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MINATORI: LE VISCERE UMANE DIMENTICATE SOTTOTERRA

Di: Gianluca Cicinelli | 22/11/2010
Vivere morendo sottoterra nel 2010 che sta finendo. Vivere respirando a fatica sottoterra mentre la Nasa cerca di raggiungere Marte con esseri umani e i telescopi catturano le immagini dei pianeti di un'altra galassia. Vivere e morire sottoterra mentre i dieci proprietari della miniera che t'imprigiona senza scampo, dal cinquasettesimo piano di un grattacielo di New York, stanno scommettendo su quanto varrà tra un anno nel mercato dei futures la materia che hai estratto lacerando i tuoi polmoni dalle viscere della terra. Vivere, lavorare, restare intrappolati e morire in miniera come ai tempi in cui Cronin scriveva “E le stelle stanno a guardare” pubblicato nel 1935.
Domenica 21 novembre 2010: “Ventotto minatori sono rimasti intrappolati sotto terra a causa di abbondanti inondazioni in una miniera cinese. L'incidente e' avvenuto in mattinata (locale) nella miniera di carbone di Batian, nei dintorni della citta' di Neijiang, nella provincia del Sichuan. In quel momento erano al lavoro 41 minatori. Quando l'inondazione ha cominciato a bloccare la miniera, 13 lavoratori sono riusciti a risalire e a salvarsi, gli altri sono rimasti intrappolati”. E uno, solo l'ultimo in ordine di tempo.
Sabato 20 novembre 2010: “La polizia neozelandese spera ancora di riuscire a trovare in vita alcuni dei 29 minatori ritenuti dispersi dopo l'esplosione di gas di venerdì scorso nella miniera di carbone di Pike River, in Nuova Zelanda: gli agenti hanno precisato di non avere "alcuna idea" sulla durata delle operazioni di soccorso”. E due.
Venerdì 19 novembre 2010: “In Bolivia due minatori boliviani sono rimasti intrappolati a 250 metri di profondità in una miniera di zinco e piombo a causa di uno smottamento di terreno a 40 chilometri da La Paz. L'incidente si è svolto all'alba di venerdì, ma solo oggi se ne è avuto notizia, perché finalmente i responsabili della miniera Hampaturi hanno chiesto aiuto ai pompieri”. E tre.
Ve li ricordate loro, solo un mese fa? “I 33 minatori cileni, il cui miracoloso salvataggio ha commosso tutto il mondo, sono arrivati ieri, domenica, a Los Angeles insieme alle star americane per partecipare all'annuale trasmissione della Cnn sugli eroi del nostro tempo”. E quattro.
Poi c'è anche mercoledì 17 novembre, anche se di tenore diverso: “Cile. Sciopero della fame 900 metri sotto terra. E' la protesta organizzata da 33 donne che si sono calate in fondo ad una miniera in disuso, in un sito chiamato Chiflon del diablo (Spiffero del diavolo) per difendere il lavoro nelle zone colpite il 27 febbraio febbraio dal terremoto e dallo tsunami. Il gruppo ha dichiarato di rappresentare piu' di 12mila abitanti del centro-sud del Cile ed e' composto da 33 donne, che hanno deciso di ispirarsi ai 33 minatori rimasti bloccati nella miniera di San Jose' per piu' di due mesi.E cinque. Fermiamoci qui, altrimenti non bastano le pagine di tutte le cartiere del mondo
Ma tutto è business, così le multinazionali che ti uccidono, come si fa con i maiali, non tralasciano neanche un pezzettino del tuo corpo quando produce reddito: “Brad Pitt è in trattative per acquisire i diritti per produrre un film sui minatori sopravvissuti per più di due mesi sottoterra in seguito ad un crollo nelle miniere in Cile”. In trattativa? Fateci capire, chi detiene “i diritti” della storia dei minatori cileni se non i minatori cileni? Naturalmente i proprietari della miniera a causa della quale hanno rischiato di morire come topi! E' semplice: prendi un Vietnam, lo bombardi, lo radi al suolo, ammazzi donne e bambini col napalm e quando il filone d'oro si è esaurito ne crei un altro in cui racconti quanto sei stato cattivo a fare il cattivo e ci fai i soldi sopra di nuovo. Business as usual.
Tutti avevano dimenticato, fatto finta di dimenticare. Nell'era delle autostrade digitali, del wireless e delle interconnessioni virtuali, la finanza fonda i suoi destini oggi più di ieri sui corpi bruciati, martoriati, violentati di uomini e donne che pur non avendo letto Carlo Marx sanno di essere sfruttati. La loro carne non è virtuale, la loro disperazione è fatta di sudore, pianto e sangue, la loro idea più ottimista del futuro è una morte dolce e naturale che almeno li sottragga alla morte con tortura della miniera, al cancro che si mangia i loro polmoni, alle risposte che non possono dare ai loro figli quando chiedono da mangiare.
Carbone, ferro, zinco, oro, nemmeno lo sappiamo con esattezza cosa estraggono dalla terra, quella che sta un po' più sotto la terra da cui escono patate e broccoli, quella che sta molto più vicina alla terra che Jules Verne voleva attraversare per arrivare al centro del pianeta. Immaginate quel pezzetto di silicio che permette a chi scrive questo articolo di scrivere sul suo pc, editare il testo, spedirlo al server del sito, pubblicarlo in modo che milioni di altri pc funzionanti con altri pezzetti di silicio possano farlo leggere ai loro proprietari. Ecco, adesso che lo avete immaginato pensate che ci sono miniere nel sud del mondo dove l'esercito viene usato per presidiare questi poli di estrazione, perchè il valore del silicio, esageriamo ma non molto, è ormai superiore a quello dell'oro. Si può quasi prefigurare un'economia futura in cui le Nazioni per i loro scambi commerciali dovranno detenere nei loro forzieri questa materia o quella più evoluta che la sostituirà per costruire gli strumenti della comunicazione pseudo virtuale dei decenni a venire.
I minatori, quei dannati della terra che producono una ricchezza con cui sarebbe possibile sfamare l'intero pianeta ma non è possibile sfamare loro.
I minatori: l'immagine dello sfruttamento più sadico dell'uomo sull'uomo del diciannovesimo, ventesimo e ventunesimo secolo.

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