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Garth Ennis - Jacen Burrows: "Le cronache di Wormwood"

Di: Marcello Berlich | 10/11/2010
Chi frequenta più o meno abitualmente il mondo della 'narrativa disegnata' non può non essersi imbattuto, almeno una volta, in Garth Ennis e nel suo "Preacher", che nella seconda metà degli anni '90 ha segnato una pietra miliare del fumetto mainstream con la sua satira corrosiva, irridente, dissacrante (ai limiti, e oltre, la blasfemia), della religione e (soprattutto) della Chiesa. Bene, se qualcuno si sia mai chiesto se ci fosse qualcosa che Ennis avrebbe ancora voluto dire sull'argomento, ma che a quei tempi non aveva potuto, a causa dei margini, per quanto ampi, di censura che probabilmente gli furono posti allora (Preacher usciva per la Vertigo, la linea 'adulta' della DC, che però restava sostanzialmente la casa editrice di Superman e Batman...), la risposta gli giunge con questo "Le cronache di Wormwood", uscito per la Avatar Comics, che col tempo si è affermata come nuova 'culla' del fumetto sci-fi, supereroistico, etc... indipendente americano, pubblicando le opere di autori come Alan Moore, Warren Ellis, Jamie Delano e, appunto, Garth Ennis, ed edita in Italia dalla Edizioni BD. In breve, "Le cronache di Wormwood" è la storia di come l'Anticristo, abituato a una placida esistenza terrestre (un ottimo lavoro come dirigente televisivo, una fidanzata, qualche periodico 'divertissement' derivante dai suoi poteri, come ad esempio portare avanti una relazione puramente carnale con Giovanna D'Arco), convocato dall'illustre 'genitore' per dare il via all'Armageddon, si rifiuti di farlo per continuare a vivere la sua vita terrestre in santa pace. Comincerà così la classica serie di peripezie/ barra vicissutidini, nella quale il nostro sarà accompagnato da un Gesù Cristo tornato per la seconda volta sulla terra, (apparentemente?) privo della memoria di chi sia dopo essersi preso una pallottola nel corso di una manifestazione di protesta, e da un coniglio parlante (che vede solo lui). Tra un viaggio all'Inferno (dove apprendiamo la fine fatta da Hitler) e in Paradiso (nel quale assistiamo a una esilarante rilettura del mito delle vergini che attenderebbero i terroristi islamici suicidi), e una puntata in Vaticano (occupato da un Papa libertino dagli smodati appetiti sessuali che non si fa scrupoli di trafficare col demonio, di fronte alle cui 'imprese' gli alti prelati si consolano col fatto che 'o era lui, o il negro'...), le "Cronache" ci offrono l'esempio forse definitivo della visione di Ennis della religione, dell'aldilà e della Chiesa. I limiti del sacrilego e del blasfemo sono abbondantemente superati (lascio perdere l'immagine data del Padreterno...), ma tutto viene presentato in maniera ironica e assolutamente divertente, come del resto avveniva con "Preacher". Disegni affidati a Jacen Burrows, il cui tratto ricorda molto da vicino quello di Steve Dillon, anch'esso a suo tempo al lavoro su "Preacher".

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