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Di: Gianni Ciaccio | 07/02/2007

Guerre, conflitti non dichiarati, terremoti, epidemie, siccità... in molte parti del mondo, emergenze naturali e disastri provocati dall'uomo continuano a colpire le popolazioni più indifese e, primi fra tutti, i bambini.

L'UNICEF, nel suo RAPPORTO SULL'INTERVENTO UMANITARIO 2007, riporta una serie di paesi nel mondo dove la situazione dei più deboli, bambini e donne, soffre le lacune e le carenze di tradizioni, culture e governi mediocri.

L'Unicef indica strade, progetti e relativi costi. Noi oggi sottolineiamo solo la situazione dei bambini.

 

-EUROPA CENTRALE, ORIENTALE, CSI.

Nonostante i progressi economici e politici, in molte aree della regione la situazione umanitaria dei bambini e delle donne è ancora precaria. Conflitti e instabilità sono presenti dappertutto e sono numerose le zone caratterizzate da insicurezza, devastazione delle infrastrutture sociali ed economiche e amministrazioni e governi deboli o addirittura al collasso. Condizioni del genere rendono l’esistenza di donne e bambini particolarmente a rischio di violazioni dei loro diritti, malnutrizione e disastri legati alla povertà. In più di metà dei 20 paesi della regione sono presenti sfollati (IDP), con i bambini sfollati spesso privati dell’accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria, ai servizi di assistenza o di protezione. L’ingresso delle organizzazioni internazionali e l’arrivo degli aiuti umanitari nelle zone di guerra sono spesso ostacolati da motivi di sicurezza e difficoltà politiche.

La regione è continuamente esposta al pericolo di disastri naturali. La maggior parte dei paesi dell’area rischia di subire periodicamente le conseguenze di terremoti e alluvioni dagli effetti devastanti; in paesi montuosi, come l’Azerbaigian, il Kirghizistan e il Tagikistan, le frane sono frequenti; anche la siccità rappresenta un problema grave per i paesi dell’Asia centrale. Inoltre nel 2006, in più della metà dei paesi, è stata accertata la presenza dell’influenza aviaria, che in Azerbaigian e in Turchia ha colpito anche alcuni esseri umani. Gran parte della regione si trova lungo le rotte migratorie degli uccelli ed è, quindi, vulnerabile di fronte a futuri nuovi focolai d’influenza aviaria.

-ASIA ORIENTALE E PACIFICO

La regione dell’Asia orientale e del Pacifico ha dovuto far fronte a un aumento nel numero e nella dimensioni delle emergenze umanitarie. L’Indonesia e i paesi che si trovano lungo il cosiddetto anello di fuoco tra il nord di Sumatra e il Pacifico sono stati colpiti da vari terremoti di media e alta intensità. Terremoti ed eruzioni vulcaniche si sono verificati anche in numerosi altri paesi della regione, mentre sulla Cina, sulla Repubblica popolare democratica di Corea, sulle Filippine, sulla Thailandia e sul Vietnam si sono abbattuti cicloni, tifoni, piogge torrenziali e alluvioni.
I conflitti armati hanno continuato a causare distruzione, spostamenti di popolazioni e morti in tutta l’area, colpendo soprattutto le donne e i bambini. Il drammatico dilagare della violenza verificatosi a Timor-Leste ad aprile e maggio dello scorso anno ha provocato esodi di massa. In Myanmar vivono quasi 600.000 sfollati; diverse migliaia sono quelli dell’Indonesia e delle Filippine e altrettanti sono i rifugiati in fuga dal Myanmar, stabilitisi lungo il confine con la Thailandia. Le persone in cerca d’asilo provenienti dall’Indonesia, dalla Repubblica popolare democratica del Laos, dal Myanmar e dal Vietnam, lottano per i loro diritti, in una regione dove diversi paesi non hanno ancora ratificato la Convenzione sui Rifugiati. Sempre più preoccupante è il fenomeno dei bambini coinvolti e/o reclutati dai gruppi armati in Myanmar, nelle Filippine e nei campi profughi della Thailandia. Il coinvolgimento dei giovani nelle violenze è sempre più comune a Bougainville (Papua Nuova Guinea), nelle Isole Salomone e a Timor-Leste. L’escalation in tutto il mondo dei casi di essere umani contagiati dall’influenza aviaria, sin dai primi mesi del 2006, e i recenti decessi verificatisi in Indonesia hanno moltiplicato i timori per un possibile mutazione del virus in una malattia che può trasmettersi da uomo a uomo.

