Il 27 Gennaio è il GIORNO DELLA MEMORIA.
Credo che parlare di Shoa sia utile ma difficilissimo. Non riesco ancora a capire razionalmente come possano accadere e come possano essere accadute atrocità così grandi. Massacri sistematici di donne, uomini, bambini su base etnica o religiosa. Follia. O cattiveria inabissata profondamente dentro di noi. Penso a Ebrei, Nomadi, Omosessuali, tutti coloro che menti ripugnanti ritenevano da eliminare. Ma quel che accadde nei Lager uccise anche il senso della vita di chi non vi entrò mai. O lo mutò definitivamente.
Â
Si parla di retorica della Memoria. Un giorno non basta. Certo! Ma è almeno un attimo della nostra vita nel quale ricordiamo ciò che è stato, ciò che è. La storia recente insegna che senza cultura del rispetto, del dialogo, della convivenza, è sempre possibile un'implosione ulteriore. Senza una scuola seria che insegni ciò che è accaduto, saremo condannati a ripetere.
Â
Il GIORNO DELLA MEMORIA ricorda un peso insopportabile, immagini viste sconvolgenti, storie lette di profonda tristezza. E poi l'impensabile: chi ha vissuto quegli anni.
No. Qualsiasi cosa scriva non è all'altezza di quel dramma.
Â
Primo Levi apriva così "Se questo è un uomo"
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Â
Â
Condividi
TweetCommenta