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STEPHEN KING - AL CREPUSCOLO

Di: Marcello Berlich | 11/01/2012
D'accordo, è un pò datato - risale a oltre tre anni fa, il che per uno scrittore prolifico come Stephen King vuole dire che nel frattempo sono usciti altri tre volumi, tuttavia ce la possiamo cavare affermando che 'i libri non hanno età' (o altra analoga banalità da bibliofilo che offra il pretesto per parlare del libro in questione).
A voler trovare una pezza d'appoggio più concreta, si può sottolineare come, ad esempio, con questa raccolta King fosse tornato, alla formula del 'racconto breve' (quasi tutti gli scritti che compongono la raccolta, sono 'archiviabili' in una mezz'oretta di lettura) dopo parecchio tempo. Un 'ritorno' attraverso cui King mostra di aver ritrovato il gusto per la forma - racconto, inanellando una serie di storie efficacissime. Il campionario è ottimo e abbondante: maniaci omicidi, gatti che discendono direttamente dal celeberrimo 'prototipo' Edgar Allan Poe, incubi lovecraftiani, morti che non sanno di esserlo (o forse preferiscono ignorarlo), sindromi ossessivo - compulsive, sogni premonitori, guaritori.
E ancora, se dopo aver letto 'Cyclette' i patiti di questo attrezzo ci penseranno forse un attimo prima di salirvi (se invece siete spiritosi abbastanza, nulla potrà impedirvi di leggere questo racconto proprio durante una 'pedalata' da camera), 'Alle strette' vi farà passare definitivamente la voglia (se mai vi siete azzardati a farlo...) di usare uno di quei 'simpatici' gabinetti fabbricati che vengono collocati spesso e volentieri ai lati di aree da concerto, o simili; in 'Area di sosta' il 're' torna su uno dei suoi argomenti preferiti, il rapporto tra scrittore reale e pseudonimo.
Tuttavia, dovendo scegliere, la palma del migliore e un posto in un'ipotetico 'Best of' della narrativa breve kinghiana trai tredici racconti qui presenti l'assegnerei ex aequo a due: 'Le cose che hanno lasciato indietro' è la storia con cui King fa i conti con la tragedia dell'11 settembre, un omaggio alle vittime che mescola orrore e lirismo; 'Pomeriggio del diploma' è invece, a mio parere, uno degli apici raggiunti dallo scrittore del Maine (almeno in quanto a racconto breve): seguiamo la protagonista nel corso di una manciata di minuti, mentre di lei King riesce in poche pagine a dirci tutto, condensandone vita, rapporti sociali, aspirazioni... e poi improvvisamente scoppia l'Apocalisse. Come tutte la raccolte di racconti, un volume particolarmente adatto a una lettura agile, che permette di iniziare e finire una storia in un lasso di tempo relativamente breve, da lasciare magari da parte per leggere un racconto una volta ogni tanto, ovviamente d'obbligo per gli appassionati, ma anche per i frequentatori meno assidui del 're del brivido'.

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