Alegranza
Immaginate una festa ecuadoriana, metti il caso, a Genova, dove però l'etnico si fonde con lo psichedelico e il rave party e si va a palla con i loop e le iterazioni fino all'ipnosi. Il risultato è che ti sembra di ballare il pogo in paradiso, o all'inferno, se preferite. Disco curioso, da ascoltare più volte e senza preconcetti, come un mantra da discoteca, a volume altissimo e con le cuffie. Il risultato potrebbe essere inebriante, com'è stato per il sottoscritto, oppure devastante. Le due cose, però, non sono così remote l'una dall'altra, e alla fine i pochi pazienti arriveranno alla conclusione che così suonerà la musica globalizzata delle metropoli del 2020, pioggia acida da cui ripararsi, tacos anziché le [... leggi ancora ]
LeggiIl ritorno di "Diario"
Da qualche giorno in edicola è tornato a far capolino una delle più interessanti riviste che il nostro panorama editoriale abbia avuto. Si tratta di Diario, che nacque un bel po' di anni fa come supplemento al quotidiano L'Unità .
Il settimanale - dopo l'improvvvisa sospensione di settembre che ci aveva fatto temere per il peggio tanto erano vache le indicazioni date dal suo direttore De Aglio - ritorna rinnovato nella forma e nella sostanza, diventa bisettimanale ed è sempre caratterizzato dai numeri speciali che escono ogni due mesi.
ed in effetti in edicola vi è il primo speciale dell'anno sulla memoria, accompagnato da un DVD che parla di spagna e franchismo come non ne abbiamo mai sentito neppur dire, ma c'è la [... leggi ancora ]
Venus on Earth
Attenzione bene, perché qui siamo al cospetto di uno dei dischi dell'anno, sempre beninteso secondo la modesta valutazione dell'ancor più modesto sottoscritto. Gruppo californiano, i Dengue Fever, con cantante di nazionalità cambogiana, la splendida Chhom Nimol, residente da anni a Long Beach; una compagine che ci regala un pop-rock stralunato e pischedelico, che ricorda moltissimo i migliori B52 e ci fa pensare ai primi film di James Bond, sì, quelli degli anni '60, quando Sean Connery aveva i capelli neri e si metteva la brillantina. O ancora meglio, seguendo la definizione dell'album che ne dà la stessa band, dobbiamo pensare all'atmosfera di Saigon tra fine anni '60 e inizi anni '70, quando i soldati americani [... leggi ancora ]
LeggiA Poet's Life
Tim Armstrong è una figura storico del rock'n'roll americano, membro dei Poison Ivy ma sopratutto leader dei Rancid. Con questo disco arriva alla prova solista ed il risultato è un gran disco improntato esclusivamente su sonorità ska, reggae in perfetto stile primi Specials. E' sopratutto un disco di grandi canzoni con il contributo sonoro degli Aggrolites, un grande debutto per una delle icone viventi del Punk.
Un lavoro da consigliare non solo a chi ama le sonorità dei Rancid. Le canzoni sono state distribuite in download gratuito sul sito della hellcat records, ed il cd viene venduto a prezzo ridotto con dvd aggiuntivo, contenente tutti i video del disco.
Safe inside the day
Io avrei proprio voluto che questo disco, che lui stesso definisce "il più bello del mondo", lo avesse recensito lui, ma proprio lui, Maxbello di Roma. Io posso solo dire che condivido in gran parte il giudizio, sempre per usare la prosa diromesca, qui c'è un bel po' di trippa per gatti. Dalla voce, che a me ricorda più che vagamente - sarò blasfemo, ma chissene - il vocione di Roger Chapman dei Family, al percorso stesso del transgender Baby Dee, sul quale esorto il Semenuk a dire la sua - sempre che resista alla musica ;-P - ai toni clowneschi, circensi e quasi zappiani di gran parte del lavoro. Una galleria di suoni che non si riposa mai, che cambia sempre e che ti regala un'ora di fascino vero. [... leggi ancora ]
LeggiNon mi ha fatto ridere
Proprio una pagina triste, i caroselli di macchine a Roma per efesteggiare la caduta del governo Prodi, proprio uno spettacolo da baraccone incoscente ed egoista, ben riprodotto in aula dove il dissenso viene punito con gli insulti e le botte. E che insulti, parole come frocio, ma che rispetto hanno questi senatori della Repubblica per le scelte umane e personali?
si chiude probabilmente un'epoca e si chiude nel peggiore dei modi, non una divisione sulle scelte da fare, poco coraggiose ma che si sono fatte, ma questioni personali che riguardano solamente un clan, una famiglia mafiosa, perchè l'attegoiamento di mastella e udeur è mafioso, così come quello di fini e berlusconi e bossi è fascista.
la gente tende a non [... leggi ancora ]
Jukebox
Signore e signori, giù il cappello. Sarà pure un disco di cover e autocover, ma quando una cantante ha il coraggio di smontare New York New York e di reinterpretarla come un vecchio blues alla Neil Young senza rovinarla, ma anzi, arricchendola e fondendola con l'altrettanto
splendido brano successivo, ci troviamo di fronte all'eccellenza. Torna dunque Cat Power e lo fa con la classe e l'inventiva di sempre, confezionando un lavoro che sembra fatto apposta per le radio, infarcito com'è di riff orecchiabili e di citazioni illustri. Nell'attesa di un nuovo lavoro che, dato il precedente, si annuncia già come uno dei prossimi must.
Trasgressione?
 Â
Lui si chiama Dani Graves, 25 anni. Lei Tasha Maltby, 19 anni. Lui la porta a spasso con il guinzaglio. Lei afferma che, no, nessuna violenza, vuole essere il suo animale domestico. Sono sui giornali perché, in Inghilterra, non li hanno fatti salire sul bus. Perché non possono salire gli animali e/o perché troppo strani.
Sono due ragazzi, magari un po' eccentrici, magari amano mettersi al centro dell'attenzione.
Ma dove finisce l'eccentricità e dove inizia il cattivo gusto?
Lei è consenziente, ma lui è cosciente?
Io credo che sia solo un modo per farsi pubblicità : tra poco li [... leggi ancora ]
LeggiA tale of two devils
Disco fresco di stampa per questa compagine di Amsterdam, cui va riconosciuta una grandissima freschezza di ispirazione e un tutor d'eccezione: il produttore, Peter Katis, che non a caso sta dietro band del calibro di Interpol e The National. Pop-rock squillante, un pizzico di elettronica che non ci sta male, anche se nel suo complesso il lavoro non è particolarmente innovativo, un album che comunque si fa ascoltare e che corre liscio come l'olio. Fra le tracce segnalo un Aha Erlebnis e la title-track, quest'ultima degna conclusione di un LP che non passerà alla storia, ma che comunque ho gradito abbastanza.
Made in the Dark
Sono parecchie le riviste a tributare elogi e applausi scroscianti per questo album, e questo certamente crea un po' di curiosità. Se poi associ il genere, una sorta di dance-techno-pop mooolto elettronico alle facce da gente comune dei protagonisti, cinque nerds londinesi, l'intrigo s'infittisce e spinge all'ascolto. Ebbene, lo confesso, io non riesco ad appassionarmi. Sì, il disco è frizzante e divertente a tratti, con la sua marea di riferimenti e citazioni e il suo voler essere opera di cross-over che utilizza l'electro-dance come linguaggio universale. Ma ben più intrigante e interessante allora l'atmosfera allucinata di M.I.A. con il suo Kala e perfino la dance surreale di Robyn, se proprio vogliamo rimanere nel [... leggi ancora ]
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