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JAMES GLEICK: CAOS

Di: Marcello Berlich | 06/07/2011
Mi è successa una cosa strana, quando ho acquistato questo libro: attratto dal titolo, affascinato dall'argomento, curioso di saperne qualcosa di più l'ho preso praticamente a scatola vuota; solo arrivato a casa mi sono accorto che il volume in questione risale al 1987... e allora a dirla tutta mi è passata un pò la voglia. Voglio dire, la narrativa non ha tempo, la scienza si, e alla fine fa un po' strano, ritrovarsi a leggere un libro uscito vent'anni fa e passa: inutile passarci sopra, sa 'di vecchio', ancora prima di leggerlo, si sa benissimo che la 'storia' si ferma fin troppi anni addietro e infatti conclusa la lettura si ha un senso di incompiutezza, immaginando che la suddetta 'vicenda' nel frattempo sia ulteriormente progredita.
Detto questo, il saggio di Gleick spiega, in maniera tutto sommato esauriente, la storia della nascita della cosiddetta 'Teoria del Caos', nota più che altro per il famosso 'effetto farfalla', il vecchio adagio del 'battito d'ali in Giappone che può causare un tornado a New York".
L'autore segue le vicende dello sviluppo della teoria, presentando coloro che, nelle discipline più disparata, si sono imbattutti con l'incomprensibilità del 'rumore di fondo', della 'turbolenza', di tutte quelle condizioni di 'minima variazione' che, contro il tradizionale modo di intendere la fisica, finiscono per incidere sulle caratteristiche di certi fenomeni su 'larga scala': dalla meterologia alla fisica, dalla biologia alla fisiologia, dalla statistica all'economia, nel suo passare da una discplina all'altra il libro mostra quanto questa Teoria sia interdisciplinare e irrestringibile in un ambito ristretto.
Il limite del libro, oltre al suo essere datato, è forse quello di non riuscire ad essere di lettura troppo agevole: dipenda dall'originale o dalla traduzione, si ha un'impressione di eccessiva dispersione; poco riuscito in questo caso anche il classico 'giochino' della divulgazione scientifica, di presentare dei brevi profili dei vari scienziati e poi passare ai loro risultati: la variazione è spesso brusco, così come brusco è il passaggio dal linguaggio 'collquiale' della biografia a quello più 'complesso' della divulgazione scientifica.
Alla luce di tutto ciò, "Caos" appare essere un libro per tanti, ma non per tutti: si ha spesso l'impressione che l'autore dia per scontate certe conoscenze da parte del lettore, molto non viene spiegato nei minimi particolari, limitandosi a un 'volo d'uccello' che lascia spesso le idee confuse.
Un volume che dunque non lascia del tutto soddisfatti, che certo riesce magari nell'intento di dare un'idea di massima della Teoria del Caos e delle sue applicazioni, ma che appare mancare l'obbiettivo allorché si tratta di scendere un pò più nello specifico.

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