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L'USB 3.0

Di: Franz Andreani | 02/02/2009
Tredici anni, nel mondo dell'informatica, sono un'era geologia, ma proprio nel 1996 nasceva uno standard che avrebbe, malgrado i suoi molti difetti, rivoluzionato il mondo delle periferiche, cioè di quegli aggeggi che comunemente si attaccano al PC, arrivando fino ai giorni nostri praticamente immutato e pronto per essere ulteriormente aggiornato. In quell'anno, un nutrito consorzio di aziende creava l'USB, lo Universal Serial Bus, che prometteva di sostituirsi a tutte le differenti prese collocate normalmente nel retro dei PC.
Una promessa in parte mantenuta, vista l'enorme mole di periferiche che utilizzano questi particolari connettori; quante volte vi sarà capitato di non aver più prese disponibili, tra penne, hard disk esterni, videocamere, mouse, stampanti e scanner?
Eppure – come troppe volte accade nel mercato dell'elettronica di consumo, lo standard che si è imposto sul mercato non è stato quello migliore dal punto di vista tecnologico, mi ricorderò sempre la battaglia tra la Sony e la Philips nel mondo della videoregistrazione da casa: alla lunga si impose il VHS, vi ricordate le cassette del viedoregistratore, su di un altro formato video, qualitativamente per quei tempi migliore e non più costoso, il V2000.
Anche qui ci troviamo di fronte ad un caso simile: l'USB ha infatti molti difetti, per citarne qualcuno a titolo di esempio, anche l'ultima versione disponibile la 2.0 è lenta, arrivando a 480 Mbit/s, funziona in modo sincrono, cioè ha bisogno di un segnale di sincronizzazione tra le due entità collegate che ne degrada le prestazioni, ha un limite sulla lunghezza dei cavi di 5 metri, ma in pratica già dopo i 3 potreste avere qualche difficoltà, eppure gode di una diffusione universale. Il suo grande concorrente è lo standard Firewire 400 o IEEE1394, proposto da Apple, ormai evoluto nella versione 800 (800 Mbit/s), molto più avanzato tecnicamente, ma “proprietario” e condannato ad una nicchia di utilizzatori professionali. Ho notato ad esempio che nei nuovi PowerBook di Apple – i portatili della Mela per intenderci - esiste sì l'USB 2.0, ma la porta Firewire è solo di tipo 800, le periferiche che la supportano sono in numero minore rispetto a quelle che implementano la Firewire 400. ebbene questo standard è ancora di più minacciato dall'arrivo di una nuova versione dell'USB.
Un grande pregio dello standard USB è sicuramente la retro compatibilità, la capacità cioè di essere compatibile all'indietro, in una presa USB 2.0 potete attaccare periferiche 1.0 o 1.1 (il mouse ne è un esempio visto la limitata quantità di dati che trasmette al PC). Ebbene il consorzio che ha creato l'USB 2.0 ha finalmente standardizzato delle specifiche decisamente adeguate alle esigenze attuali e alla capacità, per certi versi esagerate, dei nostri computer da casa: in agosto è stato pubblicata la versione 3.0, anche se le prime applicazioni commerciali arriveranno alla fine di quest'anno, La velocità è aumentata di ben dieci volte raggiungendo i 600 Mbytes (4800 Mbit/s) attraverso l'aggiunta di una coppia di cavi ad alta velocità, ma sono stati risolti numerosi limiti, quali l'abolizione del segnale di sincrono, una gestione “alla pari” dei dispositivi per la quale non esiste più una parte che “comanda”, un master. E ancora una volta è stata garantita in pieno la retro compatibilità, tenuto conto dell'enorme quantità di periferiche immesse sul mercato. Tempi duri allora per il povero Firewire 800, pensate che quei cattivoni di Microsoft, non ci hanno nemmeno pensato ad integrarne le specifiche in Windows Vista, ed anche il nuovo nato Windows 7 (in gestazione fino alla seconda metà dell'anno) non lo menziona.
E quindi benvenuto USB 3.0 e come al solito vinca il più forte.

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