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I POPOLI VORREBBERO PANE, I TIRANNI BEVONO SEMPRE SANGUE.

Di: Gianluca Cicinelli | 31/01/2011
Può in questo periodo storico una protesta nata dai bisogni e quindi laica per definizione innescare la scintilla della liberazione dei popoli arabi dalla dittatura dei governi filo occidentali e da quella dell'estremismo religioso? Limitiamoci ad esaminare i fatti.
In Tunisia un ambulante precario e vessato dalla polizia si è dato fuoco. Nasce così la rivolta che gli osservatori hanno definito rivolta del pane. Ben Ali è scappato e con lui moglie e figli, casualmente con diverse tonnellate d'oro nel baule del charter (ma dopo i venti chili di bagaglio scatterà la soprattassa anche per i dittatori in fuga? Chissà, devo chiedere a Ryan Air). E' difficile non collegare questo ladrone al particolare che venne imposto sul trono di Tunisi da un signore che anni dopo dovette scappare egli stesso dall'Italia col Bottino, Craxi, rifugiandosi proprio in Tunisia.
In Algeria emulano il gesto. Anche qui la rivolta, così si dice, sembra essere per il pane. Said Saidi, leader del partito d'opposizione, annunciando per il 12 febbraio prossimo una nuova protesta ad Algeri a cui parteciperanno anche sindacati autonomi e associazioni, ha raccontato che nella capitale Algeri due giovani di 26 e 21 anni si sono dati fuoco in strada. Algeri per i più grandi è il simbolo dell'emancipazione araba dal colonialismo occidentale. Per i più giovani è quella dove il Fis integralista nel '92 vinse le elezioni spargendo sangue e le elezioni furono annullate con ancora maggior spargimento di sangue.
In Egitto stesso scenario e complicazioni internazionali assai più devastanti per la regione, visti i rapporti di buon vicinato di Mubarak con Israele.. Una rivolta che potrebbe essere repressa spargendo ancora più sangue di quello spremuto fin qui dai fedelissimi del dittatore egiziano, mentre moglie.e figli scappano a Londra. Di sicuro non giocheranno con la famiglia di Ben Ali, col cavolo che loro sono rimasti nell'area, il loro rifugio svela chi è che sostiene Mubarak e contro chi lottano davvero i rivoltosi, se ci fosse stato ancora qualche dubbio.
E poi la Giordania. In Libano Hezbollah forma un nuovo governo. L’Iraq è occupato dagli americani e dalla coalizione internazionale. L’Iran ha represso i rivoltosi. L’Afghanistan è sempre più instabile e in mano ai Talebani. In Pakistan la rivolta è quotidiana, ma comandano i servizi segreti e nessuno sa chi comanda i servizi segreti. La Libia tace ma minaccia chiunque pensi soltanto qualcosa di diverso dal colonnello. Il Marocco tace. L’Arabia Saudita tace. Lo Yemen è lontano.
Il mondo islamico è scosso nelle fondamenta del terrore, cioè i dittatori installati dagli americani o europei vengono cacciati. Non tutti però. La rivolta parte come una miccia, coinvolgendo in prima persona il fanatismo religioso. E’ un caso o una strategia che i paesi più in rivolta sono quelli (Tunisia, Algeria, Egitto, Giordania, Libano) dove la maggioranza, in libere elezioni andrebbe ai partiti in cui si riconoscono gli estremisti religiosi.
Non è un caso. Non può esserlo. L’Europa ha paura di governi confessionali islamici alle sue porte. Non è mai stata condannata la presa del potere di Ben Ali in Tunisia, così come in Algeria. In Egitto Hosni Mubarak (che non è lo zio di Ruby Rubacuori, come affermato dal Premier Berlusconi) ininterrottamente governa da trenta anni con l’appoggio dei militari, degli americani e di Israele. El Baradei, il nobel per la pace, egiziano laico che cerca di dare un senso alla rabbia dei rivoltosi del Cairo, è inviso al governo, ma anche ai fondamentalisti. Insomma, l'amara realtà è che le scintille senza appoggio religioso non detonano in medio oriente.
In Tunisia tenteranno di riciclare qualche arnese fuoriuso, in Algeria altrettanto. Sono aree strategiche per l’Europa, non consentiranno libere elezioni che porteranno al governo i religiosi. Lo stesso accadrà in Egitto. I rivoltosi saranno rivoltati dai poteri forti internazionali, dai servizi segreti che già tramano all’ombra delle piramidi. Lasceranno il Libano ad Hezbollah, pagando dazio a Siria e Iran. Lasceranno i Palestinesi al loro tragico destino, stringendo ancora di più il blocco di Gaza. Lasceranno i corpi dei nostri alpini sul terreno afghano, mentre il premier fa il bunga bunga. Lasceranno l’Arabia Saudita al re. L’Iran agli iman e i pozzi irakeni alle multinazionali americane.
Tutto sta cambiando perché nulla cambi e tutto rimanga immutato. Non ci sono nuovi equilibri in medio oriente. I rivoltosi sono morti e sono stati rivoltati con la faccia sottoterra. L'Europa non interviene nè con aiuti alimentari nè spendendo una parola per la democrazia, con cui si riempie la bocca ad ogni piè sospinto quando arrivano avvisi di garanzia per i suoi governanti. Per arrivare al giorno in cui i bambini arabi studiando la storia troveranno insensato il sangue sparso per il potere dei religiosi così come noi oggi troviamo insensato il sangue sparso dall'inquisizione medievale occorrono ancora molti decenni.

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