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L'APPRENDISTA STREGONE

Di: Marcello Berlich | 15/09/2010
L'APPRENDISTA STREGONE La Disney che cita se stessa, in questo film come noto solo liberamente ispirato all'omonimo episodio del capolavoro "Fantasia". Un'introduzione che ci narra di lotte tra stregoni, un secondo prologo in cui il protagonista, bambino, apprende di essere destinato a grandi cose; lo ritroviamo, ventenne interamente dedito alle scienze - alla fisica in particolare - con quale problema di socializzazione, specie con le ragazze. Il nostro verrà poi posto di fronte al suo retaggio e al fatto di essere addirittura l'erede di Merlino, e comincerà un apprendistato guidato dal solito 'maestro' tipico di queste occasioni, fino allo scontro finale in cui il bene vincerà senza se e senza ma. Siamo nel campo del puro intrattenimento: la Disney e Jerry Bruckheimer producono, Jonh Turtletaub dirige, Nicolas Cage interpreta (nel ruolo del maestro), e ciò può bastare per avere la sicurezza che il giocattolo funzioni e assicuri un paio d'ore di divertimento senza alcuna necessità - né pretesa - di riflessione. Inaspettatamente, Cage è proprio l'unico elemento di delusione: in un ruolo privo di impegno era lecito aspettarsi qualche cosa in più, invece si limita a prestare la solita espressione un filo preoccupata, che da tempo è sempre la stessa, sia che sia prestata al pompiere intrappolato sotto le Torri Gemelle, all'archeologo alla ricerca dei segreti dei Templari o, appunto, lo stregone. Un'espressione buona per tutte le stagioni, ma che alla fine risulta priva di personalità. Al lato opposto c'è l'interpretazione di Alfred Molina, attore alquanto versatile, che si presta volentieri al ruolo del 'cattivone' (non per la prima volta: lo ricordiamo Octopus nel secondo Spider Man), con risultati più che apprezzabili. Tutto sommato positiva l'interpretazione di Jay Baruchel, nel ruolo del protagonista: qualcosa in più del solito 'belloccio' utilizzato in queste occasioni, (forse) lo rivedremo. Peccato per il doppiaggio mediocre. Completamente ai margini il cast femminile: scontato il ruolo della amata del protagonista, svolto nei soliti binari della perplessità iniziale, della incredulità centrale e della finale partecipazione alla causa. La Bellucci è praticamente solo un nome nei titoli di testa e di coda. Per certi versi è un film in cui Harry Potter incontra Spider Man: uno svolgimento privo di imprevisti e colpi di scena è comunque ben compensato dal ritmo e dagli effetti speciali (anche se ormai per quanto ci si provi, è difficile destare reale impressione). Non poteva mancare, ovviamente, la citazione del ballo delle scope. Colonna sonora da dimenticare, all'insegna di sonorità 'giovanilistiche' senza capo né coda. Giusto sottolineare come accanto alla magia, sia dato un certo ruolo pure alla scienza, come a dire che in fondo se accanto agli incantesimi ci si mette un pò di 'studio canonico' non guasta. Alla fine, come detto, con tutti i limiti del film di 'genere' (inclusa l'introduzione, sostanzialmente inutile e un finale al quale un pizzico di 'cattiveria' in più non avrebbe guastato), il giocattolo funziona: in fondo non ci si annoia, e questo è già tanto, ci sono anche un paio di momenti e battute azzeccati, e si esce dal cinema tutto sommato soddisfatti, o almeno: la sensazione di aver buttato via i soldi è meno presente che in altre occasioni del genere.

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