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X-MEN: L'INIZIO

Di: Marcello Berlich | 27/06/2011
Gli X-Men prima degli X-Men, ovvero: la storia del primo incontro tra il professor Xavier e Magneto, circondati dal primo nucleo di quello che diventerà il primo supergruppo mutante dell'universo Marvel, uniti per affrontare la minaccia di un altro mutante, impegnato a far scatenare la Terza Guerra Mondiale (con la crisi dei missili di Cuba del '62), per decimare il genere umano e permettere ai mutanti di accelerare il proprio destino e diventare la specie dominante del pianeta, ma anche la storia della nascita di quello strano rapporto di amicizia e 'fiera inimicizia' tra il professore fautore della convivenza pacifica tra umani e mutanti, e Magneto, fiero sostenitore dell'inevitabilità del 'salto evolutivo', che rappresenta la cifra di quarant'anni e passa di vicende mutanti marvelliane.
"X-Men: L'inizio" sembrava destinato a passare quasi inosservato, incastonato com'è stato tra le uscite dei due 'pesi massimi' "Thor" e "Capitan America", in quella che per i Marvel-fan al cinema è la stagione più copiosa di sempre: il classico 'vaso di coccio tra vasi di ferro' e invece, il 'rischio' è che dalla sfida a tre esca vincitore proprio lui.
Il regista Matthew Vaughn, che di adattamenti fumettistici è ormai un esperto, avendo già lavorato a quelli di "Stardust" e del più recente "Kick Ass" riesce a cogliere in pieno l'atmosfera dei primi albi della Marvel, anche e soprattutto grazie all'idea di ambientare il film proprio in quegli anni '60 cui risale la creazione dei personaggi. Un film il cui merito maggiore è quello - ed è la prima volta che succede - di aggiungere qualcosa alla continuity 'cartacea' dei personaggi: volendo essere più chiari, mentre i precedenti adattamenti si limitavano a riprendere, con qualche variazione, le origini dei personaggi e alcune storie già lette, stavolta, grazie all'escamotage del 'cosa è successo prima', la storia aggiunge tasselli prima ignoti ai lettori; in effetti le vicende precedenti alla creazione della prima vera e propria squadra di X-Men negli albi sono state raccontate episodicamente, a spizzichi e bocconi, e mai in maniera filologica, il che ha lasciato agli sceneggiatori spazi aperti per raccontare alcuni trascorsi ignoti dei vari personaggi.
A sorreggere il film è dunque innanzitutto una sceneggiatura coinvolgente, che non si lascia sfuggire alcuna occasione per mettere in scena le classiche sequenze mozzafiato, ma nemmeno le immancabile parentesi 'leggere' (sui cui spicca l'apparizione, diventata subito di 'culto' tra gli appassionati, di Wolverine, naturalmente interpretato da Hugh Jackman); a interpretarla, un cast ben assemblato di buon livello, a partire da Jame McAvoy (Xavier) - già visto in Wanted e Michael Fassbender (visto in "Bastardi senza gloria" e prossimamente in "A dangerous method" di Cronenberg e "Haywire" di Soderbergh), un convincente Magneto, cui si aggiunge Kevin Bacon nel ruolo del 'cattivo', assieme a un manipolo di giovani attori e belle figliole (che non tralasciano di mostrare le proprie grazie, nei limiti del consentito di un 'film per tutti'), trai quali si segnala Nicholas Hoult, giunto al successo con la serie televisiva "Skins", ma che molti ricorderanno come il ragazzino di "About a boy".
Un adattamento riuscitissimo, che non mancherà di soddisfare i fan della serie e che lascerà meno del solito nello 'spettatore comune' la tipica sensazione di non godere pienamente della storia, non conoscendone alcuni dei 'sottintesi'...

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