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HOMO SAPIENS - LA GRANDE STORIA DELLA DIVERSITA' UMANA

Di: Marcello Berlich | 30/11/2011
Roma, Palazzo delle Esposizioni, fino al 12 febbraio 2012 Una grande e bella esposizione, per capire da dove veniamo e come siamo arrivati qui: nella prima sala, una sorta di anticamera, inserita della savana africana, con tanto di mutamenti climatici, ci accoglie la ricostruzione dello scheletro di Lucy; è solo il primo di una serie di 'personaggi' che popoleranno il percorso della mostra, illustrandoci dapprima l'evoluzione dell'uomo, anche attraverso i diversi 'generi' (non solo il 'Sapiens') che hanno popolato, a volte anche convivendo, il pianeta: un esempio su tutti, quello dell'incontro tra Sapiens e Neanderthal, sul quale peraltro vengono definitivamente smentiti una serie di luoghi comuni sulla sua diciamo 'inferiorità' rispetto al suo successore.
La mostra illustra i vari processi di migrazione che hanno condotto l'uomo a popolare l'intero pianeta e in contemporanea la sua evoluzione culturale, la nascita del senso del sacro e del piacere per la 'bellezza' fine a sè stessa, l'evoluzione del linguaggio e la nascita della musica, fino alla 'rivoluzione agricola'.
Si parla poi del rapporto tra l'uomo e il suo ambiente, mettendo in luce come l'impatto degli esseri umani sull'ecosistema affondi le sue radici in decine di migliaia di anni fa, con le prime estinzioni di massa provocate dall'intervento umano.
E' poi la volta di un focus particolare sull'Italia, analizzandone l'evoluzione dalla preistoria, anche qui focalizzandosi in modo particolare sulle differenze linguistiche e soffermandosi sui processi migratori, prima della conclusione che esalta il concetto del 'genere umano' come 'unità' a prescindere dalle differenze socio-economico-culturali.
Una mostra esaurientissima, giocata ovviamente sull'enorme mole di materiali esposti (la gran parte dei quali sono però calchi, per quanto 'ufficiali', degli originali) e arricchita da un apparato editoriale di prim'ordine.
Forse il limite maggiore dell'esposizione è paradossalmente questo: le informazioni sono quasi sovrabbondanti: il visitatore scrupoloso, che non vuole perdersi nulla, rischia di trovarsi spiazzato allorché si accorga che il tempo gli è volato e le cose da vedere sono ancora molte... personalmente ho ritenuto un pò superfluo l'excursus sull'evoluzione della civiltà in Italia, tema che da solo meriterebbe una mostra a sé stante; così come la sezione dell'esposizione dedicata all'evoluzione e alla differenziazione dei linguaggi rischia di essere un pò ostica per lo spettatore medio, assieme alle considerazioni scientifiche a tratti molto tecniche, che si incontrano lungo il cammino.
L'impressione è che si sia voluto allestire una mostra certo indirizzata al classico target della famiglia con bambini, ma che possa interessare anche chi, già dotato di una buona cultura di base sui temi trattati, voglia ulteriormente approfondire le questioni: il connubio non sempre è riuscito, ma la mostra resta comunque un evento che è consigliabile non perdere.

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