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Articoli firmati da Ubik - Rimuovi il filtro

11/02/2008

Incontro coi Dengue Fever, una vera band da fantascienza...


A metà strada tra la Cambogia e Long Beach, i Dengue Fever hanno realizzato un nuovo album, Venus on Earth. Un mix di surf ed echi zappiani, senza però rinunciare alla tradizione. Abbiamo incontrato il gruppo californiano.

Ciao e benvenuti su RadioRock The Original. Da dove traete la vostra ispirazione? 

 Vino, donne, whisky e tutto ciò che trascende lo spazio e il tempo.

E' stato scritto che vi concentrate sulla musica che si suonava in Vietnam durante la guerra negli anni '60. E' vero?

In realtà si tratta della musica scritta in Cambogia durante la guerra del Vietnam. L'abbiamo usata come schema da cui cominciare, poi però abbiamo [... leggi ancora ]

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11/02/2008

Devotion

Qualcuno grida già al miracolo e conia, per questo duo di Baltimora, il termine "dream-pop", riferendosi alle atmosfere sognanti di parte di questo lavoro fresco di stampa che è Devotion. I riferimenti sono a band che hanno pescato a piene mani nella neopsichedelia, come Mazzy Star e Galaxie 500, ma ci sono anche i richiami beatlesiani - e come ti sbagli? - e ai Pink Floyd. Un album di foto dai colori e i contorni sfumati, dove però affiorano momenti di grande poesia. Alex Scally e Victoria Legrand ci regalano anche una bella cover di Daniel Johnston, “Some Things Last A Long Time”. Da regalarsi l'ascolto in un pomeriggio di assoluto relax.

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10/02/2008

Women as Lovers

Jamie Stewart, Caralee McElroy, Ches Smith, quest'ultimo già nei Mr.Bungle. Questi sono i musicisti di spicco della band di San Jose, California, che corrisponde al nome di Xiu Xiu - si pronuncia "shoe-shoe". Women as Lovers è il titolo di questo nuovo album, che si tuffa ben bene nell'elettronica e propone anche una cover, Under Pressure, portata alla fama da Queen e David Bowie. Un album gradevole, mai pesante, e con momenti anche belli tirati. Tra i lavori più divertenti di questo inizio 2008.

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09/02/2008

Mirrored

Tra fumi funk ed echi da Talking Heads, ecco uno dei dischi più celebrati del 2007. Abbastanza continuo nel suo sound, originale e godibile, è il prodotto di questo quartetto, formato da Tyondai Braxton, figlio del grande jazzista Anthony, Dave Konopka, Ian Williams - ex Don Caballero e Storm & Stress - e John Stanier, già nei Tomahawk. I bene informati parlano di math-rock per il rigore esecutivo e la difficoltà delle partiture, ma noi ci accontentiamo dell'impronta prog e delle sapienti manciate di elettronica. Da gustare senza riserve, personalmente una scoperta delle ultime settimane.

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06/02/2008

Hello, voyager!

Forse uno degli album più sofferti degli ultimi anni, un'opera da affrontare con molto coraggio, la pazienza di darsi il tempo di qualche ascolto e verranno fuori tutti gli scheletri del capace armadio di Carla Bozulich: da quelli più evidenti, Nick Cave e Diamanda Galas, fino al Jim Morrison più stralunato, quello di Celebration of the lizard, per intenderci, quello che esce fuori solo a tratti in The End. E proprio di questo caposaldo del rock di sempre si ode in Hello voyager la citazione, che spunta all'improvviso nella voce di Carla che dice, insieme con Jimmy, "the west is the best". E forse la sorpresa più grande è proprio questa, a ben vedere: che in un album difficile, bello, sofferto, doloroso da [... leggi ancora ]

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05/02/2008

Strange House

Mi accosto a questa British band, guidata da Faris Badwan e Joshua Hayward, dopo averla sentita proporre a più riprese soprattutto da Flavia, ma anche da Maxbello. Nel loro primo album, Strange House, mi appare un'evidentissima impronta punk, che sporca come si deve le atmosfere gotiche e darcheggianti, e che, per mezzo degli echi garage e psychobilly, riporta l'intero lavoro sotto il segno di un sano quanto rumoroso rock'n'roll. Dicono alcuni che dal vivo gli Horrors suonino un po' meno convincenti che da studio, ma alcune soluzioni musicali mi sembrano davvero originali. Mi vengono in mente i Ramones, ma soprattutto i Misfits e, per certi versi, anche alcune tirate strappacuore dei Fugazi. Una vera scossa [... leggi ancora ]

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04/02/2008

Centenaire

Non so perché si continui a etichettare questo album come un lavoro folk, in realtà si tratta di musica che va al di là delle categorizzazioni; musica peraltro bella e ben suonata. Forse gli unici echi davvero riconoscibili sono quelli che rimandano a un certo tipo di prog alla Genesis, o, più recenti, i riferimenti a Slint e Tortoise. Atmosfere davvero suggestive, comunque, per un disco che va assaporato in tranquillità, magari associato a un Malcolm Middleton e al suo urban songwriting. A me è piaciuto molto!

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03/02/2008

Sub Rosa

Il progetto è di Dru Allen di This Ascension e di Summer Bowman di Machine in the Garden. Formazione basata sul vocalismo e sulla passione per la musica oscura, ma non solo. Ci sono tracce di madrigalismo, versioni di antichi brani della tradizione europea, bel canto. Nelle parti più sostenute dal ritmo affiora tuttavia una vena canora un po' alla Evanescence che inficia un lavoro altrimenti impeccabile, che è anche il secondo album vero e proprio di questo duo femminile. Se, però, ci si riesce ad astrarre dalle similitudini con gruppi di largo consumo e ci si siede a occhi chiusi, si potranno gustare momenti di vera poesia.

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02/02/2008

Sleight of Heart

Scioltisi gli Arab Strap, lo scozzese Malcolm Middleton è libero di dare via libera a una vena che ricorda sempre più un certo tipo sofferto di songwriting, a metà fra Waterboys e Nick Drake. Sleight of Heart, fresco di stampa, è un disco assai gradevole, che parte con una traccia straordinaria come Week off, sonorità tipiche degli anni '90, ma che contiene anche altri capolavori, uno su tutti Just like anything, cover da Jackson C.Frank. Ma non è l'unica versione di brani già conosciuti: ci sono una bellissima Stay di Madonna e una Marguerita Red di King Creosote. Album tutto da godere, piacerà di sicuro a djdrFlux e, credo, anche a Marco Artico. Io ve lo proporrò quanto prima! ;-)

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01/02/2008

Vampire Weekend

Loro, manco a farlo apposta, vengono - come un bel po' di emergenti di questo scorcio di decennio - da New York. Quartetto di ottime speranze, già definito come erede del pesantissimo lascito dei Talking Heads. La loro musica? Un mix assolutamente orecchiabile e intrigante, a metà fra ska, rock alternativo anni Ottanta, folk tribale africano. Seguendo questa ricetta apparentemente controversa, ma riuscitissima, i Vampire Weekend danno alle stampe un ottimo album e si candidano già per l'eccellenza 2008. Melodie giocose e accattivanti, un arsenale strumentale atipico (maracas, bongo, flauti e chi piú ne ha piú ne metta) e testi interessanti. Il risultato è sorprendente, per freschezza e innovazione. Da [... leggi ancora ]

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