Cerca tra i 5477 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

MARK MILLAR - STEVE MC NIVEN: NEMESIS

Di: Marcello Berlich | 18/01/2012
Spesso per definire al figura di un antagonista mal riuscito, in un libro o in un film, si usa la definizione di 'cattivo da fumetto'... come se quella in questione fosse categoria particolarmente esecrabile: 'cattivo da fumetto', ossia macchietta che mette in scena piani improbabili per venire puntualmente mazziata dal 'buono di turno'.
Ebbene, nel caso vi andasse di perdere un paio d'ore del vostro tempo, potreste leggervi "Nemesis", per giungere alla conclusione che i 'cattivi da fumetto' non sono più così risibili.
Il 'colpevole' è in questo caso Mark Millar: per intenderci, l'ideatore di quel "Kick Ass", poi efficacemente portato al cinema e uno degli autori che negli ultimi anni ha dato una decisa accelerata al definitivo svecchiamento degli eroi della Marvel, facendoli diventare materiale per un pubblico la cui età media supera di molto l'adolescenza.
Il mondo descritto da Millar è per molti aspetti simile al nostro, espediente già usato da chi in un passato più o meno recente ha voluto rileggere il 'mito' dei giustizieri in costume, rendendolo più compatibile con la realtà; l'uovo di colombo in questo caso sta nel fatto che, in un mondo senza eroi, Millar inserisce un supercriminale (il che a pensarci non è un'idea così peregrina: quanti inafferrabili terroristi in passato hanno assunto un alone quasi 'mitico', ai limti, appunto, del 'superumano'? Gli esempi sono tanti, da Carlos a Bin Laden, passando per il nostro Vallanzasca...
Il suddetto Nemesis è una sorta di Batman in negativo: guarda caso veste di un bianco e immacolato costume e opera alla luce del sole, sfidando supposti 'superpoliziotti' e predicendogli l'ora esatta in cui, a causa sua, tireranno le cuoia; nel contempo sollazzandosi con atti di violenza più o meno gratuita, come far deragliare il convoglio di una metropolitana o dirottare l'Air Force One, rapendo il Presidente degli Stati Uniti con catastrofiche conseguenze: il tutto per attirare l'attenzione della sua nuova vittima, un integerrimo commissario di polizia in onore di 'alti incarichi' grazie ai risultati da lui ottenuti nella lotta al crimine. La 'battaglia' trai due sarà senza esclusione di colpi, scontro di intelligenze con contorno di massacri vari, colpi di scena, bassezze (alcune delle quali veramente geniali) e quant'altro, fino a un classico 'cataclismatico' finale e a una 'coda' che lascerà il lettore a bocca aperta, più perplesso che persuaso, rimettendo in discussione gran parte dei punti fermi della storia appena letta.
Un Mark Millar in gran forma, accompagnato da uno Steve McNiven (anch'esso dagli importanti trascorsi 'marvelliani') che può dare libero sfogo al suo estro e al gusto per il particolare, non risparmiando all'occorrenza quel gusto per il 'grand guignol' (pur senza eccedere mai nello splatter) che ancora nel fumetto 'mainstream' è in parte precluso. Con "Nemesis" Millar rilegge il mito dei 'cattivi da fumetto', (proseguendo in un'opera cominciata con "Wanted", anch'esso trasposto al cinema con esiti non all'altezza) regalandoci un personaggio a suo modo memorabile e una storia il cui finale rende il tutto ancora più plausibile per il lettore poco avvezzo (o sospettoso) nei confronti delle storie a base di gente in costume. Un pezzo di bravura, probabilmente destinato a restare fumetto 'di culto', ma una cui riduzione cinematografica sarebbe più che mai auspicabile.

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST