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L'INIZIO DELLA FINE. Sopravvivere al 2011

Di: Gianluca Cicinelli | 03/01/2011
Mai l'orlo del baratro è stato così vicino. Il 2011 che si affaccia trova il nostro paese in uno stato di povertà tale che l'aspetto economico sembra quasi essere il problema minore.
Abbiamo parlato più volte della rivolta studentesca, perchè nel mondo della scuola, della formazione, della cultura e della ricerca, si annida il futuro di una nazione. Ora che la riforma Gelmini-Signorini (perchè il direttore di Chi, non scordiamolo, è il vero ideologo del regime berlusconiano) è diventata legge, per chi volesse imparare qualcosa e, addiruttura, lavorare dopo la scuola, non resta che il limbo del nulla, a meno che non si provenga da famiglie agiate in grado di provvedere privatamente.
L'industria italiana, quella finzione tenuta in vita artificialmente con i soldi pubblici, produce solo disoccupazione autoritarismo e morte sul lavoro. I prodotti italiani non si vendono perchè di cattiva qualità al punto che introdurre elementi di mercato vero in questo paese costituirebbe già un elemento di progresso. Ciò che accade a Mirafiori e Pomigliano è grave oltre l'aspetto dell'accordo economico, perchè immette nel dibattito politico un ricatto che ricorda da vicino quello dei regimi autoritari: non solo se parli, se sei contro qualcosa, se critichi perdi il posto, ma lo perdi anche se fai troppe pause per fare pipì.
Il precariato, che ormai rappresenta il nucleo centrale del rapporto degli italiani con il lavoro, è ormai regolato dal Collegato Lavoro. Un capolavoro legislativo che senza apparentemente toccare i diritti dei lavoratori li rende nella realtà inapplicabili modificando le regole dei passi giuridici per reclamare i propri diritti. Per fare un esempio, la legge concede ai precari 60 giorni per ricorrere contro il datore di lavoro dalla scadenza dell'ultimo contratto: in questo paese dove tutti vivono aspettando che al decimo rinnovo il contratto precario (di solito rinnovato a 90 giorni) si trasformi almeno in un tempo determinato, questo significa che nessuno farà causa al padrone. Vi risparmio particolari più tecnici, come quello per cui la conciliazione diventa inutile per il lavoratore perchè anche se vedrà riconosciute le sue contestazioni non avrà indietro l'intero maltolto ma al massimo 12 mensilità, anche se la causa affronta 4 anni di rapporto. E visto che parlavamo di scuola, come non notare che nel Collegato viene indicata la possibilità di assolvere l'ultimo anno di scuola, dai 15 ai 16 anni, con un contratto di apprendistato. Nel nostro paese, tra l'altro questi contratti vanno dai 15 fino ai 24 anni, questo equivale a gettare nelle mani del lavoro nero dei quasi-bambini con la presa in giro della formazione accompagnandoli senza diritti fino all'età del matrimonio.
Continua la guerra in Afghanistan e continuano le stragi tra la popolazione civile, senza oltretutto raggiungere i risultati che gli "esportatori della democrazia" si erano prefissi. L'imbecillità di chi si stupisce che anche gli italiani muoiano in una guerra (ma cosa pensate che noi spariamo e gli altri stanno lì a guardare?) è solo parzialmente attenuata dal dolore che abbiamo il dovere di provare per ogni essere umano che muore. L'inutilità della guerra in sè, ma per noi in particolare di questa guerra che a noi nessuno ha dichiarato e che serve per tenere al potere un acclarato trafficante di oppio spacciato come rappresentante della democrazia, rende queste morti ancora più crudeli.
Il sistema sanitario nazionale è ormai ridotto a chirurghi che in sala parto si picchiano come fabbri, a neonati che se vengono alla luce in ospedali come quello di Partinico hanno una possibilità di sopravvivenza limitata al 70%, sette bimbi morti in due anni, a medici che usano il pubblico per alimentare il loro privato, a farmacisti a cui potrebbe venir concesso il diritto all'obiezione di coscienza per impedire alle donne di decidere del loro futuro. Tutto questo al netto dell'aumento dei ticket per le prestazioni sanitarie in tutta Italia.
