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WARREN ELLIS - GARRY GASTONNY: SUPERGOD

Di: Marcello Berlich | 14/09/2011
A conclusione di un'ideale trilogia avviata con "Balck Summer" e proseguita con "No Hero", Warren Ellis (uno dei più originali scrittori di fumetti degli ultimi vent'anni), pubblica "Supergod", uscito per l'editrice indipendente Avatar e pubblicato anche in Italia qualche mese fa, a cura delle edizioni BD.
In "Black Summer" avevamo assistito alla 'presa di coscienza' di un gruppo di supereroi rispetto al loro 'sfruttamento' da parte di Governi spesso non esattamente 'limpidi'; in "No Hero" ci era stato descritto un mondo in cui le persone dotate di superpoteri avevano preso in mano le redini del mondo; in "Supergod" siamo invece di fronte a un mondo in cui i Governi hanno creato i propri supereroi come 'armi di distruzione di massa'.
Nel mondo descritto in "Supergod", la 'Guerra Fredda' non è mai finita, e gli esseri superpotenziati sono stati il passo immediatamente successivo alle armi nucleari. I primi a svilupparne uno sono stati, più o meno volontariamente, gli inglesi, che negli anni '50 hanno mandato il primo equipaggio nello spazio, solo per vederselo tornare indietro infettati da una colonia di funghi alieni che li ha mutati in un essere gigantesco con tre facce che comunica telepaticamente o attraverso altri modi (gas, onde elettromagnetiche, radiazioni, etc...) non sta mai zitto e conduce chi lo ascolta a masturbarsi furiosamente.
A provarci, con effetti deleteri, sono poi gli indiani, che creano un'intelligenza artificiale inserendola in un corpo superpotente, con la speranza che, spinta a migliorare l'ambiente in cui vive, migliori di conseguenza anche le condizioni della popolazione... l'unico problema è che Krishna (questo il nome che gli è stato dato), individua il principale problema dell'India nella sovrappopolazione e ne stermina all'istante il 90 per cento degli abitanti.
Ne scaturirà una reazione a catena, in cui i vari superesseri creati nelle varie parti del mondo verranno inviati contro il semidio indiano: tra gli altri, ci provano le 'creazioni' di Russia e Iran, facendo una brutta fine... e facendo fare una brutta fine pure alla Luna, con conseguenze prevedibili per la Terra, e naturalmente spuntano anche gli americani, con una sorta di 'Uomo da sei milioni di dollari', esperimento riuscito, col piccolo particolare che non sente più alcuna sensazione e dunque crede di essere morto, e uno strano essere, creato in Iraq, capace di vedere gli infiniti futuri che si stagliano davanti a lui, scegliendo sempre quello che gli garantisce la sopravvivenza; le conseguenze saranno, prevedibilmente, catastrofiche...
Warren Ellis sviluppa, per l'ennesima volta, la propria personalissima 'variazione sul tema' della narrativa supereroistica: svincolato dalle necessità di 'coerenza interna' degli universi classici Marvel o DC, l'autore interno ha trovato, nella miniserie, lo strumento più efficace per dare forma alle proprie idee.
Come nei due episodi precedenti, anche in questo si susseguono 'trovate' al limite della genialità, che non risparmiano momenti 'eccessivi', superando talvolta il confine del repellente.
Al di là di questi 'espedienti', nelle tavole disegnate con efficacia da Garry Gastonny, Ellis propone una riflessione che stavolta ruota non tanto attorno al 'potere politico' o al 'condizionamento delle masse', quanto a quello che l'uomo ha sull'ambiente che lo circonda.
I governi che in "Supergod" si esibiscono in una sfrenata corsa all'ultimo superumano finiscono per maneggiare forze al di là della loro comprensione, utilizzando la zappa più che il bisturi con conseguenze fuori portata.
Certo non siamo alla favola ecologista, ma il concetto del 'mondo che corre allegramente alla rovina' è palese, e alla fine trai superumani di Ellis, e i semplici fenomeni di sfruttamento incondizionato del pianeta, il passo è breve.
"Supergod" risulta così una lettura appassionante per i patiti del genere, ma portà se non altro incuriosire anche i meno addetti ai lavori, rivelando, come di consueto nelle opere di Ellis, le incredibili potenzialità del 'genere'.

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