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INCEPTION

Di: Marcello Berlich | 13/10/2010
"L'arte del sogno" di Gondry incontra "Matrix": uscendo dal cinema, pensavo che in un'altra situazione, questo sarebbe stato un piccolo film indipendente, di quelli 'di culto', per intenderci.
Fortunatamente, Christopher Nolan, soprattutto grazie alle riuscitissime trasposizioni filmiche di Batman è diventato un 'nome rovente', ed ha avuto l'opportunità di avere enormi mezzi a disposizione per un film che, intendiamoci, anche con meno effetti speciali sarebbe stato ugualmente intrigante, ma a cui, diciamocelo, la magniloquenza grafica non guasta affatto (anzi).
L'idea di fondo è che esistono persone che riescono a modellare il proprio 'mondo onirico' e a intervenire su quello altrui, e attraverso questo (utilizzandolo come 'porta' per il subconscio) a influenzarne le azioni: concetto che Nolan mette in scena attraverso un azzeccatissimo meccanismo che si basa sul vecchio, caro concetto, delle scatole cinesi, applicando ad esso il principio della 'dilatazione temporale' dei sogni, e ruotandovi poi tutto il film attorno.
La trama può essere descritta solo con un abbozzo, parlarne troppo significherebbe svelare altrettanto: un gruppo di 'mercenari dei sogni' è incaricato di 'impiantare' un'idea nel subconscio dell'erede di un grande impero finanziario per portarlo a prendere determinate decisioni. Nel corso della missione, il capo del gruppo si troverà a fare i conti anche col proprio io, e col trauma della morte della moglie, anch'essa coinvolta in quel continuo viaggiare dalla dimensione reale a quella onirica.
Non che comunque i personaggi abbiano reale importanza, rispetto al contesto, alla storia e agli scenari che si susseguono come quadri di un affascinante videogioco, lungo il quale ovviamente sono sparse varie citazioni o suggestioni , da panoramiche à la "Blade Runner" a scene di azione 'jamesbondiane' , passando per combattimenti - ovviamente - in stile "Matrix", fino a "2001: Odissea nello spazio", e a certa animazione giapponese; il tutto condito dalle musiche, particolarmente ispirate, di Hans Zimmer.
I protagonisti sono poco più che pedine, mentre lo spettatore è più che altro avvolto dalla scacchiera, o dal modo in cui la attraversano. Ne consegue che la recitazione assume un ruolo marginale: Di Caprio svolge adeguatamente il ruolo del protagonista: lo affianca Ellen Page, che dopo il successo di "Juno" si prepara ad essere lanciata nello 'star system', tra gli altri, come omaggio alle location produttive il giapponese Ken Watanabe e la francese Marion Cotillard; da segnalare Cillian Murphy, che con Nolan aveva già lavorato nei panni dello Spaventapasseri nel primo Batman, oltre ai camei di Michael Caine e Pete Postlethwaite (che se in "Solomon Kane" diceva due battute prima di schiattare, stavolta rantola sul letto di morte e basta...). Molti hanno scritto e parlato di questo film partendo dal lato della 'complicazione', della difficoltà di seguire l'articolarsi spazio - temporale dei vari piani narrativi: è certo un esercizio che richiede un certo sforzo ed elasticità da parte degli spettatori meno abituati... tuttavia, se siete appassionati di fantascienza e fumetti, il film si lascia seguire e godere in maniera piuttosto agevole, fino al finale, dove Nolan, dopo averci illustrato il concetto dell'instillare idee nelle menti altrui, finisce per instillare anche nello spettatore il tarlo del dubbio...
In tutti i casi, di carne al fuoco ce n'è parecchia: per gli amanti degli effetti speciali, con trovate di indubbia suggestione, e per coloro che si aspettano quel 'qualcosa in più su cui riflettere': nel caso in specie il rapporto tra sogno e vita vissuta, la riflessione sulla realtà e su come la mente umana la percepisce e in un certo senso la trasforma. Un film che lascia lo spettatore con una piacevole sensazione di inquietudine strisciante e un pizzico di speranza prossima, volta che si addormenterà, di riuscire a 'maneggiare' la materia sfuggente di cui sono fatti i sogni.

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