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A proposito di stupri

Di: Franz Andreani | 19/02/2009
Mi dispiace dovermi continuamente ripetere, ma devo farlo su questo BLOG a distanza di due settimane. Allora parlavamo di Eluana Englaro oggi di un'altra violenza, quella sulle donne: gli stupri. Ancora una volta dobbiamo partire dalla considerazione che a chi ci governa, e purtroppo anche a buona parte della cosiddetta opposizione, lo stupro non interessa, il fenomeno, perchè è così che viene presentato, è uno strumento in mano alla lotta di potere che è in atto.
Basta dare uno sguardo ai numeri: il 69% delle violenze sessuali sulle donne viene consumato dentro le mura domestiche, da mariti e fidanzati, nel silenzio delle vittime ricattate. Ma la realtà, che è quella che appare in televisione, da la caccia allo straniero, aizza il sentimento popolare, lo spaventa.
Se poi a commettere il reato è un cittadino italiano, vedi ad esempio il caso del fornaio che a Roma ha violentato una ragazza all'uscita dalla festa di capodanno organizzata dal comune, la televisione scova e promuove a realtà gli amici, pronti a giurare che lui è un bravo lavoratore e che è vittima delle circostanze.
La maggioranza ha una scusa in più per aumentare il terrore e mantenere il consenso, l'opposizione, con atteggiamento populista, non ha il coraggio di contraddirla e sostanzialmente ricalca il modello proposto dagli avversari, denunciando il fallimento delle leggi sulla sicurezza e candidandosi a tutore dell'ordine: è chiaro che in questo modo non c'è possibilità di uscire da questa situazione. Gli uomini che compiono violenza sessuale, vengono rapidamente reintegrati nel tessuto sociale, la violenza diventa un fatto privato della vittima, l'uomo continua a fare il premuroso padre di famiglia e lo zelante collega d'ufficio e per la vittima inizia un calvario giudiziario nel quale il vuoto legislativo si fa sentire.
Cosa si potrebbe fare allora?
Innanzi tutto proteggere e tutelare veramente le vittime, i tempi nei quali la posizione delle vittime veniva facilmente ribaltata durante la fase istruttoria ed il processo, non sono nè lontani nè tanto meno finiti. Una legge che riconosca senza ambiguità il reato di violenza carnale, ma anche un impegno più concreto dal punto di vista culturale, una maggiore conoscenza de fenomeno, una maggiore consapevolezza da parte di uomini e donne, farebbe uscire allo scoperto anche la base dell'iceberg, impedendo che queste situazioni vengano considerate normali, fisiologiche, episodiche.
Ma auspico anche una legge - il caso della Spagna e' concreto - nella quale venga creato il reato di apologia di terrorismo sessuale, con il quale si persegue ogni atto teso a screditare o minimizzare la violenza in sè, ma anche chi scoraggia le vittime da denunciare.

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