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La passione

Di: Marcello Berlich | 06/10/2010
Regista in piena crisi creativa si trova costetto, suo malgrado e di malavoglia, ad abbandonare i (pochi) progetti in campo a Roma per dirigere la sacra rappresentazione della Passione di Cristo in un paesino della Toscana.
Tra attori improbabili e i prevedibili incidenti di percorso, troverà il sostegno di un ex galeotto mosso da sincera passione alla ricerca del definitivo riscatto, in un'esperienza che permetterà al protagonista di ritrovare le proprie motivazioni e (immancabilmente...) anche l'amore. Carlo Mazzacurati mette in scena un classico film del filone del 'cinema (o in questo caso, il teatro) nel cinema', il cui scopo di fondo è quello di restituire allo spettatore almeno un pò della magia del 'dietro le quinte'. Obbiettivo raggiunto in pieno attraverso un film in gran parte giocato sulla commedia (non disdegnando spunti apertamente comici), ma che sul finale riesce anche a suscitare un minimo di commozione.
Purtroppo, al di là dei momenti in cui si ride di gusto (e sono molti), "La passione" sembra pagare una certa mancanza di ritmo, procedendo in gran parte per scene giustapposte e trovando una sua fluidità solo nella sequenza finale della messa in scena, pagando alcune scelte discutibili (la trama parallela del film che il protagonista dovrebbe scrivere per una nota attrice di fiction, serve certo a Mazzacurati per sorridere anche sarcasticamente sui rapporti tra cinema e tv, ma finisce per occupare fin troppo spazio rispetto alla sua importanza ai fini della storia, mentre i minuti finali, inseriti come 'coda', risultano inutili e abbastanza superflui).
Silvio Orlando recita un ruolo che sembra essergli stato costruito su misura, avendo l'ennesima occasione per mettere in mostra la solita espressione da 'cane bastonato', certo azzeccatissima all'occasione, ma l'impressione è che ormai Orlando faccia parte di quella categoria di attori che avendo trovato una 'faccia vincente', si limita a scegliere i copioni che siano più in grado di fargliela mostrare.
Molto meglio Giuseppe Battiston nel ruolo dell'ex - carcerato, mentre Corrado Guzzanti (la cui presenza ha fatto da 'calamita' per il successo del film) la 'butta in caciara' mettendo in scena la parodia dell'attore 'con delle pretese': efficace e comico, ma appunto nulla più che l'ennesimo 'personaggio' animato da Guzzanti. A Cristiana Capotondi, nel ruolo dell'attrice affermata, è stata affidata solo una manciata di battute, il che le permette di non fare danni... Impressiona invece positivamente per espressività Kasia Smutniak che (lo dico sotto voce) sembrerebbe avviarsi a diventare un'attrice 'di livello'. Menzione d'obbligo per il cameo di Stefania Sandrelli.
"La passione" è insomma un film discreto, che offre buoni motivi per essere visto, ma che non è esente da difetti: sentirne parlare, come successo dalla sua uscita in poi, come una sorta di capolavoro, appare un tantino esagerato: di sicuro, non si può affidare a opere come questa il compito di 'salvare' il cinema italiano (che del resto, affidando le sue sorti per l'Oscar a un film con Valerio Mastandrea, non sembrerebbe godere di buona salute...).

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