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Anatole France: LA RIVOLTA DEGLI ANGELI

Di: il Bisbigliatore | 08/08/2011
E se il vostro angelo custode decidesse di rinunciare al suo incarico e vi abbandonasse, così su due piedi, al vostro destino? Se decidesse improvvisamente di incarnarsi nel corpo di un affascinante anarchico rivoluzionario e di dichiarare, in nome della libertà, guerra all'autorità celeste? E' quello che Anatole France fa capitare nella Parigi di inizio '900, città a quei tempi considerata capitale mondiale della cultura, dell'arte e del costume, culla di movimenti d'avanguardia, meta del pellegrinaggio di artisti e intellettuali provenienti da tutto il mondo.

Immaginate uno di questi angeli che, stanco del proprio lavoro di guardiano della vita di un umano, passi le sue notti senza sonno a rovistare tra gli scaffali nella stupefacente biblioteca del suo giovane e aristocratico protetto, leggendo di filosofia e di scienza, di religione, d'arte e di poesia, apprendendo tutto sui turbamenti, le emozioni, la sofferenza e le gioie che scolpiscono la vita degli uomini.
E' così che Arcade, bellissimo angelo custode, categoria sul gradino più basso della gerarchia celeste, comincia ad apprezzare il fascino della vita precaria e fugace dei mortali conquistata e vissuta momento per momento, a dispetto della monotona eternità senza sorprese degli esseri celesti, sempre beatamente uguale a se stessa; è così che scopre la verità sui sotterfugi e le menzogne del dio Demiurgo che, per conservare il proprio potere sull'universo, terrorizza le persone e le costringe al culto della sofferenza e delle privazioni, dell'espiazione della colpa e della speranza nella concessione della vita eterna, impedendo loro di vivere liberamente e pienamente la propria esistenza. Nella sua nuova veste, in carne ed ossa, di giovane, affascinante e squattrinato bohemienne, Arcade scopre le donne, assapora le meraviglie dell'amore, conosce liberi pensatori, anarchici, poeti, musicisti, altri angeli perduti con i quali decide di organizzare la rivoluzione, dichiarando guerra all'ingiusto Padreterno nel nome di Lucifero, il primo angelo caduto, colui che ribellandosi al dispotico Ialdabaoth ha insegnato agli uomini la libertà di godere le meraviglie della vita, nei suoi aspetti splendidi e tragici, stimolando attraverso l'amore, l'ingegno, l'arte, le emozioni, la naturale curiosità dei comuni mortali nei confronti del mistero dell'esistenza.

Scritto nel 1914 all'età di settanta anni questo romanzo rappresenta tutt'ora un efficace inno alla libertà, ultima prova di narrativa per un autore in quegli anni al culmine della fama (la cui intera opera verrà messa all'indice da parte della chiesa cattolica nel 1920, ma il cui valore sarà riconosciuto con l'assegnazione del Premio Nobel per la letteratura nel 1922) che, con stile certamente datato eppure ancora affascinante e divertente, non manca di denunciare la mostruosità dei conflitti bellici alla vigilia di quella che verrà conosciuta col nome di Grande Guerra, prima che la follia degli uomini rendesse necessario numerarla.
Attivo politicamente, considerato un'autorità morale e letteraria di primo piano, ammirato da molti scrittori e intellettuali del suo tempo (Proust lo considerò un modello e ne fu ispirato), Anatole France è stato successivamente bersaglio di molte critiche che ne offuscarono la reputazione condannandolo ad un ingiusto oblio che è giunto fino ai nostri giorni, vista la scarsità della ristampa delle sue opere. Un motivo in più per conoscere o riscoprire il geniale autore di questa affascinante congiura di angeli cui debbono qualcosa, forse, quelli cinematografici di Wim Wenders.

IL BISBIGLIATORE


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