-AFRICA ORIENTALE E MERIDIONALE

Negli ultimi dieci anni, l’Africa orientale e meridionale è stata colpita dalle emergenze umanitarie più di qualsiasi altra regione del mondo. Conflitti armati e guerre civili, crollo di governi e amministrazioni, siccità e alluvioni, e varie epidemie hanno rappresentato delle notevoli barriere alla realizzazione dei diritti delle donne e dei bambini. La regione continua a dover far fronte a complesse crisi umanitarie e il 2006 non ha costituito un’eccezione. L’anno si è aperto con una gravissima crisi nel Corno d’Africa, dove la siccità ha colpito 8 milioni di persone a Gibuti, in Eritrea, in Etiopia, in Kenya e in Somalia. Successivamente la regione è stata devastata dalle alluvioni. Alla fine dell’anno, le tensioni riemerse all’interno della Somalia hanno limitato notevolmente le possibilità di ingresso dall’estero, impedendo così l’arrivo di aiuti umanitari destinati a 1,8 milioni di persone nelle province centrali e meridionali della Somalia.

-MEDIO ORIENTE E AFRICA SETTENTRIONALE

Il Medio oriente e la regione dell’Africa settentrionale continuano a essere colpiti da emergenze, sia provocate da fattori umani sia naturali, ed è sempre più pericoloso garantire l’assistenza umanitaria. In Iraq continuano violenze, assenza di legalità e ordine pubblico, con enormi difficoltà per le organizzazioni umanitarie. Dal 2003 la violenza all’interno del paese ha prodotto 360.000 sfollati e ha costretto 1,2 milioni di iracheni a lasciare il paese. La guerra in Libano ha danneggiato gravemente le infrastrutture nazionali, ha causato un gran numero di vittime (1/3 delle quali bambini), ha determinato lo spostamento di un più di 1/5 della popolazione e ne ostacola il ritorno nelle aree di origine devastate. L’impiego e la persistente presenza sul territorio di bombe a grappolo (cluster bombs) e ordigni inesplosi rappresentano un grave rischio. La situazione nei Territori palestinesi occupati (TPO) rimane tesa, con restrizioni dei finanziamenti, limitazioni all’accesso e continue chiusure delle infrastrutture, che oltre a causare tensioni politiche danneggiano i diritti dei bambini all’istruzione, al gioco, alla salute e alla nutrizione. In Sudan, nonostante la massiccia mobilitazione umanitaria seguita alla crisi del Darfur, la situazione è estremamente precaria, con 4 milioni di persone colpite dall’emergenza e 2 milioni di sfollati; Nazioni Unite e governo non riescono a trovare un’intesa per la protezione dei civili, le agenzie umanitarie lavorano in condizioni difficili e pericolose. Nel Sudan meridionale le precarie condizioni di sicurezza e l’assenza di servizi di base sono motivo di preoccupazione per il gran numero di sfollati e rifugiati.
Inoltre, i bambini e le donne sono costantemente esposti al rischio di disastri naturali in paesi frequentemente colpiti da inondazioni, siccità e terremoti, come Gibuti, Iran e Sudan – e in misura minore Algeria, Marocco e Yemen. Altrettanto allarmanti sono i focolai di influenza aviaria a Gibuti, Egitto e Iran.

-ASIA MERIDIONALE, AMERICA LATINA, AFRICA OCCIDENTALE E CENTRALE...

 

Lo spazio non ci consente di analizzare tutto il mondo e non è nemmeno questo l'obiettivo ha cui teniamo.

Diamo solo piccoli input, chi vorrà, potrà leggersi tutte le 56 pagine del rapporto. L'importante è non credere che il nostro orticello, condominio, soap opera, squadra di calcio, famiglia o religione, siano tutto. Il TUTTO non ci appartiene, magari solo qualche briciola...


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