Vorrei non parlare delle prigioni perchè fa ancora male il ricordo di Stefano Cucchi. Ma come non ricordare che ogni anno a togliersi la vita sono circa cento persone nelle galere italiane, spesso con pene non lunghe da scontare, indice di uno stato d'invivibilità che fa ancor più rabbia pensando a quanti sono a piede libero nonostante reati ben più gravi della coltivazione di una pianta di marijuana in casa.
Dell'informazione abbiamo parlato molte volte e mi taccio per non ripetere concetti già noti. E siccome in questo paese niente è normale, finisce che ti tocca difendere giornali inutili, che non vendono una copia in edicola nemmeno se minacci fisicamente i lettori, perchè ci lavorano decine di colleghi bravi e incolpevoli. E finisce che questo governo sia così spregevole da mettere i finanziamenti all'editoria in contrapposizione a quelli del 5 per mille del volontariato, aizzando l'un contro l'altro due soggetti che non c'è alcun motivo che siano l'un contro l'altro.
C'è poi la questione del federalismo. Non quello per cui l'emisegretario della Lega nord minaccia elezioni se non si farà, ma quello vero, quello che dovrebbe rendere più civile l'Italia, più eque entrate ed uscite, più compatibili col territorio le sterminate burocrazie nostrane, l'eliminazione dei privilegi nei percorsi delle pratiche per aziende e privati. Chi l'ha visto?
Voglio allora chiudere approfittando per rispondere a un lettore, Giulio, che ringrazio per l'attenzione, che in privato mi ha scritto accusandomi di prendermela sempre con la sinistra anzichè con il centrodestra. Pensavo proprio a te Giulio e ai miei altri amici e lettori che mi fanno lo stesso appunto da qualche anno A te e a chi mi rimprovera questa posizione rispondo invitando a leggere con attenzione la lunga, e incompleta, lista che ho testè scritto: se qualcuno su almeno uno dei temi elencati mi ricorda non un'interrogazione in parlamento ma almeno una lotta vera e unitaria messa in piedi da Federazione della sinistra, da Sel, dal Pd e anche dai sedicenti centrosinistri dell'Idv, coinvolgendo i cittadini e indicando obiettivi da raggiungere io mi vado a buttare nudo a Fontana di Trevi. Le uniche lotte degli ultimi tempi che hanno avuto un qualche impatto sull'opinione pubblica, quella degli studenti ma ci tengo a ricordare quella sull'acqua pubblica, sono venute completamente dal basso. Il clima è tale che oggi la Fiom non deve lottare solo contro la Fiat ma contro metà, speriamo sia solo metà, del Pd. Il clima è tale che i Savonarola da strapazzo come Di Pietro del "tutti in galera" hanno nelle loro liste gente che dovrebbe già starci da tempo in galera. Il clima è tale che Vendola, che forse è il male minore, ancora non ci ha detto cosa farebbe da premier e cosa ha combinato in Puglia con l'appalto del S.Raffaele. Il clima è tale che Veltroni sta ancora in Italia. Il clima è tale che a Catania è in corso un'indagine sugli appalti assegnati senza bando di cui avrebbe beneficiato il marito della capogruppo del Pd al Senato.
Il clima è tale che il tappo salterà quando meno ce lo aspetteremo perchè a furia di informarci solo su Repubblica.it nemmeno noi sappiamo più con esattezza che punto di non ritorno abbia raggiunto il baratro italiano. E a beneficiarne, in questa continua assenza ingiustificata della sinistra, sarà chi ha interesse a mantenere le cose come stanno. Per questo rimango convinto che il problema economico, pur grave, non è il problema principale dell'Italia.

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