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La musica dei sogni

Di: Franz Andreani | 19/11/2010
Aver visto Theo Travis e Robert Fripp è stata un'esperienza particolarmente coinvolgente. Il duo si è esibito a Roma, con ben cinque concerti in soli quattro giorni, e a Milano con due date, eseguendo una serie di composizioni nate da un'esperienza comune abbastanza recente che ha visto la pubblicazione di due album, uno in studio e l'altro dal vivo.
La musica che eseguono – Theo Travis flauto e sassofono, Robert Fripp chitarre – coinvolge ogni elemento circostante, lo avvolge e lo trasforma. Rumori provenienti dalla strada, eravamo in una chiesa al centro di Roma in una via trafficata anche di sera come può essere via XX settembre, ma anche vibrazioni delle vetrate o inneschi strani dell'ambiente, erano motivo, melodia sotto le loro sapienti dita. Ho avuto l'impressione che i musicisti fossero davvero provati alla fine del concerto, come se avessero speso un mucchio di energie per creare un atmosfera, una sensazione, per comunicarla al pubblico senza impegnarlo con astrusità o virtuosismi, semplicemente coinvolgerlo emozionalmente.
Theo Travis ha un'esperienza jazzistica, di rock-jazz e di avanguardia. Menziono le sua collaborazione con i Gong degli ultimi anni, ma per questa occasione, direi che si sia trovato in piena sintonia con un musicista dal passato glorioso, che da molti anni però ha intrapreso una strada estremamente personale.
Un persona esteriormente “ruvida” come Fripp ha speso molte delle sue energie negli ultimi 25 anni almeno, ad insegnare un approccio singolare e personalissimo verso la musica, un approccio fatto di fluidità nel pensiero, di leggerezza, di mancanza di quegli eccessi a cui spesso un musicista virtuoso si dà dopo alcuni anni di gloriosa carriera. Non saprei spiegarvelo in altro modo se non proprio ricorrendo alla parola leggerezza, quella stessa leggerezza che credo sia stata la sensazione che più sia rimasta al termine del concerto. Non a caso ho deciso di scrivere questa recensione dopo qualche giorno dall'evento, ho avuto il desiderio di pensarci un po', di meditare sul groviglio di emozioni che un simile avvenimento mi ha lasciato: era anche difficile dire che è stato molto bello, perché sarebbe stato un giudizio riduttivo.
Fripp è un musicista che si è trovato sempre avanti, ma di questa sua avanguardia non ha fatto mai un dogma, non ha mai inseguito il nuovo per il nuovo, ha sempre teso ad una evoluzione del suo animo musicale, evoluzione che poi ha trasmesso a generazioni di musicisti; non lo vedremo mai alle celebrazioni del grande progressive rock, questa sembra essere la chiave perché un artista non invecchi mai.
Insomma grande musica da due personaggi niente affatto divi, interessati a ciò che la musica porta con se, affascinati dal suono in quanto tale, anche nella sua dimensione spaziale, meravigliosa l'idea di collocare quattro altoparlanti a delimitare il perimetro di ascolto, usati con sapiente maestria per quello che un tempo, negli anni 75-80 si chiamava quadrifonia: insomma se i sogni avessero una colonna sonora questa sarebbe scritta ed interpretata da Theo Travis e Robert Fripp.

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