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Giuliano l'Apostata (perfetto per le feste di Natale...)

Di: Bookworm | 31/12/2011
Mi capita di regalare, o prestare a fondo perduto, un mio libro preferito in un momento di entusiasmo sia per il libro che per la persona a cui lo regalo, e poi di non riuscire a ritrovare il libro perché, anche se per me è eccezionale, non è il preferito degli editori. Questo mi è accaduto con Giuliano, libro del 1964 di Gore Vidal, che è sparito dalle librerie per molto tempo, e che ho ritrovato finalmente pubblicato da Fazi prima nel 2000, poi nel 2009 (12 €). Eppure è un libro che non ha mai perso la sua attualità, e che trovo sia un’analisi storica meglio documentata e costruita del sempre popolarissimo Io Claudio di Robert Graves.
Premetto che la storia non è assolutamente il mio forte, e a scuola rifuggivo gli imperatori romani con odio. Ma nessuno mi aveva mai saputo spiegare che gli imperatori non erano il potere assoluto, e i loro regni non erano solo un susseguirsi di battaglie e conquiste di cui bisognava sapere le date a memoria, ma rappresentavano lo sviluppo di una civiltà, anzi, l’intersecarsi delle molte civiltà da cui discende il nostro modo di concepire il mondo. E soprattutto le mie cattolicissime insegnanti avevano sorvolato sul brevissimo regno (361-363) dell’imperatore Giuliano, detto “l’apostata”, persecutore dei cristiani.
In realtà Flavio Claudio Giuliano era un giovane aspirante filosofo, nato a Costantinopoli nel 331, e sfuggito per caso, fortuna, e perché considerato poco ambizioso, all’eccidio della sua famiglia da parte del paranoico Costanzo II, figlio di Costantino, che si trova anzi costretto dalla sua stessa paranoia a fidarsi di lui e farlo Cesare in Gallia nel 355. Il giovane Cesare non aveva mai accettato il fatto che l’imperatore Costantino, e dopo di lui i suoi figli, nello sposare il Cristianesimo avesse rovesciato l’usanza romana di assorbire tutte le culture e quindi le religioni con cui l’impero veniva in contatto, abitudine che aveva garantito per tanti anni la solidità dell’impero perché le popolazioni conquistate non vedevano stravolto il loro sistema sociale e politico, ma avesse iniziato una ferocissima repressione di tutte le altre religioni, e dei documenti relativi, compresi svariati documenti “scomodi” sugli inizi dello stesso cristianesimo. Giuliano aveva studiato le filosofie greche e orientali, nel 351 aveva eletto a propria guida spirituale il teurgo Massimo, e negli anni seguenti era stato iniziato ai misteri del culto mitraico e quindi ai misteri Eleusini.
Oltre a una vivace curiosità intellettuale, Giuliano era dotato di una brillante capacità militare e politica, e il suo periodo da Cesare in Gallia fu coronato non solo da importanti successi sul campo, ma da un periodo di pace prosperità economica per tutta la provincia, risultato della sua decisione di abbassare le tasse per i piccoli commercianti e favorire una pressione fiscale più equa. Questo lo fece benvolere dalla popolazione, e gli permise di avvicinarsi anche ai misteri della religione druidica.
Divenuto imperatore nel 361 alla morte di Costanzo II, tentò di ripristinare la libertà di culto nell’impero, impresa estremamente difficile in quanto tutte le gerarchie erano ormai in mano alla nobiltà cristiana, una nobiltà insediata a suo tempo dall’imperatore Costantino che, a giudizio di Giuliano, era statouna persona ignorante che aveva accumulato le sue sostanze senza intelligenza e non si era preoccupato «di fare in modo che i figli fossero educati da persone sagge», così che ciascuno di questi aveva continuato, come il padre, col desiderio di «possedere tutto da solo a danno degli altri». Il nuovo imperatore voleva stravolgere gli equilibri di potere stabiliti negli ultimi cinquant’anni, e quella che è stata tramandata come la sua feroce persecuzione dei cristiani fu solo il tentativo di togliere ai vescovi e nobili alcuni dei loro privilegi; la sua morte in battaglia in Mesopotamia nel 363 è rimasta avvolta nel dubbio, non fu mai chiarito se la mano che gli piantò una daga nel fianco fu di un nemico o di un sicario.
Gore Vidal scrive un romanzo affascinante sulla curiosità dell’intelligenza umana, una vicenda di avventura e grande coraggio sia intellettuale che fisico, un riconoscimento da parte di un intellettuale anarchico dell’anarchia insita nella filosofia di vita di un imperatore, anarchia nel senso più profondo di rispetto e interesse per la vita, le usanze e le opinioni degli altri uomini con cui condividiamo l’esistenza in questo mondo, e anzi, viste le molteplici religioni trattate, anche negli altri ipotetici mondi postumi o paralleli.

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