Cerca tra i 5479 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

STORIE PER L'8 MARZO

Di: Gianluca Cicinelli | 07/03/2011
Volevo chiedere alle donne se considerano Simona Ventura come simbolo di una riscossa o come interpretazione femminile della stessa idea maschile di potere. L'8 marzo è qua e un paio di discorsi privi di ipocrisia si devono fare, visto che mai come quest'anno le donne si sono riprese la scena della società e della politica. Da una parte ci sono le donne di Arcore. Sono entrate nella cronaca un po' come le telefonate di Moggi, cioè come immaginavi che si vendevano le partite ma non pensavi che le indagini dimostrassero che il mondo è anche peggio del tuo pessimismo, così abbiamo constatato che a fianco di donne che lottano per una società dove ci siano pari opportunità per le persone c'è una fetta di donne, che sarebbe demenziale più che ipocrita definire "sfruttate", che di quel potere maschilista, sessista e retrogrado sono le cantrici più fedeli.
Quando è stata convocata la manifestazione delle donne del 13 febbraio nell'appello secondo me c'era una nota stonata. L'appello invitava gli uomini a rompere il silenzio e a stroncare la connivenza, fatta anche di battute da bar, con quel sistema maschilista. Nel leggere quelle parole ho pensato che le amiche e compagne promotrici di quella manifestazione avevano commesso stavolta un errore di grave sottovalutazione. Si erano cioè rivolte agli uomini come destinatari del messaggio, rivolgendosi a uomini degli anni 70, uomini del secolo scorso. Non sono così sciocco o supponente da pensare che oggi gli uomini abbiano capito e rimediato agli errori. Proprio per niente purtroppo, basta guardare le statistiche e vedere quante donne siedono nelle stanze dei bottoni, in politica come nelle industrie, basta pensare che le retribuzioni femminili sono ancora più basse a parità di mansioni per motivi metafisici, che ancora oggi sul lavoro l'idea di maternità precede la concretezza del licenziamento, che sono tra le più colpite ad esempio con l'innalzamento della loro età pensionabile dalla tempesta neoliberista che colpisce il pianeta.
Le persone che frequento e con cui parlo sono però persone che fanno una vita normale, liberi di ragionare su sentimenti e moralità complesse, quelle di individui che pur spaventati dalla tracotanza attuale delle donne, impensabile fino a due decenni fa, continuano a cercare di capire ed essere corretti. Anche generazionalmente e quasi geneticamente non sono più quei maschi rozzi e stupratori che hanno distrutto talvolta le vite delle nostre mamme, hanno assorbito la lezione del femminismo esasperato che li ha posti e bollati tutti in quella posizione, assumendosene una responsabilità collettiva pur quando non ne avevano di personale. Per questo questi uomini non possono essere i destinatari di quell'appello che invitava a infrangere l'omertà. Perchè noi abbiamo cominciato a romperla quell'omertà mentre il muro si è alzato proprio all'interno del mondo delle donne. I destinatari di quell'appello sono innanzitutto i "mostri" consumistici elevati a feticcio dalle donne che ruotano intorno a Berlusconi. E' il caso a mio avviso che due chiacchiere cominciate a farvele tra di voi senza l'alibi del maschio stupratore, così riuscirete ad essere franche e dirette e forse, come si sussurra in giro, più feroci degli uomini.
Sarebbe molto utile che questo 8 marzo anzichè consumare pizza e mimose, oppure facendolo se questo vi piace, vi riuniste e onestamente diceste due parole sulle donne di Berlusconi. Altrimenti rischiate di andare incontro alla sindrome israeliana, cioè tutti sanno che i palestinesi devono avere uno stato ma se provi a dirlo sei accusato di essere antisemita. Se da voi venisse una parola di buon senso sulla differenza tra una ragazza rapita, violentata e buttata per strada e una escort di Berlusconi allora trovereste molto ascolto negli uomini, disponibilità a crescere insieme. Se vi ostinate a dire che quelle tizie sono comunque violentate da una cultura maschilista rimarrete sole e autoreferenziali. Perchè con questo ragionamento offenderete tutte quelle donne, e sono tante, che in questi anni si sono fatte licenziare piuttosto che cedere alle avances dei loro datori di lavoro, piuttosto che piegare la testa a un ricatto di qualsiasi genere. Se promuovete ad eroine le donne che hanno mantenuto dignità e a povere vittime quelle di Arcore, allora state dicendo che la normalità è Berlusconi.
Per questo ripropongo la questione di Simona Ventura. Perchè io non ho ancora capito in cosa si differenzia un'ipotetico potere femminile da un potere maschile. Perchè il modello Ventura, soprassedendo sul tipo di tv che propone, è arrogante, prepotente, rampante, ma soprattutto vincente. A me però sembra molto maschile, cioè è una che per restare ai vertici farebbe e fa le stesse cose che fanno i maschi. Però è una donna che sta al vertice e allora sarei curioso di sapere se è quella l'alternativa o ci sono altre culture all'interno del mondo delle donne che intendono rapportarsi al mondo degli uomini costruttivamente, offrendo altri modelli con cui confrontarsi. Perchè questi sono altrettanto poveri di quelli maschili.

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST