Cerca tra i 5480 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

Il nodo Gordiano

Di: Franz Andreani | 13/01/2009
La cosa più deprimente di questa ennesima guerra nella striscia di Gaza, è quel senso di impotenza che mi viene dall'aver ascoltato le notizie provenienti dal fronte. Nessun ritegno alcuno, nessun pudore nel chiamare questa vicenda col suo nome: guerra.
Quelli della mia generazione la guerra non la conoscono, al massimo hanno smanettato su qualche videogioco strategico o “sparone”, ma la guerra – per i più fortunati di noi – è un ricordo dei “vecchi”, fame, difficoltà, ingiustizia. Le guerre di adesso sono, in un certo senso, più lontane, passano attraverso filmati alla televisione, si vede la devastazione di una bomba, le ustioni del fosforo, l'ambulanza, l'incendio, ma le persone sono gli altri, lontano da noi, di vita se ne vede poco in quaranta secondi di filmato.
La gente è usata dalle parti in conflitto: gli occupati mettono donne e bambini come scudi umani a proteggere la guerriglia, gli occupanti hanno la gente come unica arma contro i guerriglieri, i risultati sul campo si sa che sono mendaci, soprattutto se ottenuti all'inizio di una battaglia, non basta dichiarare di aver vinto, come fece Bush dopo pochi giorni dall'inizio dell'occupazione in Iraq,. L'arma veramente efficace sembra essere stringere la gente in una trappola che noi da qui ci affanniamo a chiamare “emergenza umanitaria”.
Occorre tempo e nervi saldi ad Israele, occorre essere in grado di sfidare l'opinione pubblica internazionale ora troppo impegnata a fare i conti con la recessione e quindi piuttosto indifferente. La vecchia storia dei buoni e dei cattivi non funziona, in questo incrocio di ricatti non possiamo consolarci neppure dietro queste rassicuranti posizioni, quelli sono I buoni e quegli altri I cattivi, Destra e sinistra italiana sono incapaci di prendere una qualsiasi iniziativa perchè troppo impegnati a risolvere le proprie beghe interne, che si chiamino Malpensa o corruzione, sembrano coniugate sullo stesso linguaggio. Sotto I miei occhi le foto dei bambini che vengono portati in braccio dai soccorritori e quelle di altri bambini con gli occhi sperduti ed in mano un mitra con vicino un istruttore. Nelle guerre la gente è i bambini, perdonatemi la licenza grammaticale.
I soliti ben pensanti di noi fanno raffronti con le altre guerre dimenticate, qualcuno dice non voglio farmi strumentalizzare dalla televisione: giusto, giusto, giustissimo, allora teniamo gli occhi aperti e la penna attiva, e la voglia di riflettere e di discutere alta, e cerchiamo I luoghi per discutere per scambiarci le opinioni se non vogliamo, tra l'altro, che la solita destra ignorante e fascisa non prenda lo spunto di questa guerra per farne dell'antisemitismo da nazzistelli.

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST