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MISFITS

Di: Marcello Berlich | 23/02/2011
Quando si tratta di supereroi, sembra ormai abbastanza assodato come gli inglesi provino un certo gusto a prendere tutto ciò che negli U.S.A. è lucente e - appunto - 'eroico', rivoltarlo come un pedalino e trasformarlo in qualcosa di oscuro, passandogli sopra un bello strato di ironia 'nera' (richiamando in questo il famoso "Killing Joke", lo scherzo che uccide, titolo di una delle più famose graphic novel di Batman, scritta, appunto, dall'inglese Alan Moore, in cui la lotta 'storica' tra Batman e il Joker si rivelava alla fine un gioco 'macabro', al quale partecipava in fondo volentieri anche il Cavaliere Oscuro). Già negli '80, gente come Moore, Gaiman e Morrison, tradusse le luminose icone americane in personaggi che sostanzialmente si mettevano un costume e andavano in giro a 'picchiare i cattivi' per mettere a tacere i propri demoni interiori e placare le proprie nevrosi.
Misfits, prodotto dal canale inglese E4, e mandato in onda nel Regno Unito a fine 2009, trasmesso su Sky già da qualche mese, ma rilanciato a tempo di record in chiaro dai Rai 4, rappresenta un pò il lato oscuro di ciò che negli U.S.A. è stato l'osannato "Heroes"; se vogliamo trovare un paragone più calzante, diciamo che in questa serie (la prima stagione ha compreso sei episodi, dei quali tre già mandati su Rai4, mentre la seconda è stata già trasmessa in Gran Bretagna) è stato fatto per la materia 'supereroistica', ciò che per il mondo adolescenziale in genere è stato fatto per 'Skins', avendo presente il contrasto con certe serie 'patinate' d'oltreoceano.
Avendo visto solo metà della prima stagione, il giudizio non può essere che parziale, e ci si ritornerà magari a visiome completata; tuttavia, qualche considerazione puà già essere fatta.
La storia in sé, è classicamente 'da comics': un gruppo di giovani si trova sotto un temporale improvviso e 'molto strano', viene colpito da un fulmine, e si accorge di avere acquisito dei poteri: ce ne sono di ampiamente 'classici' (lettura del pensiero, invisibilità), di meno visti (visione del futuro a breve termine) e di più intriganti (e un filo 'ammiccanti'): come quello di un ragazza che rilascia un potentissimo feromone e ingenera in chi viene a contatto con lei improvvisi appetiti sessuali...
La differenza rispetto al 'consueto', è che i protagonisti sono dei ragazzi sbandati, con situazioni familiari difficili, personalità problematiche, problemi di socializzazione: si va dall'orfano di padre la cui madre passa da una storia all'altra, e la promessa dell'atletica finita in un giro di droga.
I cinque (uno dei quali al momento ancora non ha scoperto la natura del suo 'potere', ed è abbastanza certo che questo sarà l'enigma 'risolto' della prima stagione), si accorgono abbastanza presto di non essere gli unici a essere stati 'cambiati', e ciò li porterà rapidamente a commettere un errore dietro l'altro, trovandosi in una marea di problemi: il fatto è che, mentre nell'immaginario comune il 'superpotere' viene vissuto come una sorta di 'dono', nel caso dei protagonisti di Misfits (complice anche la consueta 'incontrollabilità' dei poteri appena acquisiti) finisce per costituire un impiccio, l'ennesimo accidente arrivato a incasinare una vita nella quale non c'era assolutamente bisogno di ulteriori grane. Gli 'eroi' di Misfits sono alla fine diversi sia da quelli degli scrittori inglesi degli anni '80 (qui non c'è gente che picchia i cattivi per curare le proprie nevrosi), e si avvicinano maggiormente ai 'supereroi con superproblemi' di Stan Lee e della Marvel, andando però oltre, o meglio ricordando nello specifico i mutanti, coi loro poteri 'non richiesti' e considerati sostanzialmente una 'barriera' rispetto agli altri.
I protagonisti di Misfits non uniscono le forze per 'fare il bene' come i Fantastici 4, o i Vendicatori: piuttosto, finiscono per sentirsi ulteriormente emarginati dal contesto in cui vivono, non sapendo assolutamente cosa fare delle capacità che gli sono capitate, peraltro non riuscendo a controllarle, e finendo puntualmente per mettersi nei casini più di quanto già non siano.
L'idea non sarà forse originalissima, tuttavia lungo la serie si avverte un'atmosfera di disillusione (benché sovente colorata di ironia macabra) di 'assenza di futuro', quasi di 'disperazione', che forse sui fumetti 'di carta' si è già vista, ma che in televisione è sostanzialmente nuova: i protagonisti di Misfits sono allo sbando, i poteri che hanno acquisito non li aiutano, né sono visti come una via di uscita da questa situazione. Il cinismo è tale che alla fine del primo episodio uno di loro afferma che i poteri gli verranno meno come sono arrivati, perché 'qui non siamo in America', rivendicazione palese degli autori rispetto alla volontà di svincolarsi dal modello dell'avventura - e - botte d'oltreoceano.
Chi è curioso, può vederlo su Rai4 il giovedì verso le 23.30: alla fine della prima serie mancano ancora tre episodi, c'è tempo per affezionarsi e, soprattutto, per vedere dove la serie andrà a parare...

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