Cerca tra i 5478 podcast,
l'archivio delle nostre trasmisioni dal 2006

DIARY OF THE DEAD

Di: Marcello Berlich | 24/11/2010
Pur avendo idealmente concluso la saga dei 'morti viventi' con "Land of the Dead", George Romeno ha dimostrato di non essersi minimamente disaffezionato alle sue creature: così nel 2007, torna sul luogo del delitto, con un'attitudine squisitamente 'do it yourself', in mancanza di un major interessata all'argomento. Quello di "Diary of the dead" (girato nel 2007 e uscito nel 2008, seguito a breve giro di posta da "Survival of the dead") ritorno sul luogo del delitto lo è sotto ogni aspetto, perché il nostro ricomincia da capo, raccontandoci nuovamente l'espolosione dell'epidemia, ambientandola ai giorni nostri. Al centro del film, un gruppo di studenti del college, che al momento del 'ritorno dei morti' si trovano in un bosco a girare, tra l'altro, proprio un film horror. Seguendo il canovaccio tipico del 'genere', assisteremo alla loro fuga, a vari incontri con viventi e non, fino al classico asserragliamento, con le consuete conseguenze... La riflessione stavolta è tutta sulla comunicazione, sulla separazione che si verifica al di là non solo dello schemo, ma della stessa telecamera: i giovani del gruppo con le telecamere a loro disposizione costruiscono infatti una sorta di 'diario' (quello del titolo) della loro fuga, ma lo stare continuamente dietro alla telecamera, finisce per portarli ad assumere un atteggiamento del tutto impersonale: non è un caso se il film si apre con la fuga - finta - di una ragazza da una mummia, e se la scena più densa di pathos del film è la medesima fuga con i medesimi protagonisti, unica differenza il fatto che l'attore vestito da mummia è ora diventato un morto vivente: ma l'atteggiamento del protagonista dietro la telecamera è lo stesso, freddo e impersonale. Altro filone, quello della comunicazione: mentre le autorità e i media ufficiali cercano di nascondere quello che sta succedendo, Internet e i social network assolvono alla funzione di raccontare la verità, in una riflessione su come la rete sembra destinata a cambiare le modalità di informazione a livello globale. Interessante quindi per l'essere ambientato ai giorni nostri, "Diary of the dead" è sicuramente più riuscito del suo predecessore, quel "Land of..." che certo colpiva, ma che assumeva fin troppo spesso dei contorni abbastanza comici: il ritorno ad un cinema fatto di pochi mezzi, affidato certo alle scene 'ad effetto', ma anche al 'non si sa cosa si trova dietro l'angolo', o a scene viste attraverso le telecamere di un circuito di sicurezza, che ci illustrano l'ignaro spostarsi dei protagonisti, col 'mostro' a pochi metri di distanza, ha sicuramente fatto bene a Romero. Non sarà probabilmente ricordato come un capolavoro, ma come il valido prodotto di un abile artigiano del genere. Il film è stato (poco e male) distribuito in Italia alla fine del 2009; attualmente è reperibile, ancora abbastanza facilmente e a prezzo contenuto, su dvd. Visto a due anni dall'uscita nelle sale, assume quasi il valore di un prologo all'attuale ritorno in voga dei 'morti viventi' sul piccolo schermo, con la riuscittissima trasposizione televisiva dell'osannato capolavoro fumettistico di "The Walking Dead" e col meno noto, ma intrigante, britannico "Dead Set", attualmente trasmesso da MTV, in cui i protagonisti asserragliati sono i protagonisti del Grande Fratello.

Condividi

     

Commenta

ULTIMI POST