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Memoria e pregiudizio

Di: Franz Andreani | 27/01/2009
Sono due termini slegati, sembrerebbe non abbiano nulla in comune memoria e pregiudizio , eppure in questo 27 gennaio, giornata della memoria per le vittime dell'olocausto, mi tornano in mente assieme,legate da un filo neppure tanto sottile.
Stiamo veleggiando verso il non ricordo, sono passati pochi anni dalla fine del secondo conflitto mondiale e generazioni che non conoscono la guerra, per loro fortuna, fanno fatica ad orientarsi nel passato se, rifiutandosi di cercare, di leggere, di capire, piano piano, subdolamente, la propaganda sta equiparando repubblichini a partigiani, sta rivalutando il pensiero e le parole del duce, vittima del dittatore tedesco, quel furer che, comunque, comincia a mostrare i suoi lati buoni. Nessuna sorpresa se l'ultima indagine sull'antisemitismo in Italia, vede un buon 40 per cento di italiani che esprimono una o più riserve sugli ebrei.
Ci sono parti politiche che pescano nel torbido e confondono volutamente la situazione contingente dello stato d'Israele, dei suoi abusi in una guerra assurda, con il popolo ebraico sterminato, con l'olocausto degli zingari.
È cronaca di queste ore laddove la giustizia sembra essere incapace, laddove la gente è convinta dai mezzi di informazione di massa che la giustizia possa essere assicurata non dalla durata ragionevole dei processi, non da una pena chiara, esemplare e volta alla rieducazione, ma dalla capacità o meno di commutare una custodia cautelare in carcere in arresti domiciliari, le masse vengono guidate per mano ad accettare i militari nelle città, a sorridere alle battute del premier che non può mettere a guardia di ogni bella italiana un soldato, e si organizzano per farsi giustizia, con piccoli ma significativi pogrom e spedizioni punitive.
Dal pregiudizio nasce l'odio, l'odio è facile montarlo, è facile muovere una parte della popolazione contro l'altra, è semplice spiegare che i bravi imprenditori del nord pagano le tasse e guadagnano i loro soldi e vogliono che questi vengano spesi al nord, basta tacere che lo fanno sulle spalle del sud d'Italia, inquinando e facendo affari con le malavite, così come le economie occidentali si servono del sud del mondo per scaricare le loro scorie e le loro armi. Il pregiudizio è la base di ogni lotta di un popolo contro se stesso o contro un altro popolo, il pregiudizio cancella la storia, e la memoria gli si fa contro, vi si oppone. Ed ecco che alimentando la memoria il pregiudizio cade. Vedrete quante persone oggi, quando ricorderete loro di questa giornata, vi diranno: ma certo si sa, l'olocausto e roba del passato; questi sono uomini pronti per il futuro che ci si sta profilando se non ci impegniamo in prima persone, se non combattiamo con le armi della conoscenza, della responsabilità, della cultura, dell'autocritica, della persuasione.
Vorrei dare, in conclusione, un avvertimento: attenzione che la memoria non sia una scatola vuota, perchè a forza di ripeterla sempre uguale a se stessa la si trasforma in retorica, perchè non basta dire Mai Più Guerra, occorre avere un progetto politico che sostenga queste parole per non trovarsi impreparati dinanzi allo svolgersi degli evnti.

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