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Gossip In The Grain

Di: Gianpaolo Castaldo | 19/02/2009
Ho impiegato un mese esatto per venire a capo di questo piccolo grande capolavoro (targato ottobre 2008) di Ray Lamontagne, dal New Hampshire. Un disco a tinte forti, caldo, intenso, emozionale. A parte il brano di apertura, con fiati e cori femminili, questo è un disco per giornate malinconiche che non sai come passare, quando giri per casa, ti affacci, piove, fa freddo, rientri. "Gossip In The grain" è il terzo, difficile album di LaMontagne, di stanza nel Maine, con moglie e figli. Esce raramente e si sente. Si fa produrre da Ethan Johns (Jayhawks in primis, ma anche Kings Of Leon e Ryan Adams). Un altro folk-rocker dalla splendida voce roca che si aggiunge ad una lunga lista che ha una tradizione fortissima negli States, da David Crosby a Will T. Massey, e destinata fortunatamente a durare.. Qui ci sono le radici dell'american sound, chiaro. Quelle radici che per esempio mancano a noi italiani (le avremmo pure, ma non sappiamo trarne spunto...). Arrangiato stupendamente, Gossip In The Grain contiene quei tre quattro pezzi che, se fatti girare con sapienza, faranno di Ray il nuovo Van Morrison. Se lo guardi in foto, non gli dai una lira di credito, Raymond sembra un ragazzone timido incapace persino di guardare l'obiettivo della fotocamera che lo sta riprendendo.... poi, metti su il cd e ti rendi conto della meraviglia contenuta in questi 50 minuti, con il (suo) tempo scandito da suoni che sono nel dna di questo proto-songwriter dalle mille sfaccettature. Pare esagerato il confronto, letto da qualche parte, con Tim Buckley, ma se lo ascolti con attenzione, GITG rivela sfumature degne di un grande autore, laddove i riferimenti e paletti sono evidenti certo, ma ognuno di essi emerge nella sua fortissima caratteristica. Io ci ho sentito tanto i Kings Of Convenience quanto il Jorma Kaukonen di "Genesis", gli arpeggi di "The Boy With The Moon And Star On His Head" di Cat Stevens e certe strizzatine d'occhio al southern rock di marca prettamente acustica. ps: grazie a Marco Artico per avermelo fatto scoprire....

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