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Richard Mason - "Anime alla deriva"

Di: Marcello Berlich | 27/10/2010
Il settantenne James Farrell, dal suo maniero in Cornovaglia, ci comunica che la moglie è morta; ci dice anche che tutti pensano sia stato un suicidio, ma che in realtà ad ammazzarla è stato lui.
L'incipit è indubbiamente di quelli affascinanti e il modo di svolgere la storia, raccontando la sequenza di eventi che hanno portato a quella situazione, fino a tornare al presente è certo già visto e anche abbastanza 'furbo'; ciò non toglie che "Anime alla deriva", libro di esordio di Richard Mason, risalente al 2000, finisca per essere un 'romanzo gotico contemporaneo' con tutti i crismi: l'ineluttabilità degli eventi, il peso di una 'maledizione familiare' che finisce per sortire i suoi effetti, l'atmosfera di disastro incombente, che fatalmente si compie... il tutto incorniciato da una storia d'amore di quelle complicate, nella quale i protagonisti cercano di lottare contro il destino, ma dalla quale essi stessi finiscono per essere travolti, mostrando alla fine il peggio di loro: egoismo, gelosie, noncuranza per coloro dai quali sono amati senza ricambiare, il sentirsi in pieno diritto di passare sopra a qualsiasi ostacolo come rulli compressori pur di vivere la loro passione, solo per subire tutte le conseguenze, dolorose ai limiti dell'insopportabilità, della loro tracotanza (in maniera efficace il protagonista parla a un certo punto di 'ubris', il peccato principe della tragedia greca, del sentirsi superiori a chiunque, divinità incluse).
Difficile parlare dei personaggi di James ed Ella, i protagonisti, di Sara, l'antagonista e di Eric, l'unica reale vittima di tutta la vicenda, senza addentrarsi tra le pieghe del romanzo e finire così per svelarne il meccanismo (anche se i più 'smaliziati' col procedere delle pagine intuiranno sicuramente 'come va a finire), che lo scrittore - sudafricano di nascita, inglese di adozione - mette in scena nella alta società britannica degli anni '90, coi suoi riti e le sue ricorrenze che sembrano resistere immarcescibili al passar del tempo cadendo sulle spalle delle nuove generazioni.
Un libro che si legge tutto d'un fiato, nel quale riconosciamo il gusto di Mason per i racconti 'a flashback', espediente poi ripetuto nel successivo "Noi", dove la tinta gotica si è trasformata in una farsa dai toni apertamente crudeli.

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