensate che stia esaltando la violenza, smettete pure di leggere, cerco solo di attenermi ad un fatto accaduto, di nominarlo con quello che credo sia il suo nome, perché dandogli un nome alle cose, queste ci si spiegano con maggior chiarezza.
L'informazione ha chiamato la piazza “black block” e antagonisti, il secondo termine sembra più un aggettivo, una caratteristica, se sono contro sono un antagonista, ma i “black block”, come li abbiamo visti all'inizio del secolo, non mi pare di averli visti in azione. C'erano si anche un po' di provocatori, e qui l'informazione continua a mischiare le carte: si è giustamente notato il “ragazzo con la pala”, aveva le manette, in un'altra foto una pala, poi lanciava oggetti: la sua identificazione lo ha tolto dalle file dei provocatori per portarlo in quelle dei piccoli delinquenti, diciamo pure così, non so se poi sia vero, ma questo è bastato perché il coro unanime rassicurante partisse: allora, se il ragazzo non era un provocatore, un infiltrato, i provocatori non c'erano. Ma a chi la volete dare a bere? In Italia si sa, le bugie si ripetono più e più volte finché poi non ci si crede. Ma a chi conveniva gettare discredito sulla piazza? Pensano davvero che si possa credere al fatto che neppure una scintilla di provocazione sia avvenuta in quel teso martedì? Ribadisco, ci voleva poco a fare accendere gli animi, la gente, la massa, il gruppo, sappiamo come il branco si attizzi con poco. Proprio stasera il carabiniere alla porta mi diceva che la violenza non è mai una giusta risposta, certo dico io, verissimo, ma allo stadio tutte le domeniche che succede? Non c'è un sacco di gente che si scatena per molto meno, devastando sistematicamente l'Italia? Quelli però ce li dimentichiamo, ne parliamo ogni tanto quando ci scappa la vittima purtroppo, ma a quello dobbiamo abituarci, lì ci sono in ballo un sacco di soldi.
Notiamolo ancora una volta: lo spettacolo parlamentare di martedì serviva a screditare quelle stesse Istituzioni che da 25 anni sono occupate da una classe politica che nella migliore delle ipotesi riesce ad opporsi, rarissimamente a costruire qualcosa, ma che nella norma cura i propri interessi.
A me questa etichettatura non va proprio giù, gli studenti, se pure riconosco loro poca voglia di darsi da fare a scuola, hanno ragioni da vendere: il solito carabiniere diceva che in fondo i giovani non hanno un futuro, un piano, un domani su cui contare, la scuola stessa è un colabrodo educativo fatto di punteggi aritmetici: io li ho visti sfilare per giorni a Roma, compatti agguerriti, e non mi sono dunque sorpreso che la piazza sia esplosa così martedì, anche se la cosa mi ha fatto male.
Mi ha fatto male perché, e concludo, in Parlamento si giocava con il futuro economico culturale e politico di una nazione, come si giocherebbe a Risiko, perche in questi anni la mia amata sinistra a livello nazionale non ha ricucito alcun tessuto sociale, non ha organizzato nulla, continua a fare il verso alla destra becera e televisiva, lo fa imitando il modo che hanno quei signori, ma senza lo stesso appeal. Martedì pomeriggio mi sono accorto che abbiamo buttato una venticinquina di anni di storia di questo Paese e che l'incubo non è ancora finito, mi sono accorto che dopo il baratro, ancora di là da venire del resto, non c'è nulla.

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST