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SERGIO BONELLI

Di: Marcello Berlich | 27/09/2011
Nel bene e nel male, se n'è andato un pezzo di storia del fumetto italiano; non sono mai stato un appassionato del fumetto bonelliano, per quanto nelle mie librerie campeggi qualche numero di Dylan Dog, la serie quasi integrale di Legs Weaver, le ultime creazioni di Luca Enoch come Gea e Lilith. Si potrebbe parlare a lungo di Bonelli e della sua capacità di combinare creatività e fiuto commerciale. Assieme a Topolino e ai vari albi Disney (e con l'aggiunta, magari, di "Diabolik") gli albi della Bonelli sono stati i grandi dominatori del mercato fumettistico tricolore: dal west di Tex alla fantascienza di Nathan Never, dallo stratosferico successo dell'horror ironico di Dylan Dog a esperimenti forse meno riusciti ma che hanno continuato tranquillamente la loro vita editoriale, beneficiando del gradimento del 'grande pubblico'. Bonelli è stato quello che tanti altri imprenditori sono stati nel loro campo: ha preso un'idea di successo paterna, quella di Tex, gli ha dato nuova linfa e veste, sancendone il successo e da lì dando il via a mezzo secolo di pubblicazioni; se si vuole: dalla bottega artigianale, al colosso capace anche di varcare i confini nazionali. Forse però c'è da riflettere sul fatto che questo dominio incontrastato per certi versi tanto bene al mondo del fumetto italiano non ha fatto, impedendo ad altre strade di essere percorse (si pensi all'imposizione del modello delle 'storie autoconclusive', che ha impedito che in Italia si sperimentasse ad esempio, il concetto di 'continuity' tipico del fumetto supereroistico U.S.A) e forse ad altre realtà editoriali di emergere compiutamente, stimolando piuttosto i classici, e puntualmente poco riusciti, tentativi di imitazione. Il fumetto italiano 'da edicola' è Disney o Bonelli, le alternative sono poche, sparute, e ridotte nel sottobosco, (per quanto, specie negli ultimi anni, diverse realtà editoriali si siano riuscite ad aprire i propri spazi con prodotti destinati alle librerie). Un creativo - suoi Zagor e Mister No - ma anche un uomo con un grande fiuto per il talento e le idee vincenti. Certo, non ci fosse stato Bonelli non avremmo letto Dylan Dog, e tanti scrittori e disegnatori probabilmente non avrebbero avuto modo di mostrare le loro qualità... tuttavia il dubbio su cos'altro avremmo letto, se non ci fosse stata la Bonelli, in fondo resta...

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