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WARREN ELLIS - JUAN JOSE' RYP: NO HERO

Di: Marcello Berlich | 13/07/2011
Il 6 giugno 1966 il mondo scopre l'esistenza dei supereroi: a San Francisco, il chimico Carrick Masterson, modificando un potente allucinogeno, ha trovato il modo di dotare le persone di superpoteri. Dopo una serie di interventi spettacolari, che mostrano come gli 'eroi' si battano alla stessa maniera contro la repressione violenta delle rivendicazioni dei diritti civili e contro il 'crimine comune', Masterson presenta al mondo la sua squadra di eroi: i Levellers. Dieci anni dopo, il gruppo cambia nome e 'mission': il nuovo nome è Frontline e il proprio obbiettivo sembra piuttosto quello di 'sistemare il mondo'.
6 giugno 2011: i membri di Frontline cominciano a cadere in una serie di attentati: già in passato il gruppo ha visto dei cambiamenti nelle sua fila, tuttavia la situazione appare senza precedenti. Masterson è così costretto a cercare in fretta e furia un nuovo componente per la sua squadra: la scelta cade su Joshua Carver, un volenteroso giovanotto che, proprio nella speranza di farsi notare da Masterson, ha cominciato a 'ripulire' le strade. Carver verrà così sottoposto al trattamento, assumendo la sostanza e acquisendo i suoi superpoteri, anche se con conseguenze disastrose per il suo aspetto fisico.
Ecco, letta fino a questo punto, "No Hero", una delle ultime opere di Warren Ellis (tra coloro che negli anni '90 hanno contribuito a proseguire il processo di 'svecchiamento' del genere supereroistico, avviato nel decennio precedente da autori come Alan Moore e Frank Miller), appare la classica rilettura del 'mito del supereroe', con tutti i canoni tipici del genere che possono riassumersi con: una storia di supereroi nel quale vi facciamo vedere ciò che la Marvel e la DC, per motivi di 'opportunità' non possono.
Tanto 'fedele' a certi 'canoni' (in primis il poco riguardo per mostrare sangue a fiumi) da sembrare in effetti banale... se non che... Se non che nulla è come sembra, non solo internamente alla storia, ma anche esternamente e così in maniera del tutto inopinata nelle due ultime due delle otto parti della storia, Warren Ellis compie un'inversione a U mentre preme l'acceleratore a tavoletta e spiazza totalmente il lettore che alla fine della lettura resta lì come un idiota, con la mascella mezza calata, un'espressione ebete, mentre dalla bocca gli esce uno smozzicato: "macheca...?!?".
"No Hero", uscita negli U.S.A. per la Avatar, presso la quale Ellis si è già accasato da qualche anno, e in Italia per la BD è certo l'ennesima riflessione del mito del supereroe, ma scava più a fondo, mettendo in questione le convinzioni del lettore e lasciandolo di fronte al dubbio, non solo su ciò che definisce un eroe, ma anche sulle sue motivazioni e i suoi metodi: magari si potrà affermare che certe riflessione non sono nuove nel fumetto supereroistico, ma in questo caso la grandezza di Ellis sta nel modo in cui a queste riflessioni fa giungere il lettore, mostrandogli che dopo tutto prendere una posizione o l'altra non è affatto scontato e che nel confronto manicheo bene - male su cui i 'supereroi' fondano (apparentemente) la propria ragion d'essere, vi sono varie sfumature di grigio.
In quello che è un numero di pagine tutto sommato esiguo, rispetto alla 'serialità lunga' che caratterizza il genere, Ellis riesce a dipingere personaggi e quasi a farvi affezionare il lettore, allo stesso tempo proponendo le proprie riflessione come spesso certi autori non riescono a fare in svariati numeri di serie regolari.
A coadiuvarlo nell'impresa c'è Juan Josè Ryp, col quale ormai l'autore inglese sembra aver instaurato un certo feeling (si veda l'altrettanto riuscito "Black Summer") col suo tratto ricco e dettagliato, che riesce a mescolare efficacemente realismo e fantastico, peraltro divertendosi ad aprire le varie parti dell'opera con citazioni di celebri copertine supereoistiche del passato (all'appassionato l'intrigante gioco di indovinare le citazioni). Certo il volume 'costicchia': 15 euro non sono certamente pochi, ma il volume li vale tutti e tutto sommato c'è anche da premiare l'opera meritoria della BD grazie alla quale il catalogo della Avatar sta venendo pubblicato anche da noi.

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