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NICK HORNBY: "TUTTA UN'ALTRA MUSICA"

Di: Marcello Berlich | 12/10/2011
Si comincia con Duncan ed Annie: quarantenni imbrigliati in una 'storia' che, dopo quindici anni, ormai non ha più molto da dire... lei col desiderio inespresso di dare una svolta alla relazione attraverso un figlio, lui completamente disinteressato (e per buona parte, ignaro) dei 'desiderata' della moglie, e più assorto, piuttosto nella sua unica passione per un misconosciuto cantante americano, Tucker Crowe, ormai ritiratosi da anni dalle scene.
Il classico imprevedibile succedersi degli accadimenti porterà la stessa Annie a intrecciare una relazione 'virtuale' con l'idolo del marito, dandoci modo peraltro di alzare il velo sull'esistenza della rock star, ormai placidamente avviata nei binari del mantenimento da parte della compagna di turno, con alle spalle un manipolo di ex e un codazzo di figli... Le cose si faranno ancora poi più complicate, portando alla fine Annie e Tucker sotto lo stesso tetto (e nello stesso letto), con esiti sospesi.
Nell'ennesimo libro di Nick Hornby (uscito un paio di anni fa) ritroviamo sostanzialmente tutto il solito campionario tipico dello scrittore britannico, a partire dalla musica, tradotta nei consueti caratteri di un'autentica ossessione, e dai rapporti di coppia.
Certo è che poi si cresce, per Hornby, che ormai ha superato la soglia dei 50, si può anche dire che 'si invecchia': a crescere sono magari i suoi personaggi: stavolta abbiamo a che fare con dei quarantenni, ma questo alla fine è un dato puramente anagrafico, visto che è del tutto evidente come questi si comportino più o meno come dei trentenni (e anche meno), mai completamente cresciuti; la donna (in modo se vogliamo anche un pò banale) appare l'unica a rendersi conto che la situazione da comica si sta avviando a diventare farsesca, se non tragica e porsi delle domande.br> Il cantante cinquantenne è probabilmente almeno in parte il contraltare dello stesso scrittore, ma anche qui siamo di fronte a un personaggio che comincia a riflettere seriamente su se stesso solo quando si trova a vivere una 'condizione estrema'.
Il punto è che Nick Hornby continua ad essere maledettamente bravo a tratteggiare vicende in cui si mescolano humor e un pizzico di tragedia, a disegnare personaggi che, in un modo o nell'altro, deviano dai rassicuranti binari dell'esistenza per come viene concepita dai cosiddetti 'canoni sociali', senza per questo finire ad essere dei disadattati.
Il punto che Hornby riesce sempre, e dico sempre (e soprattutto in questo caso) a ironizzare anche pesantemente, su certi 'nerd' musicali, sempre intenti a cercare significati profondi anche laddove non ce ne sono, e allora ecco che anche una visita al gabinetto può essere fatta passare per un'illuminazione.
Il punto è che Hornby sa scrivere, è il classico 'artigiano letterario' che sa dove mettere le mani a occhi chiusi (conoscendo molto bene 'i suoi polli', tra l'altro).
Allora la domanda diventa: può bastare tutto questo? "La risposta -parafrasando qualcuno - è nel lettore, e però è sbagliata".
Insomma, a dirla tutta: "Tutta un'altra musica" non potrà non piacere agli appassionati di Hornby... tuttavia, se questi appassionati avessero l'obiettività di cui il personaggio di Duncan è assolutamente privo, dovrebbero ammettere che questo romanzo scorre e resta lì, destinato probabilmente a non essere citato tra le opere migliori dello scrittore: il 'classico libro d Hornby' insomma, che nulla aggiunge né toglie alla sua opera... non tanto brutto da essere passare inosservato, ma privo della 'genialità' necessaria a farsi ricordare. Una lettura divertente per gli appassionati di Hornby, ma anche per quelli che non hanno mai letto nulla, ma senz'altro privo di quell'impeto travolgente che aveva caratterizzato "Febbre a '90" o "Alta fedeltà" e nemmeno dotato di quella avvolgente coralità che in tempi più recenti aveva fatto apprezzare "Come diventare buoni" o "Non buttiamoci giù". I protagonisti di "Tutta un'altra musica" (Annie su tutti) andranno certo ad arricchire la 'foto di gruppo' dei caratteri dipinti da Hornby, ma appaiono destinati a restare in posizione defilata.

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