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Per favore, non chiamatelo pasticcio.

Di: Franz Andreani | 10/03/2010
Quello che sta succedendo con le liste elettorali per le provinciali, Roma e Milano intendo, viene da tutti minimizzato come pasticcio: una manica di incompetenti compie dei grossolani errori: sbaglia la forma dei timbri, disgiunge fogli con firme da fogli con liste, arriva in ritardo perchè presa da morsi della fame. Ormai a questa farsa non ci dovrebbe credere più nessuno ed invece, cosa sta succedendo nel mondo reale, giù nell'Italia fatta dai cittadini che ogni giorno si sfidano a colpi di furbizie, di piccole elusioni e di illegalità?<br />
Io la vedo così: nell'Italia dei furbi i soliti ci provano perchè non essendosi messi d'accordo sulla composizione delle liste, va a finire che arrivano sul filo di lana, contando però di cavarsela in quanto dall'altra parte del tavolo c'è sempre qualcuno pronto a far votare tutti gli italiani ed animato da così nobile movente, sicuramente un mano la darà. Se poi qualcuno si mettesse di traverso, anche fisicamente, non solo in senso figurato, c'è sempre un qualcuno che ci protegge lassù, tra gli unti dal popolo e dalle elezioni, e ci scappa un decreto interpretativo. <br />
È di questi impicci che di fatto l'Italia tutta e anche la politica quindi, si nutre e prospera. Certo a prosperare è la paura la miseria e l'ignoranza, ma di questo l'importante è non parlare. Chi sta lassù, l'unto dagli elettori, sa trarre vantaggio anche da questi fatti, un vantaggio significativamente maggiore rispetto a quello che otterrebbe da un risultato elettorale: la demolizione delle Istituzioni. Ebbene sì, una volta gli organi dello stato li si abbatteva con le forze armate, mettendo appunto piani complessi da far scattare a ferragosto, ora basta insinuare nel pensiero comune che tanto tutti i politici sono così, da entrambi gli schieramenti, sono tutti uguali e chi resta in sella è sempre più solo, acquista sempre di più il consenso popolare per il semplice fatto che offre una “garanzia”, diciamo così, di stabilità. <br />
Lo smontaggio viene fatto dalla gente comune, quella che si arrangia furbescamente giorno dopo giorno, con l'aiuto degli organi di informazione e la mano tesa di qualche poco lungimirante esponente dell'opposizione. <br />
Gli organi di informazione hanno due scelte: possono essere consenzienti oppure minimizzare. Minimizzare, ridicolizzare, sminuire, sono le tre parole chiave, avviene un fatto grave,un imbroglio sotto le telecamere virtuali di YouTube? Non è grave, basta minimizzarne la portata.
Esponenti politici dell'opposizione, attaccando il Capo dello Stato, si rendono parte attiva di un'altra confusione: il Presidente appare, agli occhi di chi si oppone, di chi si organizza e scende in piazza, l'unico vero responsabile, il responsabile finale, quando la colpa è altrove. Poi, noi potremmo disquisire sul fatto che sarebbe stato bello e significativo che la firma non fosse stata apposta, ma questo non è accaduto, probabilmente si era arrivati ad uno stato di tensione istituzionale tale che non si poteva tendere la  corda più di così, e a malincuore ci si è arresi ai fatti..<br />
E allora, non stupiamoci per favore, non caschiamo dalle nuvole, noi sappiamo bene come queste cose affondino nelle contraddizioni del nostro dopoguerra, nella fascistizzazione di un popolo che non si è mai fermata, nel timore della libertà, nella nostra incapacità a rinunciare a furbizie e privilegi. Per certi aspetti siamo fortunati ad avere Internet, ma pochi lo usano davvero come Agorà per l'informazione e la discussione, potremmo fare molto abbandonando la nostra comoda sedia e scendendo in piazza a spiegare e a far vedere come sono documentati i fatti di questi giorni, potremo fare molto cercando di parlare con i nostri figli senza abbandonarli davanti alla TV, insegnando loro la storia recente, quella che i nostri genitori in qualche caso hanno insegnato a noi. <br />
E allora per favore non parlatemi di pasticcio.

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