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3 X1 il discount delle brutte notizie

Di: Franz Andreani | 13/01/2012
Sono tre i fatti accaduti nella giornata di ieri che mi hanno sconfitto, una concomitanza significativa se pure non voluta.
Della mancata autorizzazione all’arresto di Cosentino da parte della Camera di deputati, c’è poco da dire: è evidente che un voltafaccia così significativo tra la decisione presa poche ore prima in Giunta e quella adottata dall’Aula, sia il risultato di un pagamento o di una riscossione. Non mi sorprende neppure più che dei radicali, di cui si è parlato sempre poco, ora si parli solo per dire che anche loro – o meglio un gruppo di loro parlamentari – pensi alle proprie tasche e si allei con i più ricchi; quanto il mio dispiacere nel dire questo, quanto sono lontane ed incolore le battaglie che coinvolgono tanti militanti anche oggi, come si fa presto a distruggere il lavoro di tanti volontari.
È arrivata la Corte Costituzionale a staccare la spina al già fiacco dibattito sulla legge elettorale, quella che consente ai partiti di designare i membri del Parlamento, così che dalle elezioni democratiche siamo passati alle nomine di deputati e senatori. Le segreterie dei partiti che controllano i parlamentari da loro designati, plaudono per la vittoria, perché l’errore della Corte, a mio avviso ed al di là dell’aspetto giuridico sul quale non sono in grado di pronunciarmi, è di opportunità. In questo senso la scelta della Consulta appare dettata dalla politica; in tante occasioni nel passato per bloccare un referendum, il parlamento ha legiferato. Se pure quindi – come appare probabile scriverà la Corte nelle motivazioni che verranno depositate in febbraio – il referendum avesse potuto lasciare un vuoto legislativo, questo sarebbe stato lo spunto per cambiare una legge, perché è vero che le leggi le fa il Parlamento e non il popolo con il referendum, ma è altrettanto vero che i cittadini hanno espresso, con più di 1200.000 firme, la chiarissima volontà di cambiare le regole, ed hanno perso un importante strumento per esercitare la giusta pressione sulle istituzioni.
Ed infine ieri è stato il giorno in cui il responsabile nazionale dei cosiddetti centri sociali di destra, quelli che usano il nome di Ezra Pound in maniera illegittima, quel tal Iannone le cui parole assumono sempre maggior rilievo visto il vuoto di idee e fatti dell’opposizione, abbia definito un futuro interessante quello che si è aperto con la prematura scomparsa del pubblico ministero Pietro Saviotti, salvo poi – cosa ancora più assurda – definire lui stesso le proprie dichiarazioni di cattivo gusto. Il Pubblico Ministero da molti anni portava avanti le inchieste sulla destra romana, quella fazione che sta rialzando la testa con sempre maggiore convinzione attraverso un lavoro capillare nel sociale e sui mezzi di comunicazione, ora rappresentata pure in Campidoglio.
Molti anni orsono ho avuto la fortuna di conoscere il PM per motivi di lavoro, ed era una di quelle persone appassionate e tenaci, cortese e schivo, lontano dalle telecamere e capace di conseguire risultati concreti in un ambito investigativo obbiettivamente complicato da pericolose connivenze.
Tutto in un sol colpo torna come prima, cambiare per rimanere saldamente sempre allo stesso punto, per mantenere sempre le posizioni di potere. Se potevamo credere che il regime si fosse fatto da parte solo perché aveva attuato una raffica di iniqui sacrifici, possiamo toglierci l’illusione.

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