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IL GOVERNO DELLA MONDEZZA. UNA DISCARICA CHE ODORA DI SOLDI

Di: Gianluca Cicinelli | 22/10/2010
Gli unici ad essere sopra le parti a Terzigno sono gli elicotteri delle forze dell'ordine che da giorni volano sulla testa dei manifestanti anti-discarica. La vicenda dei rifiuti in Campania riesplode in tutta la sua emergenza, drammaticità e violenza. Eppure i garzoni di bottega giornalistica del regime berlusconiano ci avevano mostrato immagini di territori liberi dai rifiuti, culminate con l'allontanamento dalla guida della Regione del centrosinistrato Antonio Bassolino, accusato dal centrodestra di essere il responsabile della cattiva gestione dell'ambiente e del mancato smaltimento della mondezza.
“Sono un buon lettore di libri di storia”, dichiara nella sua biografia, pubblicata sul sito della regione Campania, Stefano Caldoro, il presidente berlusconiano. Affermazione da interpretare come l'ammissione che non deve aver letto quelli di politica, visto che solo pochi mesi dopo l'elezione ha fatto esplodere una vera bomba tra le mani di Silvio Berlusconi con la decisione di dare il via libera alla seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio. Un via libera che non è piaciuto al sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, che si è dimesso dal Pdl, e alle popolazioni, che denunciano i gravissimi disagi già provocati dalla prima discarica aperta, la Sari, che sarebbe causa dell'inquinamento delle falde acquifere e dalla quale provengono da mesi miasmi insopportabili.
Nella risposta, di una durezza senza precedenti, delle forze dell'ordine contro la popolazione che non vuole l'apertura della seconda discarica, si legge l'impotenza e la frustrazione di un governo che ha direttamente, con le disposizioni personali del presidente del Consiglio, imposto l'uso della violenza sui manifestanti. Oltre 200 agenti con 40 mezzi blindati hanno attaccato e sgomberato alcune migliaia di persone. A Boscoreale, vicino Napoli, sono stati bruciati cinque autocompattatori che avevano versato rifiuti nella discarica Sari di Terzigno. Un inferno, guerriglia di detriti, molotov, feriti, blocchi stradali che continuano mentre scriviamo.
Con una pesante incognita sulla testa di tutti, il comportamento della camorra, interessata dal punto di vista imprenditoriale ad alimentare gli scontri, per utilizzarli come pressione verso chi dovrà prendere le decisioni ultime sulla questione e redigere bandi d'appalto e assegnazioni di lavori. Personaggi riconosciuti in mezzo ai manifestanti ma difficilmente isolabili dalla popolazione che protesta realmente per salvaguardare la propria salute. Camorra che ha partecipato anche alle ultime elezioni regionali in Campania come ha partecipato alle elezioni dei consigli comunali di molti dei paesi toccati dalla discarica. A cui qualcuno deve pagare un prezzo per il prestigio, ma solo al termine di questi disordini, quando i contratti non scritti per la discarica saranno firmati tra persone che tra loro, con involontaria ironia, si definiscono d'onore.
Affari e malaffari collegati con la politica in mezzo ai quali rimane stritolata la popolazione locale, manganellata e ferita dopo che si erano spente le telecamere dell'ultimo collegamento serale televisivo, come in un complotto, come alla scuola Diaz di Genova durante il G8 di Genova, un lavoro sporco e quindi da effettuare di nascosto da tutti.
Ma ad unire la Campania in una linea ideale con il nord d'Italia in questa vicenda non è solo l'evocazione delle violenze contro cittadini che manifestano. Da qualche ora infatti i dimostranti hanno iniziato a incendiare le bandiere italiane. Un gesto che ricorda, visto dall'angolatura opposta, gli insulti al tricolore di Bossi. Un salto di qualità gravissimo nel processo di disgregazione sociale del nostro paese. Perchè mentre il governo in Parlamento tenta di fare a pezzi la garanzia dell'unità nazionale, cioè la Costituzione come carta, il centrodestra nel paese fa a pezzi la costituzione materiale, quella che nonostante gli scontri sociali in atto rende possibile una convivenza pacifica. Il comportamento dei governi di centrodestra nazionale e locali a Terzigno hanno aggravato ulteriormente la frattura con i bisogni del sud come del nord italiano. L'incapacità di questo governo ad incontrare le parti, operai, cittadini, magistrati, precari, la mancanza di senso dello stato del berlusconismo, senso dello stato che consiste nell'unire anziché dividere in piccole bande criminogene l'Italia, non è più solo dannosa ma pericolosa per la vita dei cittadini italiani.
Chi scrive ammette in tutta onestà di non conoscere i danni reali della discarica, le possibili soluzioni per risolvere con beneficio di tutti la questione specifica, perchè la politica non è il suo mestiere. Ma sa che a Terzigno c'erano persone che ponevano domande e che solo per questo sono state schiacciate come ai tempi del generale Bava Beccaris. Chissà, se Cossiga fosse ancora vivo, con uno dei suoi scherzetti proverbiali, avrebbe suggerito al premier di far aprire il fuoco sulla folla e tutti a dire ma che simpaticone quel Cossiga! Solo che Cossiga non scherzava e nemmeno il governo Berlusconi ha scherzato a Terzigno. La posta in gioco adesso non è più la discarica ma l'essenza stessa della politica che consiste nella possibilità che lo stato lascia ai cittadini di esprimere liberamente la loro opinione, una partita molto più complessa che si chiama democrazia.